Referendum costituzionale: si discutono le ragioni del no

Alla Fabbrica delle E un dibattito con Giancarlo Caselli e Giulio Cavalli in vista della consultazione che si terrà in autunno

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Referendum costituzionale: si discutono le ragioni del no

Questo autunno saremo chiamati a votare a favore o contro la riforma costituzionale attraverso lo strumento del Referendum. Nella giornata di ieri (19/07) “Possibile”, il partito creato da Giuseppe Civati dopo la fuoriuscita dal PD nel 2015, ha organizzato la prima tappa torinese del #tourricostituente che si pone l’obbiettivo di diffondere le ragioni del No alla riforma Renzi-Boschi. L’evento si è svolto nella cornice della Fabbrica delle “e”, sede centrale del Gruppo Abele di Don Ciotti. Di fronte ad un pubblico tutto sommato vasto, calcolando anche la giornata particolarmente calda, si sono confrontati l’ex magistrato Gian Carlo Caselli e l’attore di teatro ed ex politico Giulio Cavalli.

 

Le argomentazioni contro la riforma costituzionale partono da Giulio Andreotti, che viene chiamato in causa da Guido Cavalli dicendo: “…ricordare che un uomo di tale potere è stato seduto ai tavoli della criminalità organizzata serve a riconoscere i nuovi Andreotti.” quella criminalità organizza che prosegue l’attore “…non ama l'idea di corrompere tanta gente, non è nel suo interesse. È una questione puramente economica: economia di soldi, energie e relazioni. Più potere al presidente del consiglio, più potere a meno persone”. Interviene successivamente Caselli, denunciando la totale mancanza di condivisione della riforma costituzionale, diventata invece uno strumento di scontro tra le parti, oltre che una carta che favorirebbe una democrazia “non più fondata sul primato dei diritti, ma sul primato della maggioranza politica del momento”. E in questo senso ci viene in aiuto anche il “contributo di Alexis De Tocqueville”, che più di un secolo fa mise in guardia dal pericolo di una “Tirannia della maggioranza”. L’ex magistrato conclude la sua arringa contro la nuova costituzione spiegando che oltretutto è “scritta male, letteralmente e tecnicamente”.

 

Nella parte conclusiva dell’incontro abbiamo chiesto, superando le divergenze tra le due parti, come si può spingere i cittadini a votare in massa a questo referendum, dati i recenti cali dell’affluenza alle urne. Caselli ha risposto “…C'è un aneddoto: due italiani stanno emigrando via mare e scoppia una tempesta. Uno dei due è preoccupato di andare a picco, l'altro risponde: che mi importa, la nave non è mica mia. Ecco, noi oggi stiamo facendo come quello che si preoccupa, ed è l'unica risposta: la partecipazione, la discussione, perché siamo tutti sulla stessa barca.”

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