Cristianesimo e Islam a Leinì il dialogo è possibile

Serata promossa dalla parrocchia di Leinì per sgombrare i pregiudizi: un dibattito all'Auditorium molto partecipato don il teologo don Ermis Segatti e lo studioso musulmano Hibrahim Gabriele Iungo  

Parole chiave: Cristianesimo (33), parrocchia Leinì (1), Islam (60), dialogo interreligioso (5)
Cristianesimo e Islam a Leinì il dialogo è possibile

Auditorium parrocchiale gremito, mercoledì scorso, per la serata di confronto e dibattito sul tema «Cristianesi e Islam; dialogo necessario», proposto dalla parrocchia di Leinì guidata da don Pierantonio Garbiglia. E i leinicesi e altre comunità della  zona hanno risposto con inattesa partecipazione all’incontro che nasce dall’esigenza di conoscere ed approfondire un tema  di grande attualità nell’intento di andare oltre i luoghi comuni sull’immigrazione e sull’Islam, che – a causa dei tragici fatti di cronaca legati al terrorismo - non contribuiscono a rafforzare il dialogo, ormai necessario, e invocato da più parti, fra le  due grandi religioni monoteiste, che hanno permeato con la loro storia e tradizioni grandi culture e civiltà. E i relatori della serata (nella foto), moderata da Marina Lomunno,  giornalista de «La Voce del popolo» hanno offerto notevoli spunti di riflessione: don Ermis Segatti, teologo e docente di Storia del Cristianesimo alla Facoltà teologica di Torino e il giovane lo studioso dell’Islam Ibrahim Gabriele Iungo, che ha maturato una lunga esperienza di studi a livello internazionale sull’interpretazione coranica ed i precetti islamici.

Molte le domande, gli interrogativi, ma anche le più semplici curiosità nella serata caratterizzata da un clima di dialogo. Ad introdurre il tema della serata, il parroco don Garbiglia che, citando un articolo pubblicato sul quotidiano «La Stampa», dedicato ai Giusti musulmani, ricordati dagli Ebrei, è entrato subito nel cuore del dibattito, ricordando a tutti, che attorno all’Islam non c’è solo terrorismo ed intolleranza, ma anche tanti episodi, poco conosciuti, che gettano una luce nuova sulla  religione monoteista.

Marina Lomunno ha avviato il dialogo invitando i relatori su «Cosa rappresenta per ciascuno il dialogo fra Cristianesimo ed Islam. E soprattutto questo dialogo è possibile oggi?». La risposta è sicuramente affermativa:  Ibrahim Gabriele Iungo è partito dalla tradizione comune abramitica, citata sia nella Bibbia che nel Corano che ricorda l’episodio della visita degli angeli presso la tenda di Abramo. «Tutto ha inizio con un invito alla pace – ha detto lo studioso islamico - a cui segue una reciproca conoscenza. Senza una forma di dialogo che conduce alla conoscenza reciproca, non si possono porre le basi per il rispetto delle fedi».  Interpretazione simile quella formulata da don Segatti. «Senza conoscenza non c’è dialogo. E laddove manca il dialogo, scaturisce l’odio». Non solo. Don Segatti ha più volte messo in guardia sul rischio che le religioni possano diventare «idoli». «Vedere il bene in solo ciò che si crede – ha affermato il teologo – è un modello di riferimento pericoloso». Abituati ormai, attraverso una lettura superficiale dei fatti, ad un messaggio islamico esclusivamente veicolato dalla violenza e dalle stragi, l’Occidente poco o nulla sa degli sforzi da parte di un Islam che rifiuta l’odio e la violenza in nome di Dio. «Pochi conoscono i documenti prodotti da oltre 250 saggi musulmani – ha proseguito Iungo – che condannano la violenza in nome di Dio e che ricordano che gruppi come l’Isis danno una interpretazione sbagliata del Corano. Ci sforziamo di far arrivare questi documenti ai musulmani che vivono in occidente. Spiegando loro che l’Islam non è quello delle stragi e dei massacri».

Molti interrogativi posti durante la serata talmente partecipata che non c’è stato il tempo per rispondere a tutti. «Il Presepe può urtare la sensibilità di un fedele musulmano?». «Assolutamente no – precisa Iungo – fa parte di quella tradizione e cultura cristiana che noi rispettiamo. Partendo proprio dalla figura di Maria, la madre di Gesu venerata anche nell’Islam».

Insomma, a Leinì, si sono fatti piccoli passa di conoscenza reciproca, all’insegna di quel rispetto e quel dialogo comune che tarda a venire ma che è possibile a partire da serate come questa.

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