Le spie dei giorni nostri

SPY    (USA, 2015)

Regia : Paul Feig

Con Melissa McCarthy, Rose Byrne, Miranda Hart.

Parole chiave: film (67), recensione (32), america (16)
Le spie dei giorni nostri

Paul Feig, regista di “Spy”, è noto alle cronache mondane americane per la sua eleganza inappuntabile, abito classico di ottimo taglio, giacca cravatta gilet Panama o Borsalino a seconda della stagione, occhiali serissimi e papillon quando ci vuole. Altrettanto inappuntabile è il suo stile di regia in “Spy”, preciso come un orologio svizzero, sostenuto da un montaggio da videoclip e da un'ottima fotografia.  “Spy non è una parodia alla Mel Brooks – ha dichiarato Feig – dei film di James Bond, ma un vero film di spionaggio con tanta azione”, parole che ricordano  un pochino l'abilità di Tayllerand  nell'affermare qualcosa per far capire il contrario al buon intenditore.

Infatti “Spy”, malgrado tutta la sua azione versata senza risparmio e misericordia, appare come una farsa grottesca esattamente ricalcata sugli stereotipi della saga di James Bond, licenza di uccidere inclusa. Unica differenza, oltre all'assenza delle Bond Girl  decorative e di contorno, è che, nel film, si parte dalla CIA e non dai servizi segreti di sua maestà britannica.

In questa storia sconclusionata le spie americane sono in totale agitazione: è in atto unìoperazione delicata e importante, di quelle che hanno in gioco la salvezza del pianeta.  Gli 007 in servizio attivo e sempre in gara per il posto da primo della classe devono recuperare un terribile ordigno nucleare, una superbomba che un boss malavitoso bulgaro si è procurato passando sopra a parecchi cadaveri, un'arma letale prenotata dai ceceni.

Per far andare avanti il film fanno fuori anche lui, così Rayna la sua bella e spietata figlia lo sostituisce.  A darle la caccia sarà un'agente cicciottella e, ovviamente, abilissima, che ha lasciato il lavoro di insegnante per andare incontro all'avventura che, tra inseguimenti, doppiogiochisti, belle città d'Europa, si trasforma in gaga da cinema muto ben congegnate e completamente al femminile, perché gli agenti maschi sono relegati in secondo piano e fanno la figura dei citrulli.

Al pubblico l'ardua sentenza..

                                                       

Arte e mostre

archivio notizie

17/04/2017

Quando non si costruisce futuro

NON E' UN PAESE PER GIOVANI                        (Italia, 2017)

Regia: Giovanni Veronesi

Con Sara Serraiocco, Filippo Scicchitano, Giovanni Anzaldo

19/12/2016

La rinascita dell’arte moderna. L’esempio della Galleria d'Arte Moderna

L'esposizione "Dalle bombe al Museo: 1942-1959..." a cura di Riccardo Passoni e Giorgina Bertolino da una idea di Carolyn Christov-Bakargiev

14/11/2016

Nella Francia profonda vite tra speranze e illusioni

SAINT AMOUR   (Francia, 2016) Regia: Benôit Delépine, Gustave Kervern con Gérard Depardieu, Benôit Poelvoorde, Céline Sallette

01/11/2016

A Torino jazz e letteratura un bel binomio

Un itinerario artistico culturale tra note e poesia al Cafè des Arts