Gassino sui profughi, risorsa o problema?

Migranti- Una mostra sull'inclusione degli stranieri a cura del sindacato pensionati Cgil

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Gassino sui profughi, risorsa o problema?

Sono pericolosi, non scappano dalla guerra, portano malattie e ci rubano il lavoro.» Sono alcuni degli stereotipi dai quali traeva spunto una mostra dal titolo «Profughi e migranti, una risorsa o un problema?» organizzata dal sindacato dei pensionati italiani Cgil, tra il 2 e il 4 giugno, nel centro storico di Gassino. Il viaggio di persone in fuga da guerre, persecuzioni per motivi politici, religiosi e sessuali, cambiamenti climatici e povertà parte da lontano e non si sa né quanto possa durare né come andrà a finire. Dopo aver provato a sfuggire alle dittature, superato le frontiere e attraversato il mare, chi ce la fa rischia di trovarsi di fronte a nuovi muri di odio, indifferenza e burocrazia. Ai lati dell’ingresso del Municipio collinare hanno trovato spazio cartelli informativi e dipinti di uomini in mare in cerca di aiuto, scene di vita quotidiana in Africa centrale o di bancarelle colorate, segno di speranza, tra le macerie di Aleppo. Ad inaugurare l’iniziativa gassinese è intervenuto Lamine Sow, responsabile del Coordinamento immigrazione della Cgil torinese. «Oggi l’immigrato è visto come delinquente o potenziale tale, come persona che ‘prende e non dà niente alla società’ e che ‘non lavora, non produce’» spiega Sow. Tutti questi luoghi comuni illustrati nella mostra di Gassino erano corredati dalle relative risposte. Tra queste un cartello intitolato «Li trattiamo meglio degli italiani» si riferiva alla critica che spesso viene mossa ai sostenitori dell’accoglienza. L’accusa è di dare priorità agli stranieri che «alloggiano in hotel e ricevono 35 euro ogni giorno, soldi sottratti a bisogni primari di molti cittadini italiani».

In Italia il sistema di accoglienza è gestito dal ministero dell’Interno ma risulta «largamente insufficiente, tanto che più del 70 per cento dei richiedenti asilo è ospitato in strutture temporanee e straordinarie» spiega lo Spi-Cgil. «La carenza di posti è aggravata anche dalle lungaggini burocratiche. Il risultato è che i centri sono sovraffollati, con personale, strutture e servizi insufficienti a rispondere ai bisogni dei migranti. In merito ai 35 euro, questi soldi non vanno in tasca ai richiedenti asilo, ma agli enti che si occupano della gestione dei centri e ne sostengono i costi (affitto delle strutture, salari degli operatori, vitto e servizi per gli ospiti). In media, solo 2,5 euro al giorno - il pocket money - vengono corrisposti direttamente al richiedente asilo per le sue spese quotidiane (ricariche telefoniche, acquisti di alimenti e indumenti). Questi fondi per l’accoglienza vengono peraltro stanziati in parte rilevante dall’Unione Europea».

Proprio in questi giorni la Commissione europea ha predisposto per l’Italia oltre 58 milioni di euro da utilizzare per alloggi, cibo, cure mediche, servizi rivolti ai richiedenti asilo ospitati nei centri di accoglienza del nord Italia. Il finanziamento di emergenza Ue raggiunge così quota 147,63 mln ed è stato assegnato al di là dei 592,64 milioni già attribuiti all’Italia.

Meno nascite e più stranieri - L’accoglienza è spesso dipinta come un problema eppure la progressiva flessione demografica in Italia sembra non poter fare a meno dell’apporto di nuovi cittadini. I dati Istat parlano chiaro: di 60.589.445 persone residenti in Italia al 31 dicembre 2016, oltre 5 milioni hanno cittadinanza straniera (l’8,3 per cento) e sono gli unici in aumento. Anche la natalità diminuisce di anno in anno in tutto il Paese ma su 473 mila 438 nuovi nati nel 2016, più di 69 mila sono stranieri.

Diritti negati - Il diritto di ogni persona a chiedere protezione internazionale prescinde dalla nazionalità e dal paese di origine. Ma le nazioni più povere sono ovviamente ai vertici delle classifiche sull’emigrazione. «La differenza di reddito tra le persone del Nord e del Sud del mondo aumenta in modo vertiginoso» ammette Lamine Sow «Le condizioni di vita della sponda sud del Mediterraneo sono sempre più miserevoli, ragione per la quale si sono moltiplicati i candidati all'immigrazione. Anche in Italia la differenza di reddito tra italiani e stranieri è palese. Tanti immigrati rimangono poveri pur lavorando e le donne sono tra le più discriminate ma spesso nei paesi di origine la loro condizione è ancora più drammatica».

«Sono tutti uomini, giovani e forti» - Anche se i migranti sono in larga parte uomini in giovane età, più adatti fisicamente ad affrontare viaggi così duri, il numero di donne e minori non accompagnati è in aumento: secondo l’Alto commissariato della Nazioni unite per i rifugiati (Unhcr) nel 2015 il 17 per cento del milione di persone giunte via mare in Grecia, Spagna e Italia è costituito da donne e il 25 per cento da bambini. «Purtroppo oggi è quasi impossibile venire in Europa in modo regolare, tranne pochi casi - spiega Sow - le categorie di migrante economico e richiedente asilo spesso sono un pretesto per escludere molti e accettare poche persone alle frontiere». Anche per questi motivi è urgente e necessario aprire nuovi corridoi umanitari più sicuri e controllabili.

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