Poste nelle valli, dietrofront
Dopo le proteste dei piccoli Comuni verrà rivisto il piano dei tagli
Poste dovrà rivedere con il Governo il suo piano di tagli dei servizi e in particolare il punto relativo alla distribuzione della corrispondenza e dei giornali a giorni alterni in 5200 Comuni italiani. Solo in Provincia di Torino, entro il 2016, il piano toccherà oltre 200 Comuni, non solo piccoli. La revisione è stata annunciata dal ministro delle Autonomie e degli Affari regionali Enrico Costa nel corso della Conferenza unificata che si è tenuta giovedì scorso a Roma, al quale hanno preso parte i rappresentanti di Anci, Uncem, Upi.
L'incontro si è aperto con l'intervento dei vertici di Poste che hanno confermato la loro volontà di dare seguito al piano concordato nel 2015 con il Governo e AgCom (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni), implementando i Comuni dove la corrispondenza verrà consegnata a giorni alterni, ma anche di voler «ripensare il modello organizzativo sul territorio», senza rivisitazioni del piano. Dal ministro Costa una presa di posizione netta: «Sulla consegna a giorni alterni che da aprile interessa più di mille Comuni, chiederò valutazioni alla Commissione europea. Il piano di Poste va rivisto». ù
L'Intergruppo Montagna ha presentato al tavolo un documento che illustra come altri Stati Ue hanno organizzato i servizi postali, con particolare riferimento alle aree interne e montane. Dall'Uncem anche una presentazione delle opportunità di «ufficio multiservizi» che può essere sperimentato nei piccoli Comuni, come vettore nuovo di servizi per i cittadini. «Abbiamo apprezzato l'impegno del ministro Costa - afferma Ernestina Assalto, sindaco di Lanzo - che conosce i grandi problemi del servizio postale più volte evidenziati dai Comuni. Sa bene che Poste non può continuare a ridurre i servizi in alcune aree del Paese che ritiene poco remunerative.
Non è accettabile. Guardiamo a quanto hanno fatto altri Paesi europei dove i servizi sono stati resi innovativi attraverso un serio programma legato allo sviluppo digitale». Serve prima di tutto concertazione, chiesta nell'Unificata e confermata dal Governo come necessità da concretizzare in un tavolo che ridiscuta il Piano di tagli ai servizi, chiusure di uffici, distribuzione a giorni alterni. «Poste non può certo tirarsi indietro - conclude Assalto - abbandoni la rigidità e ridiscuta le sue strategie con Governo ed Enti locali».
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