Incendi a Cumiana, il parroco don Motta: "giorni di terrore e solidarietà"

Basso Pinerolese –  il vasto incendio nel Parco dei Tre Denti ha lambito il centro abitato e le frazioni: mobilitati Aib, Croce verde e volontari 

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Incendi a Cumiana, il parroco don Motta: "giorni di terrore e solidarietà"

Ancora una volta, come in circostanze analoghe, sono i volontari con tuta, elmetto, guanti e le jeep a restituire la speranza. Imponente il lavoro delle squadre dell’Aib (volontari antincendi boschivi), del Vab Piemonte (vigilanza antincendio) e della Croce Verde delle diverse aree del Piemonte interessate dai roghi che, coordinate dai Vigili del Fuoco e dalla Protezione civile, da domenica 22 ottobre fino ad oggi ininterrottamente giorno e notte hanno presidiato i luoghi più a rischio salvando abitazioni e, soprattutto, vite umane dalla devastazione delle fiamme.

Il Comune di Cumiana, nel pinerolese ma nel territorio della diocesi di Torino, è uno dei centri più colpiti dagli incendi che hanno interessato vaste zone delle vallate del Piemonte occidentale nelle province di Torino e Cuneo. Numerosi focolari a partire dal 22 ottobre, si sono estesi nei boschi attorno al paese, favoriti dal forte vento.

«Cumiana», racconta il parroco don Flavio Motta, «è stata avvolta in una fitta coltre di fumo e nebbia per un’intera settimana: non abbiamo più visto la luce del sole. La chiesa parrocchiale Santa Maria della Motta domenica scorsa era una camera a gas, non si riusciva a respirare». 

Le fiamme, in seguito all’incendio nel Parco Tre Denti Freidour di Cumiana, sono arrivate a ridosso delle borgate abitate del Comune, in particolare Ciom, Ravera e Oreglia. Ed anche Tavernette, San Valeriano, San Gervasio, Villar Alto, Picchi e Verna.

Forte la mobilitazione della comunità cumianese verso le frazioni che hanno rischiato di essere cancellate dalle fiamme altissime.

«Molti nostri parrocchiani», prosegue il parroco, «hanno messo a disposizione le proprie abitazioni per i concittadini delle borgate a rischio che hanno dovuto abbandonare le case».

La popolazione, in particolare, con il coordinamento della Croce Verde, ha contribuito all’approvvigionamento di cibo, acqua e medicinali di primo soccorso a sostegno dei volontari impegnati sui diversi fronti degli incendi.

«Una vera gara di solidarietà», commenta don Motta, «sono stati giorni di paura, preoccupazione e tensione (numerose le mamme e i papà che la notte non hanno chiuso occhio), ma anche occasione di coesione per il bene comune; tutti si sono sentiti uniti per salvaguardare la città, i cittadini in pericolo, le abitazioni». 

I protagonisti indiscussi sono le squadre di volontari dell’Aib di Cumiana, Giaveno, Frossasco, Pinerolo.

Proprio loro, quando ancora all’inizio della scorsa settimana i media accennavano agli incendi in Val Susa al fondo delle cronache, salvavano vite, case, i sacrifici di intere generazioni in un territorio un tempo agricolo che ha sempre scommesso sulla terra capace di dare lavoro, soprattutto ora che con la crisi economica, che ha toccato anche queste zone, si cerca di rilanciare il settore.

«Giovedì scorso al mattino presto mentre ero in bagno a farmi la barba», racconta un parrocchiano della borgata Tavernette, «ho sentito il boato delle foglie bruciare, un rumore impressionante, come un carro armato che ti sta piombando addosso. Io e la mia famiglia abbiamo immediatamente abbandonato l’abitazione; grazie al tempestivo intervento dei volontari dell’Aib la nostra casa e i sacrifici di una vita sono salvi».

«I nostri boschi», riflette il parroco, «un tempo erano fonte di sostentamento per il paese, ora non sono più sfruttati, ed ecco dunque che il tappeto di foglie secche ha fatto da combustibile per il rogo. Siccità, vento e incuria messi insieme hanno provocato questo disastro. Purtroppo ritengo che in parte la natura di questi incendi sia dolosa».

Durante le operazioni di intervento abbiamo raggiunto al telefono uno dei volontari dell’Aib di Cumiana, Diego Turinetto, nella squadra capitanata da Carlo Carello. «È uno degli incendi più devastanti degli ultimi tempi nella nostra zona», afferma Turinetto, «che sta mettendo a dura prova tutto il sistema di interventi e soccorsi, ben collaudato». «Sono arrivato sul posto appena è scattata la prima emergenza», racconta, «grazie al lavoro sinergico con Vigili del Fuoco, Protezione civile, la Guardia nazionale ambientale, i gruppi Aib delle altre valli, la solidarietà della nostra gente, siamo riusciti ad evitare il peggio. Uno sforzo immane, lo scoraggiamento e l’impotenza hanno rischiato di prevalere ma ci siamo fatti forza. La situazione emergenziale sembra migliorare, ma continuiamo l’attività di monitoraggio e di presidio costante del territorio. L’emergenza si è spostata in direzione Giaveno, sul versante dei Tre Rii e Prà l'Abbà».  

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