Marguerite l'ossessione dell'arte e del denaro

MARGUERITE                                                                               (Francia, 2015)

Regia: Xavier Giannoli

con Catherine Frot, Christa Théret, André Marcon.

Parole chiave: film (67), recensione (32), valperga (15)
Marguerite l'ossessione dell'arte e del denaro

“Marguerite”, scritto, diretto e sceneggiato (con Marcia Romano) da Xavier Giannoli, è una commedia romantico tragica in costume che a volte sfiora il grottesco, tuttavia è una film da non perdere perché è splendidamente interpretato da Catherine Frot, ha una fotografia ottima di Glynn Speeckaert, una scenografia accurata e rigorosa di Véronique Melery e una sapiente regia che sa suggerire, al momento opportuno, le dovute riflessioni.

Il film è molto liberamente ispirato alla vita di Florence Foster Jenkins, soprano americana che fu notissima perché non sapeva cantare e, cocciuta come un mulo e convinta di avere un enorme talento, comunque si esibì per oltre trent'anni riscuotendo talvolta successo senza badare alle risate del pubblico.

Su di lei uscirà un film USA che, stando alle cronache, dovrebbe essere di un crudo realismo. Invece “Marguerite” è altra cosa, spalmato di miele amarognolo e triste, ma pur sempre miele è.

La baronessa Marguerite è ricchissima, generosa e buona, vive per l'Arte, quella con la a maiuscola e si illude di essere una grande cantante, un soprano dalla voce paradisiaca, invece è stonata e il suo canto è melodioso come quello di una cornacchia. Ha sposato per amore Georges Dumont, gli è devotissima, dedica a lui tutta se stessa e la sua arte.

Dumont evita ogni sua esibizione canora, comunque la illude perché ha bisogno dei suoi soldi e, come lui, tutti la coprono di menzogne per non dover perdere la vacca da mungere.

Siamo nella Parigi del 1921, nel dopo Grande Guerra, e la città pullula di vita, arte, musica, fermenti culturali e sociali. L'ambiente ideale per Marguerite che, indotta da un altro bel gruppetto di parassiti, comincia a sognare un debutto in un teatro vero, dopo tutti gli anni passati a cantare nella sua splendida residenza, stonando per un gruppo ristretto di falsi amici interessati.

Marguerite si esibisce per beneficenza, sostiene che “i soldi non sono importanti, l'importante è averli”, vive ingenuamente il suo sogno d'amore, ma poco alla volta apre gli occhi sino al triste finale. Un film interessante, terribilmente malinconico.

 

                                                                                              

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