Torino anche il Centro ha le sue periferie

Viaggio nei quartieri di Torino. Intervista al presidente della Circoscrizione Uno, Massimo Guerrini

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Torino anche il Centro ha le sue periferie

Ogni centro città ha le sue «periferie». Avviene così anche a Torino, dove la Circoscrizione 1, non interessata dal piano d’intervento della Città per i quartieri decentrati finanziato dal governo, riscontra in ogni caso la necessità di interventi di manutenzione e contrasto del degrado da effettuare nei prossimi mesi.

Massimo Guerrini, presidente della Uno, quali opere verranno realizzate?

Non saremo toccati da alcun intervento del piano presentato dalla Città, anche se abbiamo comunque avanzato alcune richieste all’Amministrazione comunale per la riqualificazione di aree del nostro territorio. La prima riguarda la manutenzione delle aree verdi del centro - dai giardini di via Promis, all’aiuola Balbo a piazza Cavour - anche con l’installazione di giochi per bambini cosiddetti inclusivi, cioè per i portatori di handicap. In più abbiamo presentato una proposta al Comune di riqualificazione dell’asse di via Sacchi che va dalla stazione di Porta Nuova all’incrocio con corso Sommeiller.

Un progetto, quest’ultimo, di più larga portata…

Si tratta di un intervento che ha preso le mosse, senza un coordinamento complessivo, già alcuni anni fa con la riapertura dell’hotel Turin Palace nel 2015 e la riqualificazione finalmente terminata delle aree attorno alla stazione di Porta Nuova, lato via Sacchi. Rimane ora tutta l’area adiacente alla ferrovia, compresi molti locali che potrebbero essere sfruttati per l’insediamento di piccole attività, uffici condivisi, servizi… Certo, è un progetto che deve essere concordato con le Ferrovie e che va ben al di là del respiro corto del piano comunale. Forse, se ci saranno risorse, sarà un intervento adottato direttamente dal Comune…

Gli interventi proposti dalla Città e finanziati dal Governo nelle 44 azioni per le periferie non la soddisfano?

Gli interventi previsti erano già in calendario, era già tutto progettato, meno male che sono arrivate le risorse. Ma la Giunta comunale attuale è immobile e può vivere di rendita. Per quanto? L’amministrazione centrale sta tradendo a mio parere il patto fatto con gli elettori per il rilancio delle periferie in campagna elettorale: basta guardare il sacrificio richiesto con i tagli orizzontali alle sedi decentrate. La situazione, nonostante le rassicurazioni del Comune e la sospensione delle decurtazioni, rimane molto critica. Intanto dopo il taglio richiesto del 10 per cento a metà 2016, sulle previsioni di spesa per il 2017, quindi sulle attività di questi primi mesi, tutti noi Presidenti abbiamo messo a bilancio l’annunciato taglio di un quarto delle spese e questo si ripercuoterà sui servizi di prossimità.

Lei amministra la Circoscrizione nella quale si concentra buona parte delle attrazioni turistiche-culturali della città su cui Torino deve investire, viene detto da più parti, anche più di quanto stia già facendo. Ne trova riscontro nei fatti?

Purtroppo no. Mi è spiaciuto non vedere nel Piano periferie o in altri progetti del Comune una valorizzazione del patrimonio artistico culturale della città che ha enorme valore sia per i residenti, sia come attrazione turistica. Ho paura che l'onda lunga dell’immobilità attuale si farà sentire tra un anno o due. Adesso stiamo ancora vivendo delle scelte e delle relazioni instaurate in passato.

Sul blocco del traffico per lo sforamento dei valori di polveri sottili nell’aria, lei si è espresso duramente a sfavore. Cosa non funziona?

Quello delle limitazioni al traffico è un tema che i cittadini del centro conoscono bene, ma coinvolge anche molti che da fuori città o dalle periferie arrivano in centro ogni giorno per lavoro. Il blocco delle auto - oltretutto di quelle meno nuove, di proprietari non ricchi - non serve per la diminuzione delle polveri: occorre lavorare a livello più ampio per un adeguamento dei sistemi di riscaldamento, che nel 75 per cento dei casi hanno più di 40 anni.

Alcuni presidenti hanno chiesto dalle pagine di questo giornale di rilanciare progetti per la valorizzazione del commercio. Una misura che può servire?

La Città potrebbe fare - ma in questo momento non fa - interventi diretti, ma anche indiretti di arredo urbano e servizio. Un esempio: le pedonalizzazioni, in passato anche fortemente osteggiate da parte dei negozianti, hanno dato nuova vita commerciale ad assi come via Lagrange o via Carlo Alberto, mentre altre aree del centro stanno ancora soffrendo la diminuzione dei flussi registrata negli ultimi anni.

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