Bilancio di Torino, salvo con i soldi dei poveri?

Polemica - Gli introiti derivanti dall'estinzione dell'Ipab, come ha dichiarato l'Assessore Rolando, utilizzati per far quadrare i conti

Bilancio di Torino, salvo con i soldi dei poveri?

Si iniziano a delineare i contorni della contestata chiusura del Bilancio consuntivo 2016 del Comune di Torino, che da lunedì 26 giugno sarà probabilmente in discussione in Sala Rossa dopo l’approvazione della Giunta. E sono pessime notizie per il settore dell’assistenza e per gli interventi a favore degli indigenti della città. A comunicarlo alla Commissione politiche sociali, che chiedeva conto degli introiti derivanti dall’estinzione dell’Ipab Buon Pastore (vincolati a spesa socio-assistenziale), è stato martedì 20 giugno l’assessore al Bilancio, Sergio Rolando: «I quattro milioni e 380mila euro di liquidità derivanti da quell’operazione sono serviti a chiudere l’esercizio 2016; sono state coperte le spese del Comune, ma senza rispettare il vincolo sociale: una scelta politica che poggia sul vincolo di pareggio di bilancio».

La minoranza in Consiglio comunale ha contestato duramente la scelta, «avvallata dall’assessore alle Politiche sociali», dicono i consiglieri di opposizione. «I soldi destinati ai poveri sono serviti per chiudere il bilancio della città», ha commentato amaramente Eleonora Artesio, Torino in Comune - La Sinistra, «gli amministratori hanno ignorato il vincolo e destinato i fondi a spese non vincolate e non essenziali». Molto critica la consigliera Elide Tisi (Pd), prima firmataria della mozione in cui si chiedeva conto alla Giunta del rispetto del vincolo sociale: «è gravissimo che i lasciti Ipab vengano utilizzati per far quadrare i conti: si tratta di risorse aggiuntive a quelle del normale bilancio sociale, è un vero e proprio furto all’assistenza».

Mentre i consiglieri 5 Stelle si trincerano dietro alle difficoltà di chiusura di Bilancio, la preoccupazione è sul destino di altri consistenti beni ex Ipab: gli immobili del Buon Pastore (decine di alloggi e negozi e l’isolato fra corso Regina e via Moris, dove ha sede l’assessorato alla Sanità) e l’Istituto Carlo Alberto, la cui gestione è stata messa a gara dal Comune per una cifra di 14 milioni di euro (base d’asta) che sembra alle battute conclusive. In proposito l’ex assessore comunale all’Assistenza, Giuseppe Bracco, aveva sollevato poche settimane fa dalle colonne di questo giornale un appello a difendere il lascito dell’assistenza torinese rispettando il vincolo sociale di quelle risorse. «Quegli introiti devono essere tracciati e utilizzati correttamente», osservano le associazioni di tutela degli utenti come il Csa, che si è battuto per l’estinzione del Buon Pastore, «difficoltà tecniche e impedimenti di bilancio sono pretesti illegittimi».

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