«Il successo? Una strada verso Dio»

A colloquio con suor Cristina Scuccia, vincitrice di «The Voice of Italy»: la musica può convivere benissimo con la fede

Parole chiave: suor cristina (1), the voice of italy (1), musica (25)
«Il successo? Una strada verso Dio»

Nel giro di pochi mesi è entrata nel mirino dei media di mezzo mondo. E per ben due volte. La prima, per la sua partecipazione televisiva a «The Voice of Italy», coronata dalla vittoria nel talent, dalle performance canore visualizzate da oltre 50 milioni di utenti su YouTube e dai tweet di apprezzamento di star come la cantante Alicia Keys e l’attrice Whoopi Goldberg. La seconda, invece, per la scelta di pubblicare come brano apripista del suo cd di debutto, intitolato con taglio internazionale «Sister Cristina», un'intensa cover di «Like a virgin», vecchio hit di Madonna.

Non si può dire, insomma, che suor Cristina Scuccia, ventiseienne ragusana, sia passata inosservata: apprezzamenti e critiche, entusiasmi e cautele in egual misura, fuori e dentro la comunità ecclesiale. Da un lato ha impressionato per le sue ottime capacità vocali e per le canzoni proposte a «The Voice of Italy», successi pop presentati con piglio moderno, tanto che la religiosa, alla prima puntata del programma, ha dovuto precisare che l'abito che indossava non era di scena, ma «di una vera suora», per la precisione dell'ordine delle Orsoline della Sacra Famiglia. Dall’altro, l'accostamento tra la discussa popstar Madonna e la religiosa italiana ha sollevato qualche mormorio di disapprovazione in alcuni esponenti della Chiesa, con inevitabili strascichi su tutti i media, nazionali ed esteri. Lei ha precisato i motivi della sua scelta, lontani dall'essere una «furbata». E dopo le reazioni negli ambienti ecclesiali, è stata invitata a cantare al tradizionale concerto di Natale che si tiene ogni anno in Vaticano.

Perché è andata a «The Voice»?

Non ci sono andata io, mi hanno cercata gli autori del talent quando sono rientrata in Italia. Mi avevano visto in un filmato su YouTube e hanno fatto la proposta alla madre superiora. Lei è molto aperta e mi ha dato il permesso di parteciparvi. Mi è sembrato un buon modo per applicare quanto stava dicendo papa Francesco: andare ad evangelizzare in ogni luogo.

Come ha resistito allo tsunami di popolarità che l'ha travolta?

Con gli occhi rivolti al cielo e i piedi piantati in terra. Non a caso, sono un po' sparita dopo il talent, perché, comunque sia, la mia priorità è sempre stata la cura alla vita spirituale attraverso la preghiera, il dialogo con le consorelle, le mie attività nella comunità, che mi ha fatto anche da scudo. Se qualcuno pensa che il successo mi abbia distolta da Dio, è fuori strada. Anzi, è l'esatto contrario, mi ha permesso ancora più di parlare di Lui. Lo constato quotidianamente, quando tanti giovani mi fermano per strada per farsi un selfie con me: è anche questo un modo per entrare in dialogo con loro. Papa Francesco ci sollecita a tenere la Chiesa viva, a uscire e incontrare le persone. Se ci riesco sfruttando i miei talenti, mi sembra una cosa positiva. Sono solo uno strumento nelle mani di Dio.

Leggi l'intervista completa su il nostro tempo del 30 novembre

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