Giustizia minorile: di bene in peggio?

Un convegno promosso dal Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università di Torino ha messo a confronto magistrati, politici e servizi sociali sul controverso progetto di riforma approvato dalla Camera che prevede la soppressione di Procure e Tribunali per i minorenni

Giustizia minorile: di bene in peggio?

«Attenzione ad abolire un organo giudiziario senza aver valutato a fondo le conseguenze: nel caso della giustizia minorile lo smantellamento di Procure e Tribunali dei minorenni rischia di far venir meno nel nostro Paese una ‘cultura’ è presa d’esempio in tutt’ Europa». Sono parole di Camillo Losana, già presidente del Tribunale per i minorenni del Piemonte e della Valle d’Aosta, uno dei magistrati torinesi che ha contribuito al diffondersi della cultura minorile che ha fatto scuola non solo in Italia. Losana è intervenuto al convegno «Giustizia minorile a rischio?», promosso dal Dipartimento di Giurisprudenza dell’Ateneo subalpino, venerdì 6 maggio nell’aula magna del Campus Einaudi. Sul piatto un confronto tra «addetti ai lavori» sul disegno di legge che prevede la soppressione dei Tribunali e delle Procure per i minorenni e l’introduzione di sezioni specializzate per la persona, la famiglia e i minori presso i Tribunali Ordinari e di Gruppi specializzati presso le Procure Ordinarie. Il controverso progetto di riforma per il momento è stato solo approvato alla Camera e attende di essere discusso in Commissione giustizia al Senato, dove però attende di essere messo in agenda.

La giustizia minorile dunque davvero rischia lo smantellameno? Molte perplessità e dubbi ma anche qualche argomento a favore sul disegno di legge 2953 sono state sollevate durante l’affollato convegno: sul tavolo dei relatori tutti gli attori in campo della giustizia in Piemonte a testimoniare quanto il progetto di riforma attenga ad una materia «scottante» perché, come ha sottolineato Laura Scomparin, direttore del Dipartimento che ha presieduto il convegno, è importante che sia proprio l’Università il luogo di «incontro per un dibattito scientifico» su un progetto di riforma che riguarda i minori, futuro del nostro Paese.

Torino e il Piemonte da sempre sono prese d’esempio non solo in Italia per il buon funzionamento della Giustizia minorile: per questo più volte durante il convegno è stata espressa la preoccupazione che accorpare la giustizia minorile a quella ordinaria, al fine di «razionalizzare e ridurre la spesa pubblica», a lungo andare può essere un boomerang: «perché il rischio è quello di cancellare la giustizia minorile il cui scopo primario è quello di «proteggere e promuovere il minore, persona in formazione, prevenire disagio e reati nell’età adulta. Il risparmio di spesa non può essere l’unico criterio per razionalizzare una materia così delicata - ha sottolineato Anna Maria Baldelli, Procuratore capo della Repubblica presso il Tribunale per il minorenni del Piemonte e della Valle d’Aosta - Accorpare la giustizia minorile a quella ordinaria significa affogare nelle aule dei Palazzi di giustizia provvedimenti – come ad esempio l’allontamento dalla famiglia di un bambino abusato – che hanno bisogno di interventi immediati che solo una Procura autonoma com’è ora può garantire».

Timori espressi durante il dibattito anche da magistrati come Ennio Tomaselli, già procuratore Procuratore della Repubblica per i minorenni di Torino, il giudice che scrisse la sentenza dei ragazzi di Novi Ligure che, pur ritenendo la riforma del sistema giudiziario necessaria, si augura che la politica non sottovaluti che nel nostro paese «l’attenzione alla tutela dei minori ormai è diffusa a tutti i livelli: non si può non tenerne conto nella discussione sulla creazione di un Tribunale per la famiglia».

Stessi dubbi condivisi dai rappresentanti di assistenti sociali, psicologi, medici e neuropsichiatri infantili che ogni giorno collaborano in rete con Tribunali e Procure minorili per mettere in campo interventi ad hoc per i cittadini più giovani che – come ha rilevato Antonio Pappalardo, direttore del Centro per la Giustizia minorile del Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta e Massa Carrara, hanno permesso di ridurre drasticamente, ad esempio, gli arresti e i fermi nella popolazione adolescente.

«Se il progetto di legge non viene rivisto – ha sottolineato Francesco Enrico Saluzzo – Procuratore generale presso la Corte d’Appello di Torino – assisteremo alla dissoluzione della giustizia minorile la cui funzione è soprattutto nell’ambito civile: un compito che non è facilmente vicariabile nella giustizia ordinaria già congestionata».

Obiezioni e rilievi al progetto di legge sono stati raccolti «sportivamente» dall’on. Anna Rossomando della Commissione Giustizia della Camera del deputati che ha assicurato che riferirà al Governo garantendo, tuttavia, che la «riforma, necessaria per razionalizzare la giustizia, manterrà sempre al centro il minore e le sue necessità che sono diverse da quelle degli adulti». 

Tutti i diritti riservati

Attualità

archivio notizie

16/02/2018

La biblioteca personale di Carlo Donat-Cattin

La riunificazione di migliaia di volumi per continuare a studiare, vita, pensiero e azione politica del leader democratico cristiano in vista del centenario della nascita

16/02/2018

Meditazione sul Crocifisso

La riflessione dello psichiatra e psicoterapeuta per il Venerdì Santo 2016. Perchè interrogarsi fino in fondo

16/02/2018

Chiesa e mass media, un'alleanza necessaria

Parte il Master di Giornalismo voluto da mons. Nosiglia per operatori pastorali e della comunicazione 

16/02/2018

Milioni di volti

Negli sguardi dei più disperati e poveri l'amore di Gesù Cristo