«Radici» e noi

Torna il programma della Rai curato dal giornalista e documentarista torinese. Un modo per conoscere la società multurculturale e i nuovi cittadini delle nostre comunità

Parole chiave: format (2), radici (4), televisione (6), intercultura (1), immigrazione (42)
«Radici» e noi

Olena Kharachko è emigrata in Italia per amore della musica. Canta, e anche bene. Basta andare nella chiesa di San Lorenzo, la domenica mattina: Oto Perillo all’organo, lei alla voce, e le messe sono sempre più affollate. Chi canta prega due volte, si dice.

Ecco la passione per l’Italia, ad Olena, è nata proprio dalle note di uno spartito. E’ nata quarant’anni fa a L’viv, Leopoli, nell’Ucraina occidentale, a poca distanza dal confine con la Polonia. Terra di mezzo, la sua: non solo l’Ucraina, il granaio d’Europa, cuscinetto fra la Russia e l’Europa dell’Ovest, ma proprio la sua regione, che non a caso è stata dominata da polacchi, austroungarici, turchi e russi. Olena è figlia di tutte queste culture, ma anche un po’ della nostra. Fin dai suoi primi vent’anni, che ha trascorso felicemente a Leopoli. Ha vissuto la fine dell’Unione Sovietica ed i primi vagiti di libertà dal comunismo. Prima e dopo Olena ed i suoi concittadini ascoltavano, fra gli altri, Adriano Celentano, Al Bano e Romina, Toto Cotugno, ma soprattutto Verdi e Bellini, Rossini e Donizetti. E lei era felice ogni volta che poteva affacciarsi alla sala degli specchi dello splendido Teatro dell’Opera di L’viv, per poi godersi lo spettacolo. Fra una Carmen e uno Schiaccianoci, Olena sognava l’Italia, la patria della cultura, e cantava, cantava, cantava. Un bel giorno, il sogno diventa realtà. Un amico cantante la invita a Napoli. Lei non se lo fa dire due volte. Parte per trascorrere l’estate con lui fra amici, mare e canto. Passano le settimane, i mesi e Olena decide che questa è la sua terra. Anche se deve fare i conti con la dura realtà: nel Bel Paese l’Opera ha meno dignità che in Ucraina. Passano gli anni, Olena scopre e si innamora di Torino, oltre che di un uomo con cui convive ormai da anni. Anche qui continua coltivare la passione per il canto: lo pratica in chiesa e nei caffé, lo insegna, lo vive.

Olena è una migrante, fa parte di quell’8,3 per cento della popolazione italiana che l’Istat ha registrato nel «Bilancio demografico nazionale». E’ arrivata in Italia con il pullmino, il mezzo più usato dagli ucraini che vivono nel Bel Paese. Da qualche anno però, quando si parla di migrazioni, si pensa solo a Lampedusa, alla via balcanica, ai profughi che dal nord Africa o del Medio Oriente cercano di entrare clandestinamente dalle varie coste del Mediterraneo. Centinaia di migliaia di persone, disperate, protagoniste del più grande esodo dal dopoguerra, di cui giustamente i media riferiscono ogni giorno nelle pagine di cronaca, spesso nera. In realtà, la gran parte di quegli oltre 5 milioni di immigrati registrati dall’Istat in Italia, è arrivata in treno, in auto, in aereo o in pullmino, come Olena. E non fa notizia. E’ anche per questo che l’immagine dei migranti è così negativa: l’informazione su un fenomeno che va raccontato, come i drammi di Lampedusa, copre del tutto le storie e le vite di tutti gli altri migranti. E’ così che nasce il mito dell’invasione.

Nel 2014 l’Istituto Ipsos Mori ha svolto un’indagine a livello europeo, sulla percezione del fenomeno migrazioni. E’ emerso che gli italiani pensavano che nel nostro Paese vi fosse un 30 per cento di migranti, allora il dato reale era meno di un quarto: 7 per cento. Ecco perché da quattro anni realizziamo un programma televisivo che va in onda su Rai 3, Radici. Viaggiamo con immigrate e immigrati regolari che vivono in Italia, da cui ci facciamo condurre nel loro Paese, per andare alla scoperta delle loro «Radici». Non è solo un modo per raccontare «L’altra faccia dell’immigrazione» (quei migranti che non hanno rappresentanza mediatica, quei Paesi e soprattutto quelle culture che spesso non conosciamo) ma è anche un modo per conoscere i nostri vicini di casa, i nostri concittadini, i cosiddetti «nuovi italiani». La conoscenza è il modo migliore per vincere la paura. E poi vogliamo conoscere le loro culture per capire meglio anche la nostra, perché si conosce per differenza. Solo mangiando gli spaghetti in India ho capito quanto sono buoni da noi...

Radici va in onda in seconda serata nei prossimi tre venerdì 17, 24 giugno e 1 luglio, su Rai 3. Siamo tornati a trovare alcuni protagonisti delle puntate degli anni scorsi, per vedere «com’è andata a finire» la loro storia, e magari la loro integrazione in Italia. Da metà settembre poi, torneremo con sei nuove puntate, alle 13 della domenica, sempre su Rai 3.

La protagonista di uno dei nuovi episodi di Radici doveva essere proprio lei: Olena. Poi, per vari motivi, siamo andati in Ucraina con Olha, che vive a Trento, anche lei originaria di Leopoli. Speriamo un giorno di poterci tornare, in Ucraina, magari con Olena. Guidati dai migranti che vivono in Italia, si può girare tutto il mondo, ce n’è almeno uno da ogni Paese del pianeta. Per il momento, Olena, ci guida tutti i giorni alla scoperta della nostra storia e della nostra cultura, con il canto, l’Opera, fra Verdi e Bellini, fra chiese e caffè. E dire che non fa notizia.

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