A Torino, il ricordo di due intellettuali esploratori del sapere

Nell'arco di tempo che abbraccia '800 e '900  e sfiora il nuovo millennio - come  ha notato la prof.ssa Grazia Marchianò, moglie di Elémire -, i due intellettuali esplorano vasti e molteplici ambiti tra arte e cultura. Tale complessità é emersa dagli interventi che hanno preceduto lo scoprimento della targa, durante la cerimonia nella vicina biblioteca "Italo Calvino".

Le doti e la passione di Venanzio, nato a Londra nel 1880 e formatosi all'Accademia Albertina (sotto Marchisio, Gilardi e Grosso) sono ricordate dal presidente Fiorenzo Alfieri. La fama del pittore cresce con le mostre di Torino, Londra, e alla Biennale di Venezia, ed è confermata con opere non convenzionali ai musei di Vigevano, Aja e Lima. Del suo garbo , del modo di lavorare schivo parla il giornalista e critico d'arte Angelo Mistrangelo, che riferisce di tele "amabili, espressione di grande raffinatezza".

Dolores Rossi Zolla ricorda l'interno della casa e l'atmosfera magica, con la sigaretta del nonno sempre accesa, tra odore aspro di acquaragia e  macchie di vernice. Rivede lo zio Elémire, talvolta al pianoforte o che dipinge, sempre immerso negli innumerevoli libri e nella scrittura. Opere confluite in un lungo elenco e presentate dall'editore Enrico Tallone, che con orgoglio aggiunge: "Fummo chiamati a esporre nel 1993 nel Convegno sull'Estetica tra le università di Tokio-Kioto e Siena-Arezzo, coniugando libro, estetica e spirito". Sottolinea che quello sguardo penetrante si è alzato da Torino, scenografia straordinaria per contrasti. Tale poliedricità èanche raccontata da Grazia Marchianò,estetologa e orientalista,  curatrice di  varie monografie del marito.

Appropriate le parole del vicepresidente del Consiglio  Silvio Magliano: scoprire la targa per risalire a persone che onorano la Città.