Torino al ballottaggio - intervista a Chiara Appendino

In vista del ballottaggio di domenica 19 giugno abbiamo intervistato la candidata sindaco Chiara Appendino, 32 anni, del movimento Cinque Stelle, che ha conseguito il 30,9% dei voti al primo turno nelle elezioni amministrative di domenica 5 giugno. Pubblichiamo, inoltre, le considerazioni dell'Appendino sui temi delle politiche per il Welfare, del lavoro e dell'immigrazione che abbiamo raccolto presso tutti i candidati sindaco alla vigilia delle elezioni

Parole chiave: elezioni (53), lavoro (167), Torino (730), immigrazione (42), welfare (11), candidato sindaco (3), ballottaggio (5), 19 giugno (2)
Torino al ballottaggio - intervista a Chiara Appendino

Al primo turno elettorale Chiara Appendino, candidata Sindaco del Movimento Cinque Stelle, ha conseguito il 30,9% dei voti: 118.273 mila preferenze personali. L’unica lista collegata nel voto per il Consiglio Comunale (Cinque Stelle) ha raccolto 107.680 voti, affermandosi come primo partito cittadino (30,01%).

Chiara Appendino, dove recupererà i 42 mila voti che la distanziano da Piero Fassino? Il centrodestra e la Lega valgono 70 mila preferenze, la sinistra estrema e le piccole liste 25 mila…

Chiedo il voto a tutti quelli che apprezzano il nostro programma, al di là dello schema destra-sinistra. Punto a recuperare anche quanti non mi hanno votata al primo turno, anche chi non è andato a votare: sottopongo loro i grandi temi su cui intendiamo lavorare, a partire dal contrasto della disoccupazione e della sicurezza.

Quale differenza dovrebbero cogliere i torinesi nella sua candidatura rispetto a quella di Fassino?

Credo che dopo 20 anni di Amministrazioni caratterizzate in un certo modo gli elettori colgano facilmente l’alternativa di idee nuove, espresse da persone nuove. Si intende: non le mie idee personali, ma quelle che stanno maturando nel Movimento Cinque Stelle.

Il Movimento richiama spesso l’attenzione sulla novità delle idee e dei candidati. Fassino ha invece posto l’accento sull’importanza di un’esperienza amministrativa solida, collaudata. Come valuta questa prospettiva del suo concorrente?

Il tema non è solo l’esperienza, ma il contenuto dei programmi, che invito gli elettori ad approfondire. Anche sul fronte dell’esperienza, comunque, credo che la mia candidatura insieme al Movimento Cinque Stelle abbia qualcosa da dire: c’è la mia vicenda professionale, l’esperienza maturata nel precedente Consiglio Comunale, il lavoro svolto fino ad oggi dai Cinque Stelle per la città.

Quale ritiene che sia, in questo momento, la principale ricchezza/risorsa di Torino?

Il sistema delle piccole e medie imprese, con il suo patrimonio di conoscenza e di lavoro organizzato.

Quale la principale povertà?

La disoccupazione giovanile.

Quale messaggio rivolge a migliaia di giovani disoccupati?

Lavoreremo perché non siano costretti ad migrare fuori Torino, magari fuori dall’Italia, per cercare lavoro.

Cosa può fare il Comune?

Azioni concrete: abbiamo annunciato come primo passo, da subito, l’istituzione del fondo di 5 milioni di euro a sostegno dell’inserimento dei giovani nelle piccole e medie Imprese. Affiancheremo le imprese perché accolgano i giovani al termine del loro percorso di formazione: occorre garantire un passaggio lineare dal sistema della formazione a quello del lavoro.

Il Welfare comunale fatica a tenere il passo della crisi economica, anche perché il Comune stesso ha un problema: 5 miliardi di debiti, che paralizzano il Bilancio. Avrebbe dovuto essere questo, a nostro giudizio, un tema centrale della campagna elettorale, ma si è sentito poco. Come pensa di affrontarlo?

Il primo passo sarà condurre una ricognizione del nostro quadro finanziario, per misurare l’esatto contorno dei problemi. Il secondo passo: avviare una ampia riforma delle aziende partecipate dal Comune. Complessivamente si tratta di liberare risorse dal Bilancio per destinarle alla popolazione. Sul breve periodo, come ho detto, ci sarà l’attivazione di un fondo da 5 milioni, ottenuto tagliando i portaborse e dirigenti nominati dal Sindaco e dalla Giunta.

Sul lungo periodo?

Sappiamo perfettamente che la sfida del risanamento finanziario è difficile, sarà molto impegnativa.

Quali ricette avete in mente?

È proprio con le situazioni difficili che deve misurarsi la politica. Posso dire che sarà necessario operare anche scelte di discontinuità rispetto ai metodi usati fino ad oggi.

