Videogiochi, la scuola del futuro?

Una proposta che può sembrare paradossale, lanciata dalla Scuola di Palo Alto e ribadita in un recente simposio a Milano: l’utilizzo del videogames in classe come sussidio didattico, a supporto delle tradizionali materie di studio

Parole chiave: videogames (1), didattica (1), scuola palo alto (1)
Videogiochi, la scuola del futuro?

In molte scuole americane pc e tablet stanno quasi per diventare strumenti di archeologia didattica. Perché sempre più spesso la lezione in classe si fa con consolle quali Xbox 360 o Playstation 4. In queste aule, infatti, le lezioni con i videogiochi si chiamano avventure. E anche se le materie fondamentali, dalla matematica alla storia, sono le stesse previste dal programma, vengono affrontate all’interno di classi interdisciplinari, dove i ragazzi, lavorando in gruppi, studiano chimica e fisica manovrando una navicella spaziale e riflettono sulle questioni etiche con i godgames, giochi che hanno per protagonisti divinità greche, nordiche o addirittura inventate.

 Jordan Shapiro, autorevole docente di filosofia a New York, è favorevole all’uso dei videogiochi in aula per ridurre la competizione troppo basata su test, quiz e verifiche. Questa eco didattica sta sfiorando anche l’Europa. In Spagna e in un liceo di Tivoli i professori di storia e arte hanno spiegato la Rivoluzione francese scegliendo come sussidio didattico la celebre saga videoludica Assissin’s Creed. Godendo di scenografie in ricostruzione digitale si segue la “narrazione aperta” di Robespierre in chiave meno libresca, più intrecciata, visivamente ed emozionalmente, alle dinamiche di tanti altri personaggi e situazioni della Parigi attraversata dagli sconvolgimenti di fine Settecento.

«Così è possibile mantenere più a lungo, rispetto a una lezione frontale, l’attenzione selettiva, che si dilata includendo molti più stimoli rispetto a quelli che si sarebbero appresi durante metodi di studio tradizionali. Perché imparare video-giocando ottimizza il pensiero strategico, la capacità di analisi interpretativa e di organizzare progetti», ha spiegato Enrico Banchi, esperto di neuroscienze, durante l’incontro «A lezione con i videogiochi»che si è tenuto a Milano il 23 febbraio scorso presso Scuola di Palo Alto. Facciamo un passo indietro: quando si studia ci vengono fornite nozioni che dobbiamo sapere, ma diventa un problema personale acquisire un sistema per tenere a mente il materiale proposto. «Una delle tecniche-base per la memorizzazione è quella di creare associazioni, di ambientare il materiale da archiviare nella “sezione ricordi” facendo riferimento a paradossi, colori, atmosfere, azioni», aggiunge Banchi, «ma se immaginiamo di vivere realmente le scene che stiamo studiando, se proviamo a ricostruirle con tanto di sfumature ed emozioni, sarà davvero difficile dimenticare certi contenuti di storia, geografia, scienze».

leggi l'articolo completo su «il nostro tempo» di domenica 08 marzo

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