Niaf e Museo della Sindone per la chiesa del Santo Sudario

Il Niaf (National Italian American Foundation) mercoledì 8 giugno ha inaugurato insieme all’Arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, un progetto di collaborazione con il Museo della Sindone di Torino.   

In occasione dell’incontro l’Arcivescovo ha benedetto una copia della Sindone, stampata su tela a grandezza naturale, quale dono del Museo della Sindone e della Chiesa torinese al Niaf, che ne studierà la collocazione nella chiesa degli italiani a Washington. 

La collaborazione, avviata dalla delegazione del Board di Niaf presente in Italia,  rappresenta un segno concreto di devozione alla Sindone, icona a cui tutto il mondo americano è profondamente legato. 

Il progetto, che prevede lo sviluppo dei lavori di restauro degli affreschi settecenteschi della chiesa torinese del Santo Sudario, rientra nel quadro del programma di collaborazione sul territorio tra la Regione Piemonte e Niaf, che ogni anno coinvolge una regione quale protagonista del proprio calendario di attività  e per il 2016  ha designato il Piemonte «Regione d’onore». 

All’incontro sono intervenuti Paolo Catalfamo, presidente Niaf Italia, Joseph V. Del Raso, chairman Niaf a Washington, Bruno Barberis, direttore del Centro internazionale di Sindonologia, Gianmaria Zaccone, direttore scientifico del Museo della Sindone, ed Elisa Rosso, segretario Generale del Centro Restauro della Venaria Reale e dell’Assessorato alla Cultura della Regione Piemonte.

«La Sindone è un’icona a cui tutto il mondo americano è storicamente legata» – ricorda Gian Maria Zaccone, storico, docente presso il pontificio Ateneo Regina Apostolorum e direttore scientifico del Museo della Sindone – «Non a caso il primo libro che affronta le problematiche scientifiche della Sindone, scritto a Parigi dal francese Paul Vignon, e dato alle stampe nel 1902, è stato contemporaneamente pubblicato anche in inglese a New York».  

La chiesa del SS. Sudario, dedicata alla Sindone, è  da questo punto di vista un punto di riferimento universale. La tradizione di pietà e devozione verso il Sacro Lino trova, quindi, in questa iniziativa di restauro una tangibile conferma. 

Affidato al Centro di Conservazione e Restauro de La Venaria Reale, il progetto di intervento riguarderà la Trasfigurazione di Cristo, dipinta nel 1734 dal pittore piemontese Michele Antonio Milocco e le inquadrature trompe-l’oeil  della volta a botte, opera del veneziano Pietro Alzeri. Capolavori barocchi, le decorazioni avevano il compito di alleggerire l’impianto austero della chiesa – a navata unica – progettata dall’ingegnere Ignazio Mazzoni, confratello della Congregazione del Santo Sudario, che l’aveva fatta costruire, tra il 1734 e il 1764, a servizio dell'Ospedale dei Pazzerelli, istituito e gestito dalla stessa Congregazione nel 1728.