Queste le considerazioni di Chiara Appendino sui temi del welfare, del lavoro, dell'immigrazione.

Domanda della Voce del Popolo: Le casse del Comune sono in rosso, anche i servizi di assistenza alle fasce deboli stanno scricchiolando. Quali prospettive per il Welfare?

Chiara Appendino: Ci impegneremo a trovare nuove formule che partiranno dalla razionalizzazione della spesa, per trovare qualche risorsa in più, fino alla partecipazione a bandi europei e anche nazionali. Ci sono varie iniziative nazionali, come il fondo per la povertà che sta per essere varato. E poi occorre ripensare ai lavori socialmente utili e a sistemi di sussidio correlati a forme di restituzione, come le banche del tempo.

Domanda della Voce del Popolo: Decine di migliaia di giovani senza lavoro a Torino, città in testa alla triste classifica della disoccupazione. Come intervenire?

Chiara Appendino: Il tasso di disoccupazione giovanile a Torino è alto e non è accettabile perdere le competenze, l’entusiasmo e la fiducia dei giovani. Noi abbiamo lanciato la proposta di costituire un fondo da 5 milioni di euro, grazie ai risparmi che avremo tagliando i portaborse e dirigenti nominati dal Sindaco e dalla Giunta, per inserire i giovani nelle Piccole e Medie Imprese. Bisogna riportare al centro delle priorità dell’Amministrazione il lavoro. Guardiamo anche con interesse anche al mondo dell'innovazione sociale e alle start up e nel nostro programma abbiamo inserito il supporto agli incubatori di secondo livello e uno sportello per i fondi europei a disposizione del territorio.

Domanda della Voce del Popolo: Immigrazione, accoglienza profughi, campi nomadi: le cronache descrivono una Torino in emergenza. Quale risposte nel suo programma di governo della città?

Chiara Appendino: Occorrerà certamente potenziare strumenti come il pronto intervento minori e il sistema delle strutture di accoglienza. Ma anche pensare a fare sistema con gli attori del privato sociale che lavorano su questi temi a Torino. In tempi di risorse scarse più forze si riescono a mobilitare, fermo restando la regia e il sostegno della pubblica amministrazione, più si riesce a realizzare, anche partendo da situazioni difficili. Il nostro modello di sussidiarietà orizzontale crediamo sia l’orizzonte verso il quale dobbiamo guardare.

Domanda della Voce del Popolo: Le casse del Comune sono in rosso, anche i servizi di assistenza alle fasce deboli stanno scricchiolando. Quali prospettive per il Welfare?

Chiara Appendino: Ci impegneremo a trovare nuove formule che partiranno dalla razionalizzazione della spesa, per trovare qualche risorsa in più, fino alla partecipazione a bandi europei e anche nazionali. Ci sono varie iniziative nazionali, come il fondo per la povertà che sta per essere varato. E poi occorre ripensare ai lavori socialmente utili e a sistemi di sussidio correlati a forme di restituzione, come le banche del tempo.

Domanda della Voce del Popolo: Decine di migliaia di giovani senza lavoro a Torino, città in testa alla triste classifica della disoccupazione. Come intervenire?

Chiara Appendino: Il tasso di disoccupazione giovanile a Torino è alto e non è accettabile perdere le competenze, l’entusiasmo e la fiducia dei giovani. Noi abbiamo lanciato la proposta di costituire un fondo da 5 milioni di euro, grazie ai risparmi che avremo tagliando i portaborse e dirigenti nominati dal Sindaco e dalla Giunta, per inserire i giovani nelle Piccole e Medie Imprese. Bisogna riportare al centro delle priorità dell’Amministrazione il lavoro. Guardiamo anche con interesse anche al mondo dell'innovazione sociale e alle start up e nel nostro programma abbiamo inserito il supporto agli incubatori di secondo livello e uno sportello per i fondi europei a disposizione del territorio.

Domanda della Voce del Popolo: Immigrazione, accoglienza profughi, campi nomadi: le cronache descrivono una Torino in emergenza. Quale risposte nel suo programma di governo della città?

Chiara Appendino: Occorrerà certamente potenziare strumenti come il pronto intervento minori e il sistema delle strutture di accoglienza. Ma anche pensare a fare sistema con gli attori del privato sociale che lavorano su questi temi a Torino. In tempi di risorse scarse più forze si riescono a mobilitare, fermo restando la regia e il sostegno della pubblica amministrazione, più si riesce a realizzare, anche partendo da situazioni difficili. Il nostro modello di sussidiarietà orizzontale crediamo sia l’orizzonte verso il quale dobbiamo guardare.

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