Spalancare le braccia per accogliere senza escludere

“Davanti a noi c’è soltanto una persona da amare come la ama Dio”. Misericordia ed inclusione: L’ultima Udienza Giubilare dell’Anno Santo.

Parole chiave: Papa Francesco (256), Udienza Giubilare (14), Anno Santo (13), inclusione (9), misericordia (105), Giubileo (86), esclusione (3)
“Davanti a noi c’è soltanto una persona da amare come la ama Dio”. Misericordia ed inclusione: L’ultima Udienza Giubilare dell’Anno Santo.

Si è tenuta oggi in Vaticano l’ultima delle Udienze straordinarie del sabato di questo Anno Santo della Misericordia che si chiuderà domenica 20 novembre.

Nel suo disegno d’amore “Dio non vuole escludere nessuno, ma vuole includere tutti”. Papa Francesco oggi ci ha invitati a “spalancare le braccia per accogliere senza escludere” senza classificare gli altri in base alla condizione sociale, alla lingua, alla razza, alla cultura, alla religione: “davanti a noi c’è soltanto una persona da amare come la ama Dio”.

“Colui che trovo - ha osservato - nel mio lavoro, nel mio quartiere, è una persona da amare, come ama Dio”. “Ma questo è di quel Paese, dell’altro Paese, di questa religione, di un’altra… È una persona che ama Dio e io devo amarla”. La misericordia è quel modo di agire, quello stile, con cui cerchiamo di includere nella nostra vita gli altri “evitando di chiuderci in noi stessi e nelle nostre sicurezze egoistiche”.

Voi che siete oppressi e stanchi

Nel brano di Vangelo letto prima della Catechesi, Gesù rivolge un invito realmente universale: “Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro” (Mt 11,28). Nessuno è escluso da questo appello, perché “la missione di Gesù è quella di rivelare ad ogni persona l’amore del Padre”. A noi spetta “aprire il cuore, fidarci di Gesù e accogliere questo messaggio d’amore, che ci fa entrare nel mistero della salvezza”.

“Quante persone stanche e oppresse incontriamo anche oggi! - ha commentato Francesco - Per la strada, negli uffici pubblici, negli ambulatori medici… Lo sguardo di Gesù si posa su ciascuno di quei volti, anche attraverso i nostri occhi. E il nostro cuore com’è? E’ misericordioso? E il nostro modo di pensare e di agire, è inclusivo? Il Vangelo ci chiama a riconoscere nella storia dell’umanità il disegno di una grande opera di inclusione, che, rispettando pienamente la libertà di ogni persona, di ogni comunità, di ogni popolo, chiama tutti a formare una famiglia di fratelli e sorelle, nella giustizia, nella solidarietà e nella pace, e a far parte della Chiesa, che è il corpo di Cristo”.

L’abbraccio di Dio e della Chiesa

“Come sono vere le parole di Gesù che invita quanti sono stanchi e affaticati ad andare da Lui per trovare riposo!”. Le sue braccia spalancate sulla croce dimostrano che nessuno è escluso dal suo amore e dalla sua misericordia, neppure il più grande peccatore: “nessuno! Tutti siamo inclusi nel suo amore e nella sua misericordia”.  L’espressione più immediata con la quale ci sentiamo accolti e inseriti in Lui è quella del suo perdono. “Tutti abbiamo bisogno di essere perdonati da Dio”. E tutti abbiamo bisogno di incontrare fratelli e sorelle che ci aiutino ad andare a Gesù, ad aprirci al dono che ci ha fatto sulla croce. “Non ostacoliamoci a vicenda! - E’ l’esortazione di Francesco - Non escludiamo nessuno! Anzi, con umiltà e semplicità facciamoci strumento della misericordia inclusiva del Padre”. La misericordia inclusiva del Padre: è così. “La santa madre Chiesa prolunga nel mondo il grande abbraccio di Cristo morto e risorto. Anche questa Piazza, con il suo colonnato, esprime questo abbraccio. Lasciamoci coinvolgere in questo movimento di inclusione degli altri, per essere testimoni della misericordia con la quale Dio ha accolto e accoglie ciascuno di noi”.

L’appello per Iraq e Medio Oriente

Salutando i pellegrini polacchi il Papa ha ricordato che domani, per iniziativa dell’Associazione Aiuto alla Chiesa che Soffre, in Polonia verrà celebrata la Giornata di Solidarietà con la Chiesa Perseguitata: “Le inquietanti e dolorose circostanze attuali ci spingono a sostenere con preghiera fervida e con l’aiuto concreto i nostri fratelli che vivono nell’Iraq e negli altri paesi del Medio Oriente. Innalziamo a Dio la supplica affinché nessuno nel mondo sia escluso dalla società per motivi di religione, di cultura o di razza. Che tutte le nazioni, rispettando la libertà di ogni uomo, formino una società come una grande famiglia di fratelli e sorelle viventi nella giustizia, nella solidarietà e nella pace”.

Il saluto ai volontari

Il Papa ha anche invitato i pellegrini a vivere “con fede quest’ultima Udienza del sabato nel Giubileo per sperimentare nella vostra vita il perdono, la misericordia e l’amore di Dio”. Poi ha salutato “con particolare affetto” i volontari del Giubileo Straordinario della Misericordia: “Siete stati bravi! Voi, che venite da diverse Nazioni, e vi ringrazio per il prezioso servizio prestato perché i pellegrini potessero vivere bene quest’esperienza di fede. Nel corso di questi mesi, ho notato la vostra discreta presenza in piazza con il logo del Giubileo e sono ammirato della dedizione, della pazienza e dell’entusiasmo con cui avete svolto la vostra opera. Grazie tante!”.

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