INTERVISTA

La San Vincenzo oggi è la fantasia della misericordia

In occasione delle celebrazioni per i 400 anni del carisma vincenziano parla Giovanni Bersano, presidente delle Conferenze di San Vincenzo di Torino: l'impegno dei confratelli in un tempo di crisi 

Parole chiave: San Vincenzo (10), Giovanni Bersano (3), Torino (730), povertà (47), crisi (35)
La San Vincenzo oggi è la fantasia della misericordia
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La  San Vincenzo ha attraversato numerose «crisi» sociali, politiche, economiche e il suo «esserci» è stato caratterizzato dal principio di fraternità cristiana... Sempre, accanto all’aiuto estemporaneo, le Conferenze di San Vincenzo tendono all’elevazione e alla promozione umana, al contrasto delle discriminazioni e al sostegno spirituale dei fratelli in difficoltà. Certamente dal 2008 a oggi abbiamo moltiplicato, se possibile, il nostro fare ma non è venuta meno la consapevolezza di essere modesti strumenti di Carità e di Pace.

Giovanni Bersano, 60 anni, oncologo, docente, sposato, padre di due figlie e giovane nonno,  rivede come in un flash beach la grande recessione che ha attraversato il mondo.

Come è cambiata la geografia della Torino che fa più fatica?

Ha colpito tutti gli strati sociali e oltre ad accanirsi inevitabilmente su chi già era precario ha infierito significativamente sul cosiddetto ceto medio creando nuove povertà. Basti pensare alla drammatica condizione di chi ha perso il lavoro e alla difficoltà di ritrovarlo; alle conseguenze di indebitamenti ai quali non si può più far fronte, alle emergenze abitative ecc.

La trasversalità sociale della crisi ha cambiato Torino in modo significativo e sconcertante.

Come la fantasia della misericordia è riuscita a trasformare i vostri centri e a dare volti nuovi alla solidarietà? Da quando Federico Ozanam fondò le Conferenze nell’ottocento a Parigi i contesti sociali sono profondamenti  mutati e, almeno nel mondo Occidentale, i sistemi di Welfare pubblici si sono sviluppati e affermati salvo, oggi, avere seri problemi di sostenibilità degli stessi e di garanzia del loro universalismo. Il Carisma Vincenziano ha dovuto quindi adattarsi ai vari cambiamenti e adeguarsi alle sfide che via via si proponevano. Oggi noi Vincenziani dobbiamo essere sempre più aperti al «cambiamento»,  alla interazione e alla collaborazione con i Servizi Pubblici e col Volontariato laico e anche all’interno delle organizzazioni ecclesiali stesse. Si deve abbandonare senza rimpianto quella sorta di corporativismo che spesso affligge le organizzazioni con un glorioso passato per condividere risorse e progettazione con chi ha i nostri stessi fini, pur mantenendo, ovviamente, ben salda e aggiornata la nostra identità».

Che cos’è oggi la San Vincenzo? Quanti siete? Mai avuto crisi di volontari?

Le Conferenze di San Vincenzo a Torino sono 70, capillarmente distribuite sul territorio della città e della prima e seconda cintura, vi operano 775 Confratelli cui si aggiungono 170 Collaboratori e 67 Operatori carcerari; dunque oltre un migliaio di volontari che ogni giorno si prendono cura di oltre 9000 persone e circa 3200 nuclei familiari in difficoltà. Nel 2016 sono stati distribuite oltre 300 tonnellate di alimenti a più di 12.000 persone; la Boutique del povero provvede alla distribuzione di vestiario e continuano le assegnazioni di Borse Formazione Lavoro con un impegno economico non indifferente. I Confratelli dell’Associazione del Consiglio Centrale di Torino costituiscono il 60% dei Confratelli di tutto il Piemonte. In termini economici e politici direi una discreta potenza!

Non possiamo dimenticare, tuttavia, che come moltissime organizzazioni, dell’associazionismo cattolico in particolare, l’età media dei Confratelli è elevata e il ricambio generazionale spesso insufficiente. La sfida più immediata è il rinnovamento per  ridurre al minimo burocratizzazioni  inutili.

Ieri era carità, oggi è condivisione e solidarietà: questo vuol dire una vera e propria rivoluzione nei modi, nelle scelte, nella sensibilità, uno sforzo gigantesco  per traghettare la San Vincenzo e i suoi 400 anni di storia nel futuro: con quali difficoltà? Con quale entusiasmo?

Io direi Carità ieri, oggi, sempre. È nel Vangelo e non può essere annacquata o mistificata.

Penso che traghettare un’organizzazione come la San Vincenzo nel futuro sia una sfida prima di tutto alla nostra capacità di testimonianza cristiana e alla nostra capacità di promozione culturale sull’esempio del nostro Fondatore Federico Ozanam oltre che al fiducioso abbandono alla Divina Provvidenza.

Diocesi

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