Don Maurizio Patriciello: "La terra dei fuochi non è solamente in Campania"

Intervista al parroco di Caivano da sempre in prima linea per difendere la vita contro la mafia della "Monnezza"

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Don Maurizio Patriciello: "La terra dei fuochi non è solamente in Campania"

Don Maurizio Patriciello, è  divenuto capofila nella denuncia del malaffare che sta dietro lo smaltimento illegale dei rifiuti nel nostro Paese perché è un parroco. Ironia della sorte, la sua comunità sorge a «Parco Verde» una zona di Caivano, paesone dell’entroterra napoletano, al centro delle cronache per i roghi di rifiuti tossici (i «fuochi») che ammorbano un territorio che ha il triste primato per la mortalità di bambini e adolescenti della Regione Campania. Don Maurizio venerdì 7 ottobre invitato a parlare agli studenti che hanno partecipato alla Settimana della Scuola promossa dalla diocesi sul tema dell’enciclica Laudato Si’ «perché chi dovrà vigilare e custodire la casa comune del futuro saranno proprio le nuove generazioni e il tempo stringe, data la salute cagionevole del nostro pianeta».

Don Maurizio cosa possono fare i giovani e la società civile nel quotidiano perché si spengano le «Terre dei fuochi?»

Ciò a cui ci invita il Papa nella Laudato Si’ è di convincersi che la tutela del creato riguarda tutti: per questo è importante l’opera dal basso che, attraverso organismi non governativi, associazioni intermedie, gruppi di cittadini obblighi i governi a sviluppare normative, procedure e controlli più rigorosi: se le comunità locali non controllano il potere politico nazionale, regionale, municipale non è possibile un contrasto dei danni ambientali. Basti pensare che fino ad un anno fa i reati ambientali non erano ‘penali’ ma venivano sanzionati solo con contravvenzioni».

Dunque grazie anche all’azione di «disturbo» e di denuncia messo in atto da movimenti spontanei come quello nato grazie alla sua opera ora chi commette un reato ambientale (come interrare fusti di rifiuti tossici) finisce in galera...    

Certo ma non basta. Per tradurre ciò che dice il Papa in «buone pratiche» è necessaria accanto all’opera educativa delle nuove generazioni a dire no all’illegalità e al consumo critico anche la presa di coscienza che le mafie, le infiltrazioni del malaffare nelle amministrazioni e nella politica non riguarda solo la Campania e il Sud  Italia. Per esempio è risaputo che dall’Italia vengono spediti in Cina i rifiuti plastici tossici e che i manufatti made in Cina che ritornano nei nostri mercati e vanno in mano ai bambini sono veleno. Un biberon cinese costa molto meno che uno made in Italy ma intanto cosa beve quel bimbo insieme al latte? Occorre che anche al nord si cambi mentalità e che si ci renda conto che la Terra dei fuochi si è già ramificata nella pianura Padana. Non devono essere solo i camorristi a pentirsi perché il sistema di illegalità nel nostro Paese venga sconfitto.

Cosa intende?  

«Il business della monnezza è oro» come dicono i camorristi per questo le infiltrazioni della malavita nel traffico dei rifiuti industriali (i cui oneri toccano alle aziende) nel nostro Paese ha connivenze con il potere e non ha confini. Dobbiamo sgombrare il campo dai vecchi stereotipi del camorrista o del mafioso con la lupara e la coppola. Oggi il malavitoso è laureato, viaggia, usa le nuove tecnologie, è esperto di finanza, per questo si interfaccia alla pari con l’industria disonesta…  

maurizio-Patriciello

Abbiamo bisogno dunque di tanti don Patriciello…

C’è bisogno che la gente capisca che la tutela del creato riguarda tutti se no il nostro pianeta non avrà futuro: certamente la comunità cristiana, come ci invita il Papa, ha un ruolo centrale nella coscientizzazione della società civile: se non si arriva alla denuncia dal basso, se non individuiamo chi è il nostro nemico non sarà mai possibile contrastare le mafie. Negli anni di piombo in questo Paese si è vinto il terrorismo perché politica società civile insieme hanno sradicato il male della violenza.   

 Non tutto è perduto dunque…

Le nuove generazioni possono molto perché se educate possono scegliere il bene al di là di qualsiasi condizionamento psicologico e sociale che venga loro imposto: per questo sono importanti iniziative come la Settimana della Scuola della vostra diocesi. I giovani sono capaci di guardare a se stessi con onestà, di far emergere il proprio disgusto, di intraprendere nuove strade verso la vera libertà. E di contagiare gli adulti. 

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