Bra: turismo e cultura nel futuro della città

Focus – intervista al sindaco Bruna Sibille: «un binomio vincente, anche grazie alla forte collaborazione tra pubblico e privato»

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Bra: turismo e cultura nel futuro della città

di Andrea Ciattaglia

Città natale di san Giuseppe Benedetto Cottolengo, Bra è oggi una cittadina di quasi trentamila abitanti, che negli ultimi decenni si è affermata come sede di manifestazioni di richiamo internazionale, soprattutto in ambito enogastronomico.
Sindaco Bruna Sibille, quali le iniziative e le azioni per mantenere questa vocazione della città di Bra?

Per le opere di trasformazione urbanistica la città è esclusa dai finanziamenti del Piano periferie nazionale, ma va detto che qui le dimensioni del Comune rendono molto meno grave la separazione fra periferie e centro, che può essere raggiunto a piedi in un quarto d’ora al massimo. Il nostro lavoro è orientato al recupero puntuale di situazioni di dismissione di aziende, anche se qui la crisi non ha comportato pesanti chiusure di grandi insediamenti e necessità di riqualificazioni estese, salvo un caso. 

Quale?

Il nostro progetto di recupero dell'area ex-Faber (stabilimento di abbigliamento femminile) in strada san Matteo. Abbiamo approfittato delle disposizioni del decreto sviluppo del 2011 ed è stato realizzato con capitali privati in tempi considerati molto rapidi con l’insediamento di un polo commerciale nel 2015.

Quali sono ad oggi le prospettive per il futuro della città di Bra, su quali settori stanno puntando amministrazione e privati per lo sviluppo della città?

Bra ha visto negli ultimi quindici anni una forte crescita del turismo, grazie anche alla collaborazione fra amministrazione, Ascom, Confartigianato e Slow Food, che mantiene a Bra il proprio centro di gravità. Non solo la manifestazione Cheese, ma la Fiera di Pasquetta, Da cortile a cortilee tante manifestazioni culturali sull'intero arco dell'anno, fra le quali cito il Salone del Libro per ragazzi. Ci siamo impegnati a favorire questa crescita anche con numerosi interventi di riqualificazione sia del centro e della zona commerciale che di alcune aree a corona del centro stesso, ampliando la zona a traffico limitato e lavorando molto per la mobilità sostenibile.

Dove trovare le risorse per questi progetti?

Oggi nessun Comune può fare significativi investimenti con risorse proprie. Ci siamo specializzati nella partecipazione a bandi (europei, nazionali e regionali, ma anche delle Fondazioni bancarie), nei quali quasi sempre ci aggiudichiamo un finanziamento, grande o piccolo che sia. Io ritengo, inoltre, che occorra saper valorizzare il patrimonio comunale anche mediante la partecipazione di capitale privato, conservando sempre come Comune la decisione strategica sugli indirizzi.

Il sistema dei trasporti sulla linea ferroviaria Alba-Bra e in generale del collegamento di Bra con le linee di trasporto ha registrato soppressione di corse e servizi negli scorsi mesi, le proteste e i disagi dei viaggiatori sono esplicite. Qual è la posizione del Comune?

Stiamo vivendo tutti un periodo molto complicato per la tratta Alba-Bra, mentre la nostra linea verso Torino è discretamente affidabile. Abbiamo contatti continui con Trenitalia e Rete ferroviaria italiana-Rfi, e vigiliamo costantemente perché nessuno sottovaluti i disservizi. Non dimentichiamo però che l'estensione del Servizio ferroviario metropolitano verso Alba ha rappresentato un forte impulso all'uso del treno su questa tratta, che assume (salvo nei momenti di disservizio) le caratteristiche di un vero e proprio sistema di trasporto di area vasta metropolitana.

bruna sibille

Quali sono le sollecitazioni più frequenti che ricevete dai cittadini in difficoltà?

Il problema di fondo è sempre quello del lavoro, non si scappa. Sia per chi lo ha perso (soprattutto in una serie di aziende medio-piccole), sia per chi ha difficoltà ad entrare sul mercato del lavoro, parlo dei giovani. In secondo luogo le difficoltà sono presenti nel trovare casa a prezzi accettabili, dato il costo sproporzionato (e la carenza dell'offerta) degli alloggi in affitto.

Che risposte riesce a dare il Comune?

