TORINO

Appendino primo anno, difficile anniversario

Dopo piazza San Carlo e il primo rimpasto della Giunta 365 giorni dopo la vittoria grillina

Parole chiave: torino (730), chiesa (665), città (139), appendino (13), giunta (2), amministrazione (20)
Appendino primo anno, difficile anniversario

Un anniversario molto difficile quello che il sindaco di Torino Chiara Appendino celebra in questi giorni, un anno dalla vittoria elettorale del 19 giugno 2016. Dopo i tragici fatti di piazza San Carlo – 1.500 feriti – ha seguito l’esempio del Prefetto Renato Saccone e si è scusata con i torinesi, ma la sua squadra di governo appare in grande difficoltà: due giornali «amici», Stampa e Corriere della Sera, stanno sparando colpi di cannone sul principale collaboratore di Appendino, il capo di gabinetto Paolo Giordana, esterno ai Cinque Stelle, indicato come ostacolo al proseguimento di quella «concordia istituzionale» (grillini e Confindustria insieme, Appendino in tandem con Chiamparino) che ha tenuto solidamente in piedi il Sindaco fino a poche settimane fa.

Ai piani alti di Palazzo Civico queste non sono certamente giornate di concordia. Tuonano le opposizioni guidate dal Pd ma, cogliendo l’occasione di piazza San Carlo, anche il movimento di Grillo sta puntando i piedi, accusa l’Amministrazione di camminare nella direzione sbagliata, mette in dubbio proprio il metodo dell’alleanza con ambienti economici e politici lontani dai Cinque Stelle: i grillini (24 consiglieri su 40) vorrebbero avere molto più peso nella stanza dei bottoni. I giornali della grande industria sembrano temere questo scenario, tirano dalla parte opposta, stanno indicando le poltrone da far saltare per non mettere in discussione la tenuta del Sindaco e il sostegno di cui gode negli ambienti della finanza e dell’impresa.

Appendino si è dimessa dal proprio ruolo di assessore alla Sicurezza, al Decentramento, alle Manifestazioni Culturali. Stefania Giannuzzi, assessore tecnico all’Ambiente, è stata rimossa per cedere il posto a un grillino doc, Alberto Unia. Basteranno questi giri di carte per calmare le acque?  Non è detto, specie dopo il duro giudizio della Corte dei Conti rispetto al Bilancio comunale e dopo la sconfitta elettorale dei Cinque Stelle alle Amministrative di domenica scorsa in tutt’Italia, una botta  che potrebbe spingere il movimento a rilanciare i propri toni «rivoluzionari».

Il caso Torino è particolare. A prescindere dalla vicenda di piazza San Carlo il nodo di fondo, quello che sta venendo al pettine dopo un anno di rodaggio, è la difficile sostenibilità dell’alleanza costruita attorno ad Appendino mettendo insieme tutto e il contrario di tutto: i comitati che si battono contro i centri commerciali e la lobby degli ipermercati; i cartelli No Tav e gli industriali che promuovono la Tav; i gruppi contrari al cemento e i costruttori; i teorici delle privatizzazioni e quelli dello statalismo… Spetta al Sindaco compiere scelte di campo, senza le quali accredita la sensazione di limitarsi a galleggiare.

Il pesantissimo incidente di piazza San Carlo è stato letto da molti osservatori proprio come una espressione della mancanza di governo. Se n’è scusato il Prefetto prima del Sindaco perché le responsabilità sono diffuse (indaga la magistratura, anche il Consiglio comunale ha attivato una Commissione d’indagine), ma è logico sollevare dubbi sull’efficienza della catena di comando municipale, che  in piazza San Carlo è parsa molto traballante. Ce lo domandavamo già quando i battelli Valentino e Valentina naufragarono durante l’inondazione del Po: possibile che nessuno avesse avuto l’idea di mettere le imbarcazioni all’asciutto? i tecnici comunali non sapevano, oppure non furono interrogati dai politici, oppure non suggerirono il semplice accorgimento? Ce lo domandiamo di nuovo questa volta: chi doveva sollevare il dubbio che fosse pericoloso vendere bottiglie di vetro in piazza San Carlo? a chi doveva essere segnalato questo pericolo? chi doveva suggerire di organizzare vie di fuga? insomma, la collaborazione fra i livelli tecnici e politici esiste o non esiste?

È possibile che un anno impiegato da Appendino a trasferire funzionari e dirigenti da un ufficio all’altro, per chiudere con l’era Fassino, abbia lasciato qualche falla, qualche malumore, qualche fatica a collaborare. Varrebbe la pena di ammetterlo – fosse così – per correggere il tiro ed evitare che la macchina si incagli ancora. Gestire l’azienda comunale è complesso, ma è il vero compito che un Sindaco dichiara di saper svolgere quando assume l’incarico.

Tutti i diritti riservati

Attualità

archivio notizie

16/02/2018

La biblioteca personale di Carlo Donat-Cattin

La riunificazione di migliaia di volumi per continuare a studiare, vita, pensiero e azione politica del leader democratico cristiano in vista del centenario della nascita

16/02/2018

Meditazione sul Crocifisso

La riflessione dello psichiatra e psicoterapeuta per il Venerdì Santo 2016. Perchè interrogarsi fino in fondo

16/02/2018

Chiesa e mass media, un'alleanza necessaria

Parte il Master di Giornalismo voluto da mons. Nosiglia per operatori pastorali e della comunicazione 

16/02/2018

Milioni di volti

Negli sguardi dei più disperati e poveri l'amore di Gesù Cristo