Un oceano di misericordia sconfiggerà il fiume della miseria

“Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna” (Gal 4,4). Ma “che cosa significa che Gesù nacque nella pienezza del tempo?”. Con questa domanda Papa Francesco ha dato inizio alla sua omelia.

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Un oceano di misericordia sconfiggerà il fiume della miseria

Se il nostro sguardo si rivolge al momento storico, possiamo restare subito delusi. Roma dominava su gran parte del mondo conosciuto con la sua potenza militare. L’imperatore Augusto era giunto al potere dopo cinque guerre civili. Anche Israele era stato conquistato dall’impero romano e il popolo eletto era privo della libertà. Per i contemporanei di Gesù, quindi, quello non era certamente il tempo migliore.

 

Non è la storia che decide

 

La risposta di Papa Francesco è molto chiara: “non è la storia che decide della nascita di Cristo; è, piuttosto, la sua venuta nel mondo che permette alla storia di giungere alla sua pienezza”.  Dalla nascita del Figlio di Dio inizia il computo di una nuova era “quella che vede il compimento della promessa antica”.

 

Però “Ogni giorno - ha osservato il Santo Padre - mentre vorremmo essere sostenuti dai segni della presenza di Dio, dobbiamo riscontrare segni opposti, negativi, che lo fanno piuttosto sentire come assente”. La pienezza del tempo sembra sgretolarsi di fronte alle molteplici forme di ingiustizia e di violenza che feriscono quotidianamente l’umanità.

 

A volte ci domandiamo: come è possibile che perduri la sopraffazione dell’uomo sull’uomo?, che l’arroganza del più forte continui a umiliare il più debole, relegandolo nei margini più squallidi del nostro mondo? Fino a quando la malvagità umana seminerà sulla terra violenza e odio, provocando vittime innocenti? Come può essere il tempo della pienezza quello che pone sotto i nostri occhi moltitudini di uomini, donne e bambini che fuggono dalla guerra, dalla fame, dalla persecuzione, disposti a rischiare la vita pur di vedere rispettati i loro diritti fondamentali?

 

Il fiume di miseria e l’oceano di misericordia

 

“Un fiume di miseria, alimentato dal peccato, sembra contraddire la pienezza del tempo realizzata da Cristo”. Eppure “questo fiume in piena non può nulla contro l’oceano di misericordia che inonda il nostro mondo”.

 

Siamo chiamati tutti ad immergerci in questo oceano, a lasciarci rigenerare, per vincere l’indifferenza che impedisce la solidarietà, e uscire dalla falsa neutralità che ostacola la condivisione. La grazia di Cristo, che porta a compimento l’attesa di salvezza, ci spinge a diventare suoi cooperatori nella costruzione di un mondo più giusto e fraterno, dove ogni persona e ogni creatura possa vivere in pace, nell’armonia della creazione originaria di Dio.

 

Maria è la chiave di lettura

 

All’inizio di un nuovo anno, la Chiesa ci fa contemplare la divina Maternità di Maria quale icona di pace. La promessa antica si compie nella sua persona. “Ella  ha creduto alle parole dell’Angelo, ha concepito il Figlio, è diventata Madre del Signore. Attraverso di lei, attraverso il suo , è giunta la pienezza del tempo”.

 

Il Vangelo che abbiamo ascoltato dice che la Vergine “custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore” (Lc 2,19). Maria, che si presenta a noi come “vaso sempre colmo della memoria di Gesù, Sede della Sapienza, da cui attingere”, oggi ci offre “la possibilità di cogliere il senso degli avvenimenti che toccano noi personalmente, le nostre famiglie, i nostri Paesi e il mondo intero”.

 

Dove non può arrivare la ragione dei filosofi né la trattativa della politica, là può giungere la forza della fede che porta la grazia del Vangelo di Cristo, e che può aprire sempre nuove vie alla ragione e alle trattative.

 

All’Angelus l’augurio del Papa

 

Papa Francesco ha preso spunto da un brano della liturgia di oggi per formulare i suoi personali auguri. “Sono le parole con cui il Signore stesso chiese di benedire il suo popolo: Il Signore faccia risplendere per te il suo volto […]. Il Signore rivolga a te il suo volto (Nm 6,25-26)”.

 

“Anch’io - ha detto Francesco - vi auguro questo: che il Signore posi lo sguardo sopra di voi e che possiate gioire, sapendo che ogni giorno il suo volto misericordioso, più radioso del sole, risplende su di voi e non tramonta mai! Scoprire il volto di Dio rende nuova la vita”.

 

Però il Signore non promette cambiamenti magici, Lui non usa la bacchetta magica. Ama cambiare la realtà dal di dentro, con pazienza e amore; chiede di entrare nella nostra vita con delicatezza, come la pioggia nella terra, per poi portare frutto. E sempre ci aspetta e ci guarda con tenerezza. “Ogni mattina, al risveglio, possiamo dire: Oggi il Signore fa risplendere il suo volto su di me. Bella preghiera, che è una realtà”.

 

La Giornata Mondiale della Pace

 

La benedizione biblica continua così: “[Il Signore] ti conceda pace” (v. 26). Oggi celebriamo la Giornata Mondiale della Pace, il cui tema è: “Vinci l’indifferenza e conquista la pace”. La pace, che Dio Padre desidera seminare nel mondo, deve essere coltivata da noi. Non solo, deve essere anche “conquistata”. Ciò comporta una vera e propria lotta, un combattimento spirituale che ha luogo nel nostro cuore.

 

Perché nemica della pace non è solo la guerra, “ma anche l’indifferenza, che fa pensare solo a sé stessi e crea barriere, sospetti, paure e chiusure”. E queste cose sono nemiche della pace.

 

Il grazie al presidente Mattarella

 

Dopo L’Angelus, Papa Francesco ha ringraziato il Presidente della Repubblica Italiana: “per gli auguri che mi rivolto ieri sera nel suo Messaggio di fine anno, e che ricambio di cuore”.

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