Ogni diritto è una persona

Presentato a Torino il Manuale dei Diritti Fondamentali e Desiderabili alla Fondazione Re Rebaudengo

Parole chiave: persona (5), prodi (1), bonanate (1), diritti (17), libro (39), manuale (2)
Ogni diritto è una persona

Il viaggio per l'Italia del Manuale dei Diritti Fondamentali e Desiderabili è iniziato il 12 ottobre 2013 presso la libreria all'Arco di via Emilia a Reggio. Sono passati 15 mesi fino a giovedì 29 gennaio 2015, giorno della presentazione del Manuale a Torino, presso la Fondazione Sandretto. Il Manuale era già stato a Torino, lo scorso inverno, al Circolo dei Lettori, dove si era parlato di «ritrovare il senso della catena di comunità» con Mariapia Bonanate, giornalista e scrittrice, allora direttrice de "il nostro tempo" e con il fondatore del Sermig Ernesto Olivero. In quei giorni era da poco scomparso l'indimenticabile Arnoldo Foà, uno dei 70 autori che compongono il Manuale, ma si era ugualmente trovata la forza di parlare di felicità, proprio grazie al diritto a fare felici gli altri.

Questa volta, in compagnia della curatrice Paola Severini, sono intervenute Flavia Franzoni Prodi, docente presso la Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Bologna e nuovamente Mariapia Bonanate, recentemente in libreria con il libro "I bambini della notte. Lacor. Una storia vera di guerra e di speranza nell'Africa equatoriale".

La presentazione inizia con un'introduzione di Patrizia Sandretto, che fa gli onori di casa introducendo il tema della serata: il diritto alla bellezza. La forza della bellezza è proprio il suo modo di arrivare al sociale attraverso il pluralismo culturale e l'educazione, per riscattare situazioni difficili. Così predicava anche Gianfranco Ravasi, prendendo a prestito nel Manuale il proclama di Dostoevskij: «La bellezza salverà il mondo».

Subito dopo la parola passa a Paola Severini, che riassume con parole altrettanto meravigliose il diritto alla bellezza: «Quello che cerchiamo di fare è raccontare il bene passando per il bello. E' straordinario che chi ha avuto tanto dalla vita possa restituire a chi ha avuto meno. Don Oreste Benzi diceva che i ragazzi disperati avrebbero dovuto bere da bicchieri di cristallo; in sostanza avrebbero dovuto avere il meglio, perché avevano visto il peggio».

Non presente tra gli autori del Manuale, ma a lungo corteggiata e poi pentita di non aver scritto il suo diritto, Flavia Franzoni Prodi, soprannominata simpaticamente Google: «La domanda che mi aveva fatto Paola era complicata, perché mi aveva chiesto di scrivere il diritto a fare i nonni. Ho guardato i miei nipoti e mi sono sentita paralizzata a sentenziare. Quando poi ho avuto il libro tra le mani mi sono pentita, perché ho visto quanti argomenti si incastravano tra loro. Ad esempio, parlando di diritto alla bellezza non si può non pensare al concetto di welfare culturale. Un modello di bene comune è la Fondazione Sandretto, perché la cultura migliora la qualità della vita. Altro diritto è quello alla salute, che è anche una responsabilità politica. Il filo conduttore del libro, infatti, è la dimensione di collettività e inclusione sociale, per formare una società più cooperativa e meno competitiva. Creare messaggi, creare bellezza, creare positività, questa è la forza del Manuale».

«In questo libro ogni diritto - riprende la parola Paola Severini - è una persona. L'Italia è un Paese cresciuto troppo in fretta e a volte si tende a dare per acquisiti i diritti, dimenticando che questi vanno conservati gelosamente, altrimenti andranno perduti». E' necessario combattere delle battaglie, proprio come ha fatto Mariapia Bonanate; lei che scrive come ama e che ha redatto il diritto alla salute: «In questi giorni vorrei ricordare Etty Hillesum, che durante la sua vita ha sempre ripetuto: la vita è bella. Non era retorica, perché niente potrà toglierci il senso della bellezza. Nessuna tirannia, nessun dolore, nessuna sofferenza. Lei diceva che siamo noi stessi a privarci delle cose migliori, per questo non ci sarà bellezza se non partirà da noi. Ogni giorno dobbiamo metterci in gioco per far sì che le parole diventino vita e crescere tutti insieme, perché l'esperienza che più mi ha cambiato in questi ultimi anni è stato il senso dell'accoglienza. I diritti vanno vissuti insieme agli altri, non sono isolati, sono una rete e in collegamento permanente. Per questo motivo il diritto alla salute da solo non ha senso di esistere, perché urla e chiede che prima vengano rispettati tutti gli altri».

Questo è quello che ha cercato di fare Paola Severini con il suo Manuale; ha creato una rete sociale, cercando di unire le persone giuste e raccogliendo personaggi fra i primi del proprio settore di competenza. Ha cercato di dimostrare, quindi, che prima dei doveri vengono i diritti, anche quelli non  sanciti (o non ancora) da Carte o Dichiarazioni. Il tema dei Diritti, infatti, è un tema in continua evoluzione, ma è importante sottolineare che a qualsiasi livello e per qualsiasi persona, in primo piano debba esserci la possibilità del bene comune. Il pensiero, in definitiva, che un mondo migliore sia possibile, concedendo a tutti identiche opportunità, riconoscendo il merito e cercando di cambiare certi riferimenti culturali ed educativi del nostro Paese.

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