Città della Salute perchè si farà

Il Direttore generale descrive a come Torino sia necessario dare compimento al nuovo polo ospedaliero nella zona del Lingotto

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Città della Salute perchè si farà

Fa ormai parte della letteratura «sanitaria» l’inadeguatezza strutturale dell’Ospedale Molinette, costruito nel lontano 1935 ed oggi non idoneo per essere pensato come sede di un futuro modello di sanità, che deve presentarsi con nuovi percorsi terapeutici, tecnologie avanzate, grandi spazi per la ricerca e la didattica. La ragione per cui il Piemonte deve dotarsi, e con urgenza, di un nuovo ed avanzato polo ospedaliero e di ricerca (Parco della Salute, il progetto che sta prendendo forma in zona Lingotto) è racchiusa in questa riflessione: non solo la necessità di avere un nuovo ospedale, moderno ed accessibile, ma soprattutto l’ambizioso progetto di poter erogare, nella nuova sede, una sanità di eccellenza, in grado di intercettare e sviluppare le innovazioni, in grado di gestire le nuove frontiere della salute, valorizzando le molte professionalità ed i settori che già fanno del Piemonte una regione all’avanguardia, entrando in una competizione internazionale che già oggi sta selezionando i centri di riferimento per le patologie più importanti.

A mio parere, la strada fin qui percorsa permette di raggiungere con ragionevole fiducia e conseguentemente certezza di realizzazione gli obiettivi futuri, da quelli più immediati in termini di programma fino all’obiettivo finale, che è l’attivazione del nuovo «Parco della Salute» presso l’ex area industriale Fiat Avio in via Nizza. Ciò non vuol dire nascondere le difficoltà di percorso, ma significa considerare il lavoro degli ultimi due anni un ottimo punto di partenza e stimolo.

I passi già compiuti. Merita richiamare le azioni che sono state avviate a partire dall'autunno 2014, le tappe che hanno segnato il percorso, lo «stato dell’arte» odierno che consente una valutazione positiva sulla strada futura:

1) Nel marzo 2015 è stato sottoscritto il protocollo d’intesa tra i soggetti istituzionali coinvolti nell’operazione: Regione Piemonte, Comune di Torino, Università di Torino ed Azienda Città della salute e della Scienza. Con tale atto, di rilevante significato politico, si è voluto evidenziare l’impegno non formale delle istituzioni verso la realizzazione di un’opera fondamentale per lo sviluppo della realtà regionale, definendo altresì l’area per la nuova collocazione (Fiat Avio) e l’impegno sui tempi operativi;

2) Si è proceduto alla immediata costituzione di due organismi tecnico / politici (Cabina di regia, Segreteria tecnica), che attraverso costanti confronti, hanno consentito la predisposizione dei documenti tecnici, fondamentali per la definizione dello studio di fattibilità.

3)  Il 23 dicembre 2015 è stato approvato dalla Regione lo studio di fattibilità e sono stati immediatamente avviati i rapporti con i Ministeri competenti: Salute ed Economia.

4)  L’attività svolta nei mesi successivi ha portato all’approvazione, in data 27 aprile 2016, presso il Nucleo di Valutazione del Ministero della Salute, dello studio di fattibilità e del conseguente finanziamento (circa 250 milioni di euro), sbloccando fondi, dormienti da anni in assenza di progetti credibili.

Nuova rete sanitaria. La breve ricostruzione temporale sottolinea la strada fatta ed i risultati raggiunti con il lavoro di collaborazione tra istituzioni, ma merita sottolineare come nel frattempo, dalla data di approvazione dello studio da parte del Nucleo, non si sia perso tempo e si sia lavorato per definire documenti, indispensabili per la seconda fase del progetto e riguardanti aspetti essenziali, quali l’impatto ambientale del futuro polo ospedaliero in zona Lingotto, la logistica e la viabilità, le ulteriori bonifiche dell’area, il piano di trasferimento, i raffronti tra esigenze energetiche odierne e future. Non solo, ma nel frattempo l’Azienda Ospedaliero - Universitaria, sulla base delle disposizioni regionali in materia di nuova rete ospedaliera, ha riorganizzato la propria rete dei servizi che, fermo rimanendone la qualità (oggi la Città della Salute è ai vertici nazionali per livello di assistenza) e la quantità (si sta lavorando sull’efficientamento), deve progressivamente corrispondere al disegno complessivo della nuova Città della Salute, ricomprendente Parco ed attuale Cto ristrutturato, ed alla futura articolazione della rete provinciale e cittadina.

Due i prossimi passaggi:

 La definizione del Disegno urbanistico, che deve ricomprendere nell'insieme l'area attualmente occupata dagli ospedali e la futura sede

 La predisposizione dell’organizzazione e delle procedure per l’indizione dell’appalto

Sono indiscutibili il valore fondamentale dell’opera e le ricadute attese, considerando che non si sta parlando solo di un nuovo ospedale, ma di un polo sanitario ed universitario integrato. Gli effetti derivanti dalla realizzazione del Parco della Salute saranno plurimi e rivolti in varie direzioni che riguarderanno lo sviluppo economico, le ricadute sociali ed urbane. Per rimanere all’ambito sanitario e tenendo presenti i cambiamenti che nei prossimi anni interesseranno in maniera radicale il settore, credo che la realizzazione del Parco consentirà di avere:

 una sanità più efficiente;

 uno sviluppo significativo nella ricerca clinica, di base e traslazionale, nel campo delle biotecnologie, nei settori delle nanotecnologie e delle innovazioni strumentali;

 uno sviluppo dell’economia e dell’industria collegata ai settori sopraindicati, con vantaggi indubbi per il territorio piemontese;

 la presenza altamente qualificata, grazie a strutture e professionisti, della nostra Regione nei campi più avanzati della genomica, della robotica, della medicina di precisione e predittiva.

Tre ragioni di ottimismo. È una scommessa? Sì, ma ormai con buone basi e concrete prospettive. Tre motivi corroborano l’ottimismo:  le professionalità presenti, medici, ricercatori, infermieri, che credono nel progetto di una sanità sempre più avanzata, anche nei processi organizzativi e di sviluppo, e soprattutto sempre più attenta alla persona;  il lavoro fin qui fatto, che non permette più nemmeno l’idea di un ripensamento o di un rallentamento (si pensi alla fatica di raggiungere risultati di eccellenza in un contesto difficile come le Molinette);  il programma per i mesi futuri, già denso e con scadenze impegnative.

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