A Leinì è nato Omar: riparte la speranza per la Siria

Il primo nato del 2017 all'ospedale di Ciriè è figlio di genitori ospitati nella parrocchia Ss. Pietro e Paolo di Leinì giunti in Italia con i corridoi umanitari promossi dalla Comunità di Sant'Egidio 

Parole chiave: Leinì (2), accoglienza (23), profughi (55), Siria (29)
A Leinì è nato Omar: riparte la speranza per la Siria

Era atteso per il 24 dicembre, invece è stato il primo bimbo nato nel 2017 all’ospedale di Ciriè. Ma per Omar, 3420 grammi, venuto alla luce alle 5.51 del primo gennaio non è l’unico primato. È infatti il primo bimbo nato da una famiglia siriana ospite di una parrocchia della diocesi arrivata in Italia con i corridoi umanitari promossi dalla Comunità di Sant'Egidio e la Federazione delle Chiese evangeliche in Italia con la collaborazione dell'Operazione Colomba, corpo civile di pace dell'Associazione Papa Giovanni XXIII che dal 2014 opera nei campi profughi ai confini con la Siria.

«È un bimbo bellissimo», commenta Daniela Gravino che con il marito Renzo Marcato coordina per la parrocchia dei Santi Pietro e Paolo di Leinì, guidata da don Pierantonio Garbiglia il progetto di accoglienza, «ֿe la sua nascita è per noi tutti un segno che ci rafforza nell’impegno di sostenere la sua famiglia nel cammino intrapreso qui nel nostro paese per vivere lontani dalla violenza, dalla persecuzione, dagli orrori della guerra che per molti anni hanno sofferto».

I genitori di Omar, Ahmad e Ketham  erano arrivati a Leinì con altri 8 familiari nella notte del 29 febbraio scorso insieme a loro: il fratello di Ahmad, Yayha con la moglie, sorella di Ketham e i loro due bimbi di un anno mezzo e 4 anni, due sorelle audiolese, un fratello disabile e un nipote ventenne. 

Dieci persone in tutto,  musulmani sunniti, fuggiti dalla Siria alla ricerca di pace e serenità. «Quella serenità», prosegue Daniela, «che oggi dopo questi primi 10 mesi con noi possiamo davvero cogliere nei loro volti e nelle loro parole di gratitudine e che la nascita di Omar conferma: sono scappati da un presente senza speranze e ora con un nuovo bimbo che accresce la famiglia, scommettono ancora sul futuro».

E a rendere possibile questa scommessa, la comunità parrocchiale di Leinì - che da un anno con il sostegno della Pastorale dei Migranti torinese accogliendo l'appello di mons. Nosiglia a offrire ospitalità e vicinanza ai profughi che arrivano in Italia per sfuggire a persecuzioni, guerre, povertà - si è attivata con un impegno a tutto campo. Prima la ristrutturazione di una casa della parrocchia trasformata in un alloggio con tre camere da letto, un bagno, un salotto e una cucina. Poi, all’arrivo dei 10 siriani, una gara di solidarietà per offrire loro tutto ciò di cui potevano aver bisogno, dai vestiti al cibo, e poi ancora una organizzazione articolata a cura di un gruppo di oltre trenta persone per avviare quel processo verso l’autonomia e l’integrazione che rientra nel progetto di accoglienza. Ecco dunque che parte dei volontari si è impegnata ad accompagnare i profughi nella trafila burocratica – non ancora conclusa – per avere i documenti necessari (dall’Isee allo stato di famiglia, al permesso di soggiorno). Altri hanno fatto da autisti per portare i vari componenti della famiglia ai corsi di italiano e le due sorelle sordomute alle lezioni della lingua dei segni. Il bambino più piccolo è stato inserito nella scuola materna del paese e al neo papà è stato trovato uno stage retribuito in una vicina fabbrica.

Poi tanti incontri amicali davanti a un the per far sentire il calore di una comunità e mitigare la malinconia per quanto lasciato in Siria, per la casa e gli affetti persi.

«Sono stati i volontari», aggiunge Daniela, «ad accompagnare Ahmad e Ketham la notte del 31 all’ospedale di Ciriè per il parto e nei mesi scorsi a portare la neo mamma a visite e controlli per la gravidanza. Poi ci siamo attivati e grazie al Cav di Gassino abbiamo la fornitura dei pannolini che servono per Omar, oltre a quelli che già ci donano per la cuginetta. A testimoniare infine l’affetto e la vicinanza verso questa famiglia sono arrivate in pochissimo tempo carrozzina, tutine e tutto quello che può servire al piccolo. Tanti contributi per sostenere anche questa nuova vita che ci ricorda che l’accoglienza di chi soffre costa fatica e sacrifici ma porta sempre frutti di gioia e speranza per tutti».

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