Dignità ed economia: la proposta del microcredito

 Il Premio Nobel per la pace Muhammad Yunus ha sempre dichiarato che a suo parere “il credito dovrebbe entrare tra i diritti umani” per permettere anche alle persone più bisognose e meno abbienti di poter sviluppare attività economiche tramite l’accesso al credito senza le classiche credenziali richieste dagli operatori bancari.

Il microcredito ha potuto esser usato duttilmente in diversi contesti economici e sociali, sia nel terzo mondo che nei paesi industrializzati.

Nato in Bangladesh dove è stato utilizzato per cercare di favorire l’emancipazione e il progresso economico locale, è attualmente utilizzato largamente nei paesi industrializzati per aiutare microimprenditori che vogliono avviare un’attività in proprio non avendo basi da cui partire o personale considerate socialmente ed economicamente vulnerabili.

Il microcredito ha per svariati motivi modificato le modalità di agire dei programmi di  cooperazione internazionale:  passando dal puro assistenzialismo allo stimolo dell’attività produttiva facendo leva sulla dignità umana delle persone, non più aiutandole con donazioni contribuendo in questo modo a mantenerle perversamente dipendenti da altri, bensì permettendogli l’accesso al credito sulla fiducia nel loro progetto piccolo o grande che sia, impegnandoli moralmente e in questo modo riconoscendogli la dignità umana, la quale merita di essere difesa anche a discapito dell’immediato guadagno.

Appare sempre più chiaro che lo sviluppo di una nazione è trainato dal benessere sociale della sua popolazione, l’unico modo di aumentare questa condizione è favorire lo sviluppo di nuove idee attraverso l’apertura di nuove attività commerciali ovvero di nuove imprese produttive. Per far si che l’economia di una nazione decolli è necessario un ampio accesso all’istruzione ed al credito: alla luce di questi due pilastri fondamentali è evidente che uno strumento potente come il microcredito è essenziale per garantire ad ognuno l’accesso ai servizi primari; in questo modo un modo di concedere risorse diventa una fondamentale leva strategica per la ripresa economica e per il raggiungimento di un livello superiore di benessere da parte di tutti gli individui della società.

Spesso durante la trattazione di temi economici non ci si sofferma sul concetto di dignità della persona, che viene sempre vista come un pedone sullo scacchiere dei mercati globali; il problema è proprio nel vedere le persone come oggetti, come un qualcosa di meramente materiale.

Il concetto di dignità umana è universale ed in un contesto di cambiamenti socio-culturali molto forti, come quello attuale, è compito degli organi di governo far sì che sia riconosciuto e rispettato ovunque dal momento che la credibilità e la solidità di un sistema paese si misura anche e soprattutto con il livello di benessere ed uguaglianza di cui godono i suoi cittadini.

Ai concetti di dignità, uguaglianza e benessere possiamo accostare quello di solidarietà. La solidarietà è profondamente legata alla dignità umana, in quanto prevede che i soggetti più deboli vengano aiutati da quelli più benestanti e che tale ausilio venga offerto aldilà di obblighi di legge, ma arrivi da uno slancio di umanità che porti tutta la società ad un livello di benessere collettivo superiore.

La solidarietà tra individui promuove il benessere di tutta la collettività; una società più omogenea è al sicuro dal rischio di impoverimento morale e dalla perdita di dignità di taluni soggetti appartenenti a quel mondo.