Se il Giubileo non arriva alle tasche...

Il cammino della Quaresima in Piazza San Pietro inizia con le parole appassionate di Papa Francesco sulle radici del Giubileo nella Bibbia e un vibrante appello contro l’usura

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Se il Giubileo non arriva alle tasche...

 

Ogni 50 anni, “nel giorno dell’espiazione” (Lv 25,9), quando la misericordia del Signore veniva invocata su tutto il popolo, il suono del corno annunciava un grande evento di liberazione: “Sarà per voi un giubileo; ognuno di voi tornerà nella sua proprietà e nella sua famiglia” (25,10.13).

 

La cancellazione di ogni debito

 

Se qualcuno era stato costretto a vendere la sua terra o la sua casa, nel Giubileo poteva rientrarne in possesso; e se qualcuno aveva contratto debiti e, impossibilitato a pagarli, fosse stato costretto a mettersi al servizio del creditore, poteva tornarