A Palazzo Barolo le Regie Sinfonie

Il fortepiano grande protagonista del concerto di sabato 14 febbraio a cura dei Musici di Santa Pelagia

Parole chiave: palazzo barolo (4), regie sinfonie (1), haydn (1), forte piano (1), santa pelagia (2)
A Palazzo Barolo le Regie Sinfonie

Prima le parole poi la musica. I Musici di Santa Pelagia nel contesto delle Regie Sinfonie per il 2015 propongono un nuova opportunità d'ascolto dedicato anche alla parola. Sabato 14 Febbraio alle ore 19.30, per il ciclo ‘Serate a Palazzo’, invitano a una conferenza a Palazzo Barolo (via delle Orfane 7) su “La Teoria degli Affetti e l’ambiguità del Barocco” a cura di prof. Enrico Fubini.  Seguirà  alle 21 il Concerto con Arie di F.J. Haydn (1732-1809) con la flautista Francesca Torri, il violoncellista Nicola Brovelli, i pianista Mario Stefano Tonda al fortepiano, uno strumento nato agli inizi del XVIII secolo per mano del costruttore italiano Bartolomeo Cristofori. 

L'avvento del fortepiano rivoluzionò le possibilità espressive e dinamiche degli strumenti a tastiera: a differenza del clavicembalo, dove le corde sono pizzicate da piccoli plettri, nel fortepiano queste sono percosse da piccoli martelli ricoperti di cuoio e permettono all’esecutore di variare l’intensità del suono attraverso la maggiore o minore pressione esercitata sul tasto. Gli esperimenti e le continue modifiche tecniche sviluppate per quasi duecento anni portarono alla fine del XIX secolo alla versione del moderno pianoforte che non ha subito da allora radicali modifiche.

I trii per flauto, violino e fortepiano di Franz Joseph Haydn in programma evidenziano come lo strumento a tastiera non sia più usato come accompagnamento dello strumento melodico, flauto o violino che nei decenni precedenti eseguivano tutta la linea melodica e espressiva e lasciavano così al clavicembalo la funzione di sostegno armonico: Haydn tratta pariteticamente i due strumenti, affidando a entrambi i temi che sono gradualmente esposti, sviluppati e ripresi secondo le regole della nuova forma sonata che gli stessi compositori viennesi contribuiscono ad inventare, relegando il violoncello a mero strumento di accompagnamento e di sostegno armonico.

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