A Torino Tommy Emmanuel maestro di chitarra "fingerstyle"

Grande debutto del musicista australiano il 2 ottobre al "Colosseo" primo appuntamento del tour italiano

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A Torino Tommy Emmanuel maestro di chitarra "fingerstyle"

Un vortice di note, chitarre, musica e allegria: è quello che promettono tutti i concerti di Tommy Emmanuel, sommo maestro della chitarra fingerstyle, ed anche questa volta la magia si è ricreata nel concerto torinese al teatro Colosseo, la sera del 2 ottobre, primo appuntamento del tour che porta il virtuoso australiano in dodici date italiane, l’ultima delle quali sarà a Roma il 16 ottobre. Organizza il tour nazionale, Ramone, e per la data torinese c’è anche Radar.

In apertura il proscenio è per lo special guest, Andy McKee, altro straordinario talento della chitarra, trentasettenne di Topeka, Kansas. La cifra stilistica è subito chiara: tocchi di virtuosismo raffinato e strabordante, la tecnica più complicata resa (apparentemente) facile, linee di basso costanti e percussioni sulla tastiera e sulla cassa. Fino a distillare ipnotiche seduzioni sonore. Partono i brani dal recente album di McKee, «Live Book», e si comincia da «Tight Trite Night», in una cavalcata che, un brano via l’altro, conclude il set dopo una quarantina di minuti. Applausi scroscianti da un teatro gremito.

Ora tocca a Tommy (solo il nome di battesimo, come lo chiamano i fan più devoti). Pochi minuti per preparare il palco e il «certified guitar player» australiano arriva. E non delude. Camicia rossa western smagliante, imbraccia la chitarra, simpatia contagiosa ed elettricità nell’aria, facilità disarmante nel fare le cose più complicate, grappoli di note a velocità supersonica. Insomma, non sarà solo un caso se lui «è Tommy Emmanuel». Master magician della chitarra, amico – tra i tantissimi con cui, nella sua precedente carriera di sideman, ha suonato – anche di Dodi Battaglia… Scherza, canticchiando «Amici per sempre» dei Pooh, «devo suonarvi qualcosa dei Pooh?». Naturalmente, no grazie, dicono i fan: Tommy prosegue così con il travolgente «Guitar Boogie» e la platea è già conquistata.

Sfilano gli stili – ballad, western, fingerpicking, country… - non c’è nulla di proibito per Tommy Emmanuel. Luci e fumi eleganti in scena, un inedito, «Eva Waits», ispirato dalla visione del film di Spielberg «Il ponte delle spie», e poi, citando in ordine sparso, «It’s Never Too Late», «Mombasa», «Lewis & Clark», la struggente «I Still Can’t Say Goodbye», la setosa «Over the Rainbow», l’imprescindibile medley beatlesiana («While My Guitar Gently Weeps», «Day Tripper»…), lo strabiliante virtuosismo percussivo del «Drum Solo».

Dopo quasi due ore di concerto, «Africa» dei Toto suonata con Andy McKee e generosi bis finali inclusi, Tommy Emmanuel saluta Torino, augura (in anticipo) buon Natale e promette di tornare presto. Un musicista, un artista suadente ed eccelso, indiscutibilmente un signore della scena. Aspettiamo il suo ritorno con impazienza.

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