ll giornalismo tra pace e guerra

Una giornata di studi, lo scorso 14 novembre, al quale hanno preso parte studiosi, giornalisti e operatori che operano nel mondo della comunicazione intitolata alla memoria di Gabriella Poli

Parole chiave: pace (90), guerra (63), giornalismo (13), sereno regis (2), ricerca (15)
ll giornalismo tra pace e guerra

Il 14 novembre al Centro Studi "Sereno Regis" di Torino, nel secondo anniversario, intenso il ricordo della giornalista Gabriella Poli, prima capocronista italiana: nella messa  e nel seminario "Giornalismo di pace". Don Livio Demarie ha raccontato, nella  sala multimediale a lei intitolata,  i tratti salienti di una vita: grinta e dolcezza- frutto di preparazione, sofferenza e solitudine-, amore alla vita e desiderio di fare bene. Denso di stimoli e riflessioni il pomeriggio, vivace per dibattiti, relazioni ed esperienze. In apertura il professor Nanni Salio, presidente del Centro,ha riflettuto sui comportamenti conflittuali e la trasformazione del conflitto con il dialogo, in empatia e creatività, partendo dalla lezione dei grandi maestri di pace e nonviolenza, in particolare Johan Galtung. La giovane ricercatrice De Michelis ha offerto orientamenti del Giornalismo di guerra (verso violenza, propaganda, élites,vittoria) e di pace (verso conflitto, verità, persone, soluzione). Volge lo sguardo alle relazioni internazionali Luigi Bonanate, indaga tra le sue strutture, manipolazioni, segreti e conseguenze.Come lui,ribadisce l'importanza dell'ideologia Mimmo Candito.

Sallio Rolandi Martinengodef

Però ribalta lo scenario tra cattivo e buon giornalismo, che contestualizza, oltre l'apparenza, in costante ricerca di mediazione, su fonte documentata. “L'opinione pubblica quando è bene informata è la corte suprema della società”. Risale ad esperienze personali M.T.Martinengo che spesso intreccia cronaca locale e conflitti, tra divergenze volte in  compresenze. Notizia che non genera allarmismo e invita invece all'attiva responsabilità è nel ”Comunicare il cambiamento climatico” di Ferrara, Iapicca e Luca Giusti ovvero i “Re-Media”, che mettono in guardia da insidie e violenze del web. Servirebbe una contro informazione per porre rimedio alla mancata mediazione, su ciò che è vero e coò che è falso e soprattutto agire sulla notizia in funzione della liberazione e dell'emancipazione dell'uomo e non al suo sfruttamento e subalternità alle ragioni del mercato. Infine Luca Rolandi intervenendo sul tema “Giornalismo cattolico e pace”, ha parlato dello stretto rapporto tra spiritualità e violenza, sullo sfondo del movimento ecumenico e il movimento cattolico per la pace. Tra personaggi isolati e profetici, come don Primo Mazzolari e don Lorenzo Milani fino alla svolta del Concilio e il messaggio di pace, ispirato dal Vangelo di Giovanni XXIII, con la Pacem in Terris e la pastorale della pace di Giovanni Paolo II fino all'azione attuale di papa Francesco. Ha infine ricordati testimoni critici e incisivi, come Domenico Sereno Regis e Danilo Dolci e richiamat la figura di mons. Luigi Bettazzi e il movimento Pax Christi e le voci coraggiose del giornalismo cattolico e missionario. Ancora una volta i l”lavoro ben fatto” di Gabriella  ha aperto finestre e attività sul bene  e dunque la pace nella notizia.             

   

 

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