Cultura, ai piemontesi piace il cinema

I dati del 2016 – 21156 imprese,  81 mila occupati in regione: bene anche teatro e musei

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Cultura, ai piemontesi piace il cinema

Un comparto con 21.156 imprese (il 4,8% di quelle registrate in Piemonte) con quasi 81 mila occupati e 5 miliardi di valore aggiunto. Il settore culturale che emerge dal rapporto annuale dell’Osservatorio Culturale del Piemonte (Ocp) sui dati 2016 è una realtà provata e fragile per la lunga crisi economica che ha colpito particolarmente il settore, ma in grado di registrare, rispetto al 2015, un lieve aumento sia in termini di occupati (+1,5%) sia di valore aggiunto (+1,9%), che riportano il comparto ai valori di vent’anni fa.

Il pubblico ha continuato a credere nel settore, ma la partecipazione si è spostata da un ambito all’altro, mantenendo stabile il dato. Il cinema ha registrato 7,97 milioni di biglietti venduti, per 48,85 milioni di euro incassati, un piemontese su due ha visto almeno un film. Segno più anche per i musei, con un incremento delle visite pari all’8,6% rispetto al 2015, con quasi 10 mila nuovi visitatori, una tendenza che si conferma positiva nel primo semestre del 2017, con 2,8 milioni di ingressi nei musei del Sistema Museale etropolitano.

I dati del rapporto Ocp offrono anche uno spaccato dei gusti e della spesa dei piemontesi. Nello spettacolo dal vivo il teatro è in crescita su tutti i fronti  – +6,8% di spettacoli, +3,7 di biglietti venduti (oltre il milione), +20,5% gli incassi – mentre la musica registra il segno meno per il crollo di quella leggera, con -14,9% di pubblico e -35,5% di incassi. Un dato, quest’ultimo influenzato, dai pochi concerti delle grandi rockstar, ma che fa riflettere soprattutto per la musica classica, dove a fronte di un +9,7 di rappresentazioni il pubblico cresce solo del 3,3, mentre il costo medio del biglietto è passato da 11,82 a 13,09 euro per soli 210.998 spettatori.

Confrontando i dati dello spettacolo dal vivo con quelli di 20 anni fa, Luca Dal Pozzo, direttore dell’Osservatorio, ha fatto notare - durante la presentazione del rapporto l’8 novembre scorso nella sala Movie della Film Commission, in via Cagliari 42 a Torino - come il dato preoccupante sia la sostanziale stabilità del pubblico. Fondazioni e compagnie hanno saputo fronteggiare la crisi imponente dovuta alla massiccia contrazione delle risorse, ma non sono state altrettanto efficaci nell’intercettare nuovi pubblici.

Le biblioteche civiche si confermano veri punti di snodo con un ruolo non solo culturale, ma anche sociale: a livello regionale si sono registrati 2,2 milioni di prestiti - con una media di 8,6 prestiti per iscritto - e 1,7 milioni di presenze (dato 2015). Se consideriamo che, sempre stando al rapporto Ocp, nel 2016 poco più di un piemontese su dieci non ha partecipato a un evento culturale, non è andato al cinema, non ha letto giornali o libri, la performance delle biblioteche civiche merita una riflessione più approfondita. Hanno saputo trasformarsi da mero punto di consultazione a luoghi per attività diffuse a favore della popolazione, soprattutto quella più economicamente svantaggiata.

Le 19 biblioteche diffuse capillarmente in Torino, per esempio, offrono servizi e corsi ad hoc per anziani, bambini e i molti stranieri che vivono in città.

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