Torino fa trenta, per un Salone che supera i confini

Dopo la fiera di Milano da domani e fino a lunedì 22 maggio torna la kermesse della vera "capitale" del libro

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Torino fa trenta, per un Salone che supera i confini

Dopo tanta attesa, dopo tante chiacchiere, polemiche e rischi di «attacchi» esterni, l’edizione numero trenta del Salone del Libro di Torino, in programma dal 18 al 22 maggio, è finalmente ai nastri di partenza. È un Salone che, nei fatti, va «Oltre il confine», come recita il suo tema generale, scavalcando festosamente il perimetro della tradizionale e ricca offerta editoriale (al Lingotto) per sconfinare nell’intera città.

I numeri della fiera parlano di 45 mila metri quadri di superficie espositiva: circa 11 mila i metri quadri commerciali (più 10 per cento rispetto allo scorso anno) occupati da 424 titolari di stand (nel 2016 erano 338), a cui si sommano i nove stand dei progetti speciali. Complessivamente saranno 1.060 le case editrici, con circa 1.200 appuntamenti sparsi sulle trenta sale a disposizione del pubblico. La Toscana sarà la regione ospite, i tre stand internazionali saranno per Cina, Romania e Marocco.

Il filo conduttore «Oltre il confine» si apre e si articola in numerosi rivoli e percorsi tematici, con autori e protagonisti della scena culturale italiana e internazionale. A cominciare dal viaggio virtuale negli Stati Uniti con la sezione «Another Side of America»: ci saranno il premio Pulitzer Richard Ford, in dialogo con Sandro Veronesi (sabato 20); Jonathan Lethem (domenica 21), la poetessa  Claudia Rankine(giovedì 18); padre Alejandro Solalinde, prete di strada, nemico dei narcotrafficanti e impegnato nella difesa della dignità dei migranti latinos di transito dal Messico agli States (giovedì 18).

Poi le donne che stanno cambiando il mondo, protagoniste della sezione «Solo noi stesse»: la drammaturga e attrice francese  Yasmina Reza (venerdì 19); Lidia Ravera, in dialogo con Lella Costa ed Elena Loewenthal, su come «abitare il tempo senza permettergli di fare di noi quello che vuole» (sabato 20); Luciana Capretti, con Monica Guerritore e Farian Sabahi, su «La jihad e le donne» (venerdì 19).

Quindi i reading di «Festa mobile»: circa ottanta scrittori leggono i passi dei propri testi preferiti sia negli spazi del Lingotto, sia in luoghi tra i più disparati e talvolta insoliti della città. A partire da mercoledì 17 maggio, alle 22.30, quando il balcone di Palazzo Madama in piazza Castello ospiterà Eugenio Allegri con la sua lettura da «Il nome della rosa» di Umberto Eco, per passare alle letture a 150 metri d’altezza nel cielo di Torino sulla mongolfiera di Borgo Dora, dove ogni giorno più ascensioni accoglieranno una ventina di persone, pari alla capienza dell’aerostato. A spargersi nel vento saranno le parole di Guido Catalano, alle prese con «Un amore» di Dino Buzzati, di Marcello Fois, che legge «Cuore» di Edmondo De Amicis.

Non meno inusuale per una lettura è il sommergibile «Andrea Provana», lungo il Po al parco del Valentino, che vedrà Bruno Gambarotta cimentarsi con «Ventimila leghe sotto i mari» di Verne. Ma anche il Mercato della carne di Porta Palazzo, la Galleria Umberto I, un tram storico, l’Osservatorio astronomico di Pino Torinese, oppure diversi musei come quelli di Antichità, della Montagna, del Cinema, del Risorgimento, l’Egizio, la Pinacoteca Agnelli, il Mao e ancora l’Accademia delle Scienze e la Biblioteca di Villa Amoretti.

Per affacciarsi sul futuro ci sono poi gli appuntamenti de «L’età ibrida», ovvero il rapporto fra la scienza e le discipline umanistiche che è uno dei tratti caratterizzanti della cultura del Novecento; per conoscere ed apprezzare l’Italia che risorge dal terremoto c’è «Il futuro non crolla»; per riconsiderare il vero valore del cibo e dell’alimentazione si animano gli spazi di «Gastronomica»; per l’arte e l’illustrazione di grandi maestri tocca a «Match-Letteratura vs arte»; per confrontarsi con la letteratura di frontiera si esplorano i «Romanzi impossibili»; per trovare settantuno festival culturali italiani basta frequentare la vetrina del «Superfestival»; e ancora: lo spazio «Music’n’Books»; la quiete de «L’isola del silenzio»; i propri figli e nipoti a giocare nel «Bookstock Village»; «Narrazioni Jazz» e l’International Book Forum; Lingua Madre e Matera 2019; J.R.R. Tolkien e Stephen King.

È un Salone che si fa evento al di là dei padiglioni del Lingotto e dei suoi orari di apertura (ben più del passato), perché il Salone si dilata popolando Torino con incontri, concerti, esibizioni, feste. È il «Salone Off», dopo la chiusura dei padiglioni della fiera alle 20: la musica sarà protagonista nel nuovo quartier generale dell’intrattenimento, il Note-Book, un’area appositamente concepita all’interno della piazza pubblica dell’Ex Incet di via Cigna 96, esempio di archeologia industriale restituito alla comunità nella prima periferia torinese. L’area per l’occasione sarà raggiungibile da Porta Susa e Porta Nuova con navette gratuite (andata e ritorno, dalle 20 alle 2 del mattino) di Bus Company messe a disposizione dal Salone del Libro e dal Comune.

Non c’è che dire: come al solito, ci sarà da divertirsi (www.salonelibro.it).

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