Resilienza, la forza di ripartire

Intervista - Il saggio dello specialista Sergio Astori

Parole chiave: resilenza (1), volume (1), libro (39)
Resilienza, la forza di ripartire
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Ormai entrato nel linguaggio comune, il termine «resilienza»  indica la capacità umana di superare un'avversità, un trauma, una tragedia, uno stress. Sergio Astori, psichiatra e docente in Scienze sanitarie e formative all’Università Cattolica, ha recentemente pubblicato un saggio sull’importante argomento, «Resilienza – Andare oltre: trovare nuove rotte senza farsi spezzare dalle prove della vita» (ed. San Paolo, Cinisello Balsamo 2017, 144 pagine, 16 euro). Come avverte l'autore, la resilienza non va intesa tanto come qualcosa di immutabile, quanto come un processo di cambiamento: non si tratta di resistere a un evento negativo senza cadere, quanto piuttosto di cadere e poi rialzarsi, rigenerandosi. E le storie di chi è caduto e poi si è rialzato, abbandonando rabbia e recriminazioni e rinunciando al ruolo di vittima, costituiscono le tappe del viaggio con cui il lettore è condotto a esplorare i contorni di questo concetto.

Prof. Astori, si parla molto di resilienza, ma non la si riesce a definire. Lei quale chiave di lettura ha provato a dare?

Nella letteratura psicologica «resilienza» è una parola che si usa da circa 40 anni. É una competenza con parecchie sfaccettature, molto lontana dalle definizioni che spopolano oggi, secondo cui si tratterebbe dell'abilità di arrangiarsi di fronte ad una difficoltà o di resistere a una prova. «Resilienza» é molto di più. É il risultato dell'incontro tra la naturale capacità di rimettersi in gioco e contesti amicali e sociali che sostengano grandi e bambini nella ripresa da un trauma, perché da un tunnel quasi mai si esce da soli.

Perché la resilienza è diventata così importante nella società contemporanea?

L'intero «viaggio» del libro è attraversato da un filo rosso: è resiliente chi vive sulla propria pelle la scoperta che non si nasce, non si muore, non si soffre da soli. In un tempo di immense solitudini e di continui sconvolgimenti, è vitale la capacita delle persone e delle comunità, ma anche della società umana e dell'intero pianeta, di assorbire gli shock e di riorganizzarsi e rigenerarsi trovando nuove soluzioni insieme a qualcuno.

Resilienza come rinascita. Come condizione vitale dell'umano. Da quale ottica è partito per la costruzione del saggio?

Volendo raggiungere non solo gli specialisti del settore, mi sono dato come compito di narrare reali esperienze di vita, su cui poi riflettere. Mi sono messo in ascolto e ho riportato le sorprendenti vicende di persone che hanno trovato nuove strade di costruzione di sé in contesti dove era poco meno che impossibile sfuggire ad un destino già disegnato, come quando si cresce nelle strade controllate dalla criminalità organizzata o in regioni del mondo dove già le bambine e i bambini sono vittime dei signori della guerra.

Biologie e psiche, equilibrio e frattura, cosa ci insegna la resilienza?

Non c'è da stupirsi che la «resilienza» abbia a che fare con tutti i piani dell'essere umano, da quello fisico a quello sociale, dalle vicende storiche a quelle simboliche, perché, quando ci accorgiamo di possederne e di poterla esercitare, torniamo ad avvertire una pienezza di umanità. Al vento delle prove che rischia di far smarrire le uniche vie di realizzazione che ci sembrava d'avere, si oppone un vento nuovo che viene da un cuore non più spaventato dall'incontro autentico con se stessi e con gli altri, e che, riconosciuti i limiti ma anche riconquistata la fiducia, ci mette in cerca di nuove e più interessanti rotte.

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