Il dramma della disoccupazione adulta

IO, DANIEL BLAKE (Gran Bretagna, 2016) Regia: Ken Loach con Dave Johns, Hayley Squires, Briana Shann

Parole chiave: film (67), recensione (32), loach (1), blake (1)
Il dramma della disoccupazione adulta

Ken Loach è uno dei maestri del cinema che mantiene, sin dal suo esordio, coerenza stilistica e tematica senza deviare dal suo impegno come difensore dei diritti dei deboli, coloro che non hanno voce e forza contro le ingiustizie e le prevaricazioni.

Il cinema di Ken Loach è denuncia e, pur essendo solo e tipicamente inglese, pur facendo riferimento a quanto è accaduto e accade nel Regno Unito, pone in evidenza situazioni che, nel loro essere, sono ovunque facilmente riconoscibili. Inoltre Loach è un grande autore e regista che sa fare cinema benissimo e con ottima chiarezza comunicativa, con mano decisa e schietta approfondisce tematiche complesse, senza mai scadere nel greve o nella banalità, regalando l'impressione di mantenere una rispettosa distanza dai protagonisti delle storie che racconta, ottenendo il risultato di un'espressività ancora più efficace.

 

“Io, Daniel Blake”, la sua opera più recente, lo dimostra senza ombra di dubbio, a partire dal titolo che è la conferma di un'identità individuale che assurdità di potere tendono a negare e massificare. Tutto ciò all'interno di una realtà sociale che causa la povertà di molti, costretti a subire e tacere. Siamo a Newcastle, nel profondo Nord inglese; Daniel Blake, un quasi sessantenne, è ammalato e non può più lavorare come carpentiere, lotta per ottenere un sussidio, per poter vivere senza sentirsi derubato del poco che ha, frutto di una vita di lavoro e sacrifici. Nel suo passare da un ufficio all'altro, dalle mani di un burocrate a quelle di un altro burocrate altrettanto incapace di sensibilità umana, Daniel incontra Katie, giovane madre di due bambini, Daisy e Dylan, e la aiuta come può per superare difficoltà e disperazione. Una commedia tragica, una protesta decisa contro regolamenti freddi, incomprensibili a tutta la gente comune, a chi è povero e non può difendersi e quindi si sente schiacciato. Ma tra chi ha un cuore e sa capire il prossimo esiste la solidarietà, esistono sentimenti che nessuno riesce a cancellare e questo è l'unico barlume di speranza in cui Loach invita a credere. Da non perdere.

                                                                                              

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