Montagna, le poste rimangono aperte

Disgelo dopo le proteste delle Valli piemontesi per la chiusura degli uffici: l'azienda accoglie le istanze della regione, sportelli aperti tre volte la settimana - Le poste  - sottolineano sindaci e associazioni del territorio - nei Comuni montani contribuiscono a presidiare il territorio

Parole chiave: Poste italiane (1), Terre Alte (2), AgCom (1), Uncem (2)
Montagna, le poste rimangono aperte

Poste Italiane ricuce il rapporto con i Comuni, dopo i mesi di forte tensione seguiti alla presentazione del piano di riduzione degli orari di apertura degli sportelli. L'azienda ha accolto in larga misura la proposta della Regione Piemonte di mantenere aperti per almeno tre giorni la settimana gli uffici postali per i quali era stata inizialmente programmata l’apertura per soli due giorni. Un problema che riguarda oltre trenta Comuni in Piemonte. «La decisione, che si accompagna alle diciotto ulteriori modifiche apportate al piano di razionalizzazione a suo tempo presentato, testimonia la positività del confronto che si è sviluppato», ribadiscono il vicepresidente della Regione Aldo Reschigna e il consigliere regionale Antonio Ferrentino. «Vengono così esaudite anche le richieste avanzate da Anci Piemonte, Uncem e Lega delle Autonomie - proseguono Ferrentino e Reschigna - che presenteranno prossimamente delle forme di collaborazione per valorizzare la presenza degli uffici postali nel territorio montano piemontese. Nel frattempo partirà un monitoraggio della situazione i cui esiti saranno analizzati fra sei mesi». 

La decisione di Poste Italiane rappresenta il frutto di un dialogo interistituzionale che ha permesso di prendere in seria considerazione alcune evidenze emerse nel corso di vari incontri che si sono tenuti negli ultimi mesi.  «La disponibilità espressa dal Capo delegazione di Poste Italiane, Francesco Bianchi, assieme alla tenacia dimostrata dalla Regione, dalle Associazioni dei Comuni e dalle Province - puntualizza Aldo Reschigna - ha permesso di ottenere un risultato importante per la salvaguardia degli uffici postali in molte realtà di montagna e di collina, dove costituiscono presidi di vitale importanza per le comunità locali».

Resta aperto, sul tavolo della trattativa nazionale, il problema della consegna della corrispondenza. Secondo AgCom, l'Autorità garante delle Comunicazioni,  il piano presentato da Poste Italiane non violerebbe le normative comunitarie là dove prevede che la corrispondenza venga consegnata a giorni alterni al 25 per cento della popolazione. Numeri altissimi che vengono spalmati nelle aree rurali e montane del Paese e del Piemonte. Una situazione molto grave secondo molti Parlamentari piemontesi che già hanno chiesto ad AgCom un chiarimento. Forti critiche per la presa di posizione «autorizzativa» nei confronti di Poste sono venute anche dalla Federazione italiana degli Editori dei giornali e in particolare dagli editori dei settimanali cattolici che hanno inviato a Poste una dura lettera evidenziando come la riduzione della consegna della corrispondenza rischi di far ridurre gli abbonati. Sul punto, nessuna apertura da Poste che è già pronta a ricandidarsi per la gestione del «servizio postale universale» nazionale.

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