Dialogo tra Baricco e Carrère alla Scuola Holden

Un confronto tra l'autore francese e il torinese su temi teologici e filosofici...ma non solo

Parole chiave: holden (1), baricco (1), carrere (1), letteratura (9), religione (21), dialogo (74)
Dialogo tra Baricco e Carrère alla Scuola Holden

 

Tre scrittori, un dizionario di dieci parole, una partita di tennis letteraria. Sono stati questi gli ingredienti della serata di mercoledì 18 marzo al General Store della Scuola Holden, dove Alessandro Baricco ed Emmanuel Carrère hanno dialogato - moderati da Marco Missiroli - su fede, scrittura, avversari, coraggio e tante altre cose. Il pretesto è stato la presentazione de Il Regno (Adelphi), ultimo libro dello scrittore francese, nel quale viene ricostruita la storia del cristianesimo ponendo particolare attenzione sulle figure dell'evangelista Luca e del missionario Paolo.

«Luca per me è sempre stato un personaggio meno in vista - commenta Baricco - ma grazie a questo libro ora lo vedo sotto una luce diversa». Questo è possibile grazie al grande lavoro di indagine e di inchiesta compiuto da Carrère nel ripercorrere il Nuovo Testamento: «Tutti i romanzi sono indagini sul reale, sul mondo, sulla vita - spiega l'autore - e io ho fatto un'indagine sull'indagine di Luca».

Altra parola chiave del dialogo tra i due scrittori è senz'altro "fede": «Fede è un termine totemico, un luogo luminoso - continua Baricco - Esserci passati è un privilegio, oltre che una grande avventura. E' molto difficile scriverne e io non credo che Il Regno parli di fede, perché è un terreno molto scivoloso, quanto piuttosto di religiosità e cattolicesimo». Anche Carrère è d'accordo sulla difficoltà nello scrivere di fede: «Non parlo di fede, ma di credenze. Non è un libro sulla fede, ma una storia. In Emmaus di Baricco ho avvertito la fede, l'ho riconosciuta come un'esperienza vissuta, una presenza che riempie la vita».

Il confronto è intenso anche sulla parola "perdita", sia intesa come perdita narrativa che come  perdita psicologica: «Nella scrittura - spiega Carrère - più perdo e più ho la possibilità di raggiungere qualcosa di buono. L'arrivo e la partenza devono essere molto distanti, questo è il valore aggiunto dell'imprevisto e dello sconosciuto».

La parola resilienza è un'altra di quelle parole che ormai è entrata di diritto in un dizionario di termini di cui avvertiamo una necessità quotidiana. Dal latino resiliens, saltare indietro, parola mutuata dalla tecnologia dei materiali, essere resilienti significa avere la capacità di affrontare e superare le avversità, ed è la parola che Marco Missiroli tira in ballo per stimolare Baricco e Carrère sul "ribaltamento dei valori": «Mi capita di riflettere - dice Baricco - sul fatto che gli ultimi saranno i primi, ma poi non sapranno cosa farsene». Carrère sullo stesso concetto: «Questo mi colpisce del cristianesimo; siamo abituati a sentirci dire: è meglio essere ricchi che poveri, meglio forti che deboli, ma il cristianesimo in qualche modo ci suggerisce il contrario ed è difficile da digerire, eppure quando si entra in contatto con questa convinzione ne rimane una traccia per sempre».

L'ultima parola della serata è coraggio, ma resta senza risposte, perché non si commenta, è qualcosa di profondo e radicato in noi, pronto a essere tirato fuori nel momento opportuno. Proprio come la seconda palla di servizio di John McEnroe, la cui presenza sul palco, in qualche modo, non è mai venuta a mancare.

Attualità

archivio notizie

16/02/2018

La biblioteca personale di Carlo Donat-Cattin

La riunificazione di migliaia di volumi per continuare a studiare, vita, pensiero e azione politica del leader democratico cristiano in vista del centenario della nascita

16/02/2018

Meditazione sul Crocifisso

La riflessione dello psichiatra e psicoterapeuta per il Venerdì Santo 2016. Perchè interrogarsi fino in fondo

16/02/2018

Chiesa e mass media, un'alleanza necessaria

Parte il Master di Giornalismo voluto da mons. Nosiglia per operatori pastorali e della comunicazione 

16/02/2018

Milioni di volti

Negli sguardi dei più disperati e poveri l'amore di Gesù Cristo