Il rock che profuma di fede

Dagli U2 a Patti Smith, da Nek a Giovanni Lindo Ferretti: tanti i percorsi di spiritualità nel mondo delle sette note

Parole chiave: conversione (6), musica (25), religione (21)
Il rock che profuma di fede

«Il rock è la musica del diavolo». L'affermazione, che circola da tempo nei media, ha sempre avuto un effetto più sensazionalistico che veritiero. Non che mancassero “casi” da citare per giustificare il concetto, ma certo l'equazione è sempre apparsa un po' semplicistica e soprattutto sbrigativa. Oggi, per fortuna, quella frase è un po' svanita. Anche perché, a grattare bene nelle carriere di tanti artisti si trova ben altro: la fede, spesso cattolica, o magari declinata in altre confessioni.

Certo, coloro che nel mondo dello spettacolo professano o sbandierano le proprie convinzioni con canzoni o interviste vanno presi un po' con le pinze, visto le evidenti contraddizioni con cui devono fare i conti per la professione che svolgono. Una professione, è chiaro, che li mette al centro dell'attenzione, li coccola, li arricchisce, permette loro di vivere una vita da privilegiati tra mille tentazioni e che mal si concilia con le indicazioni che una scelta di fede impone. Tuttavia, pur tra gli ostacoli di un mestiere senza dubbio “particolare”, fa piacere trovare sulle strade di tante rockstar testimonianze della propria fede, lampi di luce anche forti che offrono agganci significativi per esplicitare una loro sincera spiritualità, se non addirittura una radicale conversione.

Uno dei casi più clamorosi è senza dubbio quello degli U2. La popolare band irlandese ha sempre manifestato la propria fede cattolica in varie canzoni, talvolta in modo lampante. Come in «40», che cita appunto i versetti del Salmo 40, oppure «Gloria», un inno a Dio. Ma anche in altri brani i richiami religiosi sono evidenti come nei celebri «Pride», «I still haven't found what I'm looking for» o «When love comes to town». Dice Bono, cantante del gruppo (che ha dato nomi biblici ai suoi quattro figli), impegnato in varie campagne sociali: «So di far parte di una band superpagata, mentre un terzo della popolazione mondiale soffre la fame. Sono contraddizioni che però generano nuova vita. Allora mi affido a Dio. Penso che non sia definibile dall'uomo, è più grande, più vasto, più profondo di qualunque pensiero l'uomo possa avere su di lui. Se cerchi Dio, cercalo tra i più poveri, lì lo troverai. Per questo cerco di aiutare chi soffre, gli ultimi, per dirla con parole cristiane».

leggi l'articolo completo su «il nostro tempo» di domenica 15 febbraio

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