Per il lavoro, riusciamo ad intervenire nelle situazioni più gravi con borse lavoro e tirocini di varia natura, sia con lavori temporanei presso il Comune stesso, sia facendo opera di intermediazione rispetto ad aziende private. La nostra politica socio-assistenziale opera sempre per evitare erogazioni monetarie prive di prospettive (salvo casi estremi), ma coinvolgendo sempre un impegno diretto dei soggetti deboli. Un altro fattore importante per noi è la collaborazione con il sistema dell'assistenza legata alle parrocchie (molto attive in città), alla Caritas e ad altre associazioni di volontariato.

FOTO NUOVA

La Cittadella della Carità

di Stefano Di Lullo

Nel cuore di Bra c’è la «cittadella della carità». Nei locali della parrocchia San Giovanni Battista, nell’ex casa parrocchiale (via Vittorio Emanuele II 107), ecco il luogo di accoglienza delle fragilità dove le quattro parrocchie di Bra (Unità pastorale 50), la città e i servizi sociali, con il sostegno delle fondazioni bancarie, in sinergia si fanno carico di singoli e famiglie che vivono nel disagio, in particolare per l’emergenza abitativa.

Il progetto della Cittadella, attivo dal 2014, ogni anno si amplia sempre più per reagire alla crisi con la fraternità dando risposte concrete, soprattutto attraverso il metodo dell’Agorà del Sociale, proposto dalla Chiesa torinese, che pone proprio nel dialogo la risorsa principale della comunità.

Ogni settimana quasi mille persone passano dal cuore della carità di Bra. Un centro di ascolto che accoglie e accompagna 660 nuclei familiari, una mensa diurna che confeziona 30 pasti a pranzo, il progetto innovativo dell’Emporio sociale, il banco alimentare, la distribuzione di farmaci e abbigliamento, due alloggi adibiti ad housing sociale per mamme sole con bambini, altre formule di ospitalità nei locali parrocchiali per due famiglie bisognose e ulteriori due alloggi abitati da micro-comunità di quattro uomini ciascuna.

C’è poi la formula innovativa di un grande orto nel giardino della Cittadella, dove trovano lavoro persone accompagnate dalla Caritas cittadina, i cui prodotti vengono poi utilizzati a favore della mensa e dell’emporio sociale. «Tutti i servizi che come comunità offriamo», sottolinea il parroco di San Giovanni Battista don Gilberto Garrone, «si basano sul valorizzare e animare le risorse che il territorio ha già e che proprio nei periodi di crisi manifestano il loro valore. Tutte le risposte alle domande di aiuto si trovano nella città stessa, è necessario dunque creare una rete che ora è incarnata nella Cittadella».

Ed ecco quindi il patto che tutta Bra ha stretto per «non passare oltre», per non lasciare nessuno sulla strada e nell’indifferenza, ma ridonare a ciascuno la dignità e la possibilità di ricostruirsi una vita. «Lo scopo del progetto», evidenzia il moderatore dell’Up 50 don Giorgio Garrone, «è quello di riportare il povero al centro della dimensione comunitaria della vita cristiana, valorizzando la cura delle relazioni umane. Un nuovo modello di carità che intende coordinare i vari interventi in un’ottica di promozione umana attraverso la creazione e la valorizzazione di reti di solidarietà».

Oltre alla Cittadella tutte le case parrocchiali delle parrocchie braidesi hanno avviato progetti di accoglienza di persone nella fragilità. A Sant’Andrea è accolto un giovane migrante, a Bandito (parrocchia Assunzione di Maria Vergine) c’è un’housing sociale per due famiglie in emergenza abitativa, a Sant’Antonino una comunità per disabili psichici gestita dalla cooperativa Alberto Abrate. Forte anche l’attenzione sulla Pastorale giovanile attraverso due oratori cittadini, uno per l’area nord a Madonna dei Fiori e uno per l’area sud a Sant’Andrea dove il nuovo centro oratoriano, dopo i lavori di ristrutturazione, verrà inaugurato a gennaio. A Sant’Andrea, in particolare, è presente un centro aggregativo diurno per minori gestito dalla parrocchia in rete con i servizi sociali cittadini dove tutti i pomeriggi vengono seguiti ragazzi minorenni appartenenti a famiglie che vivono situazioni di precarietà e disagio. 

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