Piccoli comuni alle urne

Sono molti i centri del territorio diocesano che rinnovano i loro Consigli comunali, un quadro

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Piccoli comuni alle urne

Il prossimo 31 maggio a Virle si sfidano la continuità amministrativa di Rinaldo Candeago, sindaco dal 2005 alla guida di «Insieme per Virle», e la novità di «Lavoriamo per Virle» guidata da Mattia Robasto. L’amministrazione uscente pone al centro del proprio programma il mantenimento dei servizi essenziali per i cittadini. «Dopo avere realizzato la nuova scuola materna – spiega Rinaldo Candeago – intendiamo ristrutturare la scuola elementare per permetterne una più completa fruibilità a tutti gli studenti, in particolare eliminando le barriere architettoniche. Quindi sarà indispensabile intervenire sulla parte idraulica a sud del paese per modificare il flusso dell’acqua che crea frequenti allagamenti nelle giornate di maltempo. Riteniamo sia indispensabile coordinarci ancora maggiormente con le realtà del volontariato per permettere di mantenere una buona qualità dei servizi sociali».

Per lo sfidante Mattia Robasto le priorità nei prossimi anni saranno «la messa in sicurezza del torrente Lemina, accanto alla realizzazione di una pista ciclabile in prossimità della strada provinciale, che renda quindi tale tratto stradale più sicuro anche per i pedoni». «Consideriamo – conclude - importante coinvolgere maggiormente i cittadini nelle decisioni dell’amministrazione comunale. L’esecuzione di un’opera pubblica deve quindi essere il frutto di un percorso di valutazione condiviso tra tutti gli abitanti del paese».

 

Osasio alle urne

 

I cittadini di Osasio chiamati alle urne troveranno sulla loro scheda accanto alla lista «Con Noi Osasio», espressione della Giunta uscente del sindaco Silvio Cerutti, anche «Campione d’Italia – Movimento Bunga Bunga», guidato dal torinese Tommaso Ciliberti e composto da non residenti. Situato tra Virle, Lombriasco, Carignano e Pancalieri, il paese è fuori dalle grandi arterie stradali che congiungono la zona Sud della Provincia a Torino, distante circa 25 chilometri. Sulla sua superficie, estesa per circa 4,5 chilometri quadrati, accanto al centro storico si collocano le borgate di Balbo e Borgo Nuovo. Nonostante il suo passato agricolo, oggi pochi dei suoi circa 900 abitanti si dedicano prevalentemente al lavoro nei campi, conducendolo in maniera professionale. La maggior parte di loro è occupata fuori dal paese.

Alle massicce opportunità lavorative rappresentate negli anni ’70 dagli stabilimenti Fiat di Mirafiori e Rivalta e dalla Indesid di None si sono gradualmente sostituite nuove forme occupazionali nelle industrie minori dell’indotto. Non pochi hanno scelto la strada della libera professione. La drastica riduzione delle grandi aziende non ha avuto ripercussioni drammatiche per l’economia del paese. Al verificarsi della crisi numerosi avevano già raggiunto l’età del pensionamento. Altri, posti in mobilità o in cassa integrazione, hanno invece raggiunto questo traguardo dopo essersi dedicati per i rimanenti anni contributi all’agricoltura.

Ad un relativo abbandono negli anni ’60 da parte degli abitanti (che tendevano a trasferirsi stabilmente nei luoghi di lavoro) il paese sta conoscendo in questi anni una discreta fase di ritorno. Si tratta in gran parte di persone che pur risiedendo altrove per motivi di lavoro avevano mantenuto la proprietà delle loro case. Ad essi si accompagnano quindi numerosi torinesi attratti sia dalla quiete del posto, che dalla relativa accessibilità dei prezzi delle abitazioni (ben inferiori che a Vinovo o Carignano). L’esiguità del bilancio comunale e la diminuzione dei trasferimenti statali ha obbligato gli amministratori ad un’acculata politica di spesa.

«Nell’impossibilità di intraprendere costosi investimenti – spiega il sindaco uscente Cerutti – abbiamo preferito orientarci verso una continua manutenzione del territorio, in particolare delle borgate». «Per far fronte a questa drastica carenza di fondi- - conclude – è diventata una via obbligata la collaborazione con i Comuni limitrofi per gestire i servizi comunali: dalla polizia municipale alla protezione civile, al funzionamento delle anagrafi. In particolare nei mesi scorsi è stata avvita l’unione con i Comuni di Lombriasco e Casalgrasso».

Al centro del programma del Movimento Bunga Bunga di Tommaso Ciliberti c’è «un federalismo che ponga al centro i Comuni e la comunità locale. L’applicazione di un’imposta unica nazionale del 20% il cui gettito venga devoluto interamente alle comunità locali permetterebbe quindi l’adozione di un piano globale di messa in sicurezza del territorio». 

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