Il sublime realismo di un poeta aviatore

Saint-Exupéry e «Il piccolo Principe», di cui sono scaduti i diritti di riproduzione nel nostro Paese: un “postino notturno” animato dal coraggio di un esploratore 

Parole chiave: saint-exupért (1), il piccolo principe (1)
Il sublime realismo di un poeta aviatore

Il Piccolo Principe o meglio, nel lessico della sua nobile famiglia d'origine, Tonio, le Petit Roi Soleil (il Piccolo Re Sole), ha lasciato un segno veramente marcato, indelebile, con le sue avventure di pilota e con la sua scrittura immaginifica. 

Molto suggestiva l'immagine che il pilota-poeta annota in «Terra degli uomini»: «Io ho sempre davanti agli occhi l'immagine della mia prima notte di volo in Argentina, una notte cupa nella quale scintillavano soltanto, come delle stelle, le rare luci sparse nella pianura. Ciascuna segnalava, in quell'oceano di tenebra, il miracolo di una coscienza». Se sentendo parlare di queste "stelle viventi" scorriamo le foto delle macchine volanti allora utilizzate, ad esempio l'idrovolante Laté 28-3, e vediamo le immagini di Saint-Exu al lavoro, che cosa dobbiamo pensare di questa potente contraddizione tra la forza e la determinazione di un abile tecnico e pilota e la sublime attenzione del poeta che, in un altro suo libro, «Volo di notte», parla della polvere di conchiglie che gli passa tra le dita, di lui che si sente, affondato nelle coste desertiche della Mauritania, come una semenza portata dai venti?

«Il piccolo Principe» non è ancora stato scritto, ma in quell'arenarsi nel deserto che Antoine ha davvero vissuto anche a causa di un incidente, c'è gran parte dell'ispirazione di quella sua fantascienza fiabesca che ha incantato milioni di lettori, con la storia meravigliosa dell'ometto venuto da un pianeta remoto che continua in qualche modo la tradizione della saggezza infantile di «Cuore», Pinocchio, Peter Pan, Gianburrasca, passando per la poetica del fanciullino di Giovanni Pascoli.

Senso davvero speciale per un pilota di guerra, avvolto in grandi passioni, sensibile ai segnali della natura e agli appelli del dovere, questo compito del «messaggero»: di lui postino notturno, che con il coraggio di un esploratore, tentato da mille rischi, porta a termine il suo compito, lasciandoci infine, pur nella sorte tragica ed eroica, il sorriso di chi, tra cielo e terra, ha lanciato linee aeree come ponti per unire persone e paesi lontani. In effetti, se non fossero completamente chiari tutti gli aspetti della sua personalità, basterebbe citarlo ancora una volta: «Ci sono cose che solo il cuore permette di vedere».

leggi l'articolo completo su «il nostro tempo» di domenica 25 gennaio

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