A Torino tagli alle materne, cinquemila bambini discriminati

Sconcerto nelle scuole paritarie - Ridotti di un quarto i contributi economici del Comune a istituti che accolgono 5.500 bambini, battaglia in Sala Rossa per correggere la manovra 

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A Torino tagli alle materne, cinquemila bambini discriminati

Con un durissimo colpo d’ascia ai bilanci delle scuole materne Fism (56 istituti cattolici, cui si affianca la scuola ebraica) venerdì 24 marzo la Giunta Appendino ha annunciato un taglio del 25% al contributo economico per le materne convenzionate con il Comune di Torino: il budget erogato da Palazzo Civico nel 2017 per l’accoglienza di 5 mila bambini nelle paritarie calerà da 3 milioni di euro a 2 milioni 250 mila. È il peggior trattamento mai riservato alle materne Fism da quando, 40 anni fa, le Amministrazioni Porcellana e Novelli chiesero che queste scuole collaborassero con la Città per assorbire  i bambini in esubero dagli asili municipali. L’ultimo taglio dei contributi è stato del 10% ad opera della Giunta Fassino nel 2015, parzialmente reintegrato nel 2016.

La quadratura del Bilancio comunale 2017 ha messo alla prova la  squadra del nuovo Sindaco Chiara Appendino, le fragilità della finanza locale sono oggettive e molto pesanti, stanno imponendo varie economie, ma rivalersi sulla scuola dell’infanzia convenzionata è come sparare sulla Croce Rossa: le materne paritarie non sono un costo, ma un immenso risparmio per il Comune di Torino che versa un contribuito di  600 euro l’anno per ogni bambino iscritto alle paritarie, mentre ne spende 6 mila per ogni iscritto alle municipali. Il colpo d’accetta annunciato venerdì scorso ha suscitato l’indignata protesta della federazione Fism e delle opposizioni in Consiglio Comunale. Quattordici parroci gestori di scuola e l’Arcivescovo Nosiglia hanno inviato una lettera aperta all’Appendino.

Sarebbe logico che nelle prossime settimane il confronto fra i numeri portasse a un ripensamento del pesantissimo taglio: per 5 mila bambini delle paritarie, che le scuole comunali non sono in grado di accogliere, lo sforzo economico di Palazzo Civico è 3 milioni di  euro; per 7.900 iscritti alle comunali questo impegno supera i 40 milioni. Davvero 3 milioni sono troppi? Per 5 mila bambini? Non è un trattamento discriminante quello che riconosce la mancanza di posto nelle scuole comunali, dirotta i bambini nelle materne paritarie ma poi impone alle famiglie maggiori spese (prevedibili rincari delle rette d’iscrizione fino a 130 euro l’anno) mentre le tariffe delle comunali non vengono toccate? Cosa accadrebbe se le materne paritarie fossero un giorno costrette a chiudere caricando sul Comune 5 mila bambini?

L’assessore all’Istruzione Federica Patti giustifica il taglio del budget con l’assoluta mancanza di risorse. «La quadratura del bilancio dell’Assessorato all’Istruzione è stata particolarmente difficile», spiega la Patti, «avevamo risorse ridotte e abbiamo cercato di operare valutando la situazione nel suo complesso. Se avessimo tagliato i fondi alle scuole comunali saremmo stati costretti a chiudere molte sezioni, forse anche alcune scuole; siamo riusciti a limitare il taglio nelle scuole dell’infanzia per il 25% del budget delle attività estive. Il taglio dei contributi alle scuole dell’infanzia paritarie, per quanto doloroso, si tradurrà in un rincaro delle rette pari a 150 euro, circa 15 euro al mese, che comunque rispetto alle scuole comunali e statali sono detraibili fiscalmente: è un’azione che, nella difficoltà della situazione, ci è sembrata la più sostenibile nell’ottica di un sistema integrato». Per correggere i tagli di bilancio (quello che interessa le scuole, ma anche un taglio di 5 milioni al bilancio della Cultura ed altre sforbiciate in vari settori della macchina comunale) l’assessore Patti e il sindaco Appendino hanno annunciato l’intenzione di cercare nuove risorse economiche nei prossimi mesi.

Luigi Vico, presidente provinciale della Federazione Italiana Scuole Materne - Fism, protesta duramente per il giro di vite sulle paritarie, «un gesto che discrimina le famiglie per le quali il Comune non trova posto nelle scuole municipali. Per alcune delle nostre scuole, perdere 10-15 mila euro di contributi è un colpo mortale: se vogliono reggere saranno costrette ad alzare le quote d’iscrizione. La Fism non intende subire passivamente. Sabato 1 aprile si riunirà in assemblea per valutare azioni di protesta e reazioni concrete. Chiediamo un ripensamento da parte del Comune, e anche maggiore chiarezza: le detrazioni fiscali non devono essere indicate come privilegio delle scuole paritarie, valgono anche per le materne comunali».

Le opposizioni di centro sinistra in Consiglio Comunale annunciano battaglia. Lunedì scorso, all’avvio dell’esame della manovra finanziaria nelle commissioni di Palazzo Civico, hanno firmato congiuntamente un comunicato di protesta Monica Canalis, Claudio Lubatti e Elide Tisi del Pd, Silvio Magliano dei Moderati e Francesco Tresso della Lista  Civica per Torino: «Appendino aveva dichiarato che eventuali tagli sui servizi essenziali sarebbero stati lineari, invece quelli annunciati non toccano le scuole comunali, generando nei fatti una discriminazione tra i bambini che vanno alle paritarie e quelli che frequentano le comunali. Chiederemo il ripristino delle risorse per garantire la certezza del servizio alle famiglie torinesi e ai 500 lavoratori impiegati nelle paritarie».

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