Stregoni e strane magie, il confine labile tra ignoranza e criminalità

Dopo i penosi e aberranti fatti venuti alla luce nei giorni scorsi a Torino, la città considerata in modo non corretto città esoterica

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Stregoni e strane magie, il confine labile tra ignoranza e criminalità

Massimo Introvigne, forse il maggior esperto di maghi e fattucchiere, fondatore e direttore del Centro studi sulle nuove religioni (Csnur) in un’intervista a «La Stampa» afferma: «Ogni anno spunta­no due o tre storie di santoni, alcuni abu­sano della credulità delle persone, altri compiono violenze sessuali. Ma attenti a non confondere il fenomeno delle sette con quello dei maghi e dei veggenti. La grande maggioranza dei maghi a pagamento conosce l'esoterismo solo per sentito dire, ma conosce molto bene le tecniche per arricchirsi passando attraverso le ma­glie della legge». In sostanza sono grossi imbroglioni e approfittano della dabbenaggine della gente.

Sono 8 milioni in Italia le persone che si affidano a maghi e fattucchiere, cartomanti e santoni, sensitivi e astrologi, ciarlatani e imbonitori che soddisfano i desideri della gente a condizione che paghi. Come per il gioco d’azzardo questi poveretti non riescono a saltar fuori dal giro. Giorni fa in Sicilia si è scoperto che due coniugi sborsavano migliaia di euro per «parlare con i morti nell’Aldilà». Dati allarmanti che attestano i livelli preoccupanti ai quali è giunta la «credulità» della gente, il desiderio di sapere cosa accadrà in futuro e cosa ci riserva la sorte.

Sul caso degli stupri di gruppo a Torino per cui sono finite in manette tre persone tra cui il sedicente «santone» il sociologo Introvigne spiega: «È un caso anomalo. Di solito con i maghi a pagamento viene stuprato il portafogli, non le persone. Le sette non c’entrano nulla». Intervistato dall’«Adnkronos» aggiunge: «È abbastanza frequente prendersela con le sette. In realtà, pur essendoci caratteristiche comuni, ci sono differenze sostanziali e in questo caso non si può parlare di movimenti settari. Siamo di fronte a un fenomeno dilagante dei maghi a pagamento, un mondo al limite dell’illegalità».

Nel caso torinese, pare che Paolo Meraglia, il santone arrestato, si spacciasse per esperto di occultismo. Durante le perquisizioni gli agenti hanno trovato nella sua casa due vecchi libri, il «Manuale pratico di magia» e «L’oracolo di Paracelso» contenti formule che probabilmente venivano lette durante le sedute. Inoltre hanno trovato tarocchi, amuleti e pendoli di vario genere, materiale facilmente reperibile in una libreria specializzata.

L’antropologo Massimo Centini è categorico: «Mi sono convinto che la Torino magica, esoterica e satanica, sia il frutto di luoghi comuni che via via ingigantiscono con un effetto travolgente. Sono stufo, quando mi tro­vo in altre città, di sentirmi dire: "Lei arriva da Tori­no! La città della Fiat, della Juventus, del diavolo”. D'accordo sulla Fiat, è storia; la Juve mi sta un po'  lì, perché sono granata. Non mi va giù l’abbinamento con il dia­volo. Perché non dire “Torino la città di don Bosco, della Sin­done o del Cottolengo”? Qualcuno dirà che il male "tira più" del bene. Ha ra­gione, ma Torino non merita di essere biecamente le­gata al diavolo e alla magia».

Stregoneria, divinazione e magia sono comprese nell’elenco di nefandezze che San Paolo propone nella lettera ai Galati 5,19-21: «Le opere della carne sono ben note: fornicazione, impurità, libertinaggio, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere».

Il «Catechismo della Chiesa cattolica», promulgato da Giovanni Paolo II l’11 ottobre 1992, nella parte terza «La vita in Cristo», sezione seconda «I dieci Comandamenti», capitolo primo «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima, con tutte le forze», articolo 1 «Il primo comandamento», numero III «Non avrai altri dei di fronte a me», parla esplicitamente di superstizione, idolatria, divinazione e magia e stregoneria.

SUPERSTIZIONE – «È la deviazione del sentimento religioso e delle prati­che che esso impone. Può anche presentarsi mascherata sotto il culto che rendiamo al vero Dio, quando si attribuisce un'importanza in qualche misura magica a certe pratiche, peraltro legittime o necessarie. Attribuire alla sola materialità delle preghiere o dei segni sacramentali la loro efficacia, prescindendo dalle disposizioni interiori che richiedono, è cadere nella superstizione».

IDOLATRIA - «Il primo comandamento condanna il politeismo. Esige dall'uomo di non credere in altri dèi che Dio, di non venerare altre divinità che l'unico Dio. La Sacra Scrittura richiama a questo rifiuto degli idoli. Questi idoli vani rendono l'uomo vano. L'idolatria non concerne soltanto i falsi culti del paganesimo. Rima­ne una costante tentazione della fede. Consiste nel divinizzare ciò che non è Dio. C'è idolatria quando l'uomo onora e riverisce una creatura al posto di Dio, si tratti degli dèi o dei demoni (satanismo), del potere, del piacere, della razza, degli antenati, dello Stato, del denaro. L'idolatria è una perversione del senso religioso innato nell'uomo».

DIVINAZIONE,  MAGIA, STREGONERIA - «Tutte le forme di divinazione sono da respingere: ricorso a Satana o ai demoni, evocazione dei morti o altre pratiche che a torto si ritiene che “svelino” l'avvenire . La consultazione degli oroscopi, l'astrologia, la chiromanzia, l'interpretazione dei presagi e delle sorti, i fenomeni di veg­genza, il ricorso ai medium occultano una volontà di dominio sul tempo, sulla storia e sugli uomini e insieme un desiderio di rendersi pro­pizie le potenze nascoste. Sono in contraddizione con l'onore e il rispetto che dobbiamo a Dio solo. Tutte le pratiche di magia e di stregoneria con le quali si pretende di sottomettere le potenze occulte per porle al proprio servizio e ottenere un potere soprannaturale sono gravemente contrarie alla religione. Tali pratiche sono ancor più da condannare quando in esse si ricorre all'intervento dei demoni. Anche portare gli amuleti è biasimevole. Lo spiritismo spesso implica pratiche divinatorie o magiche»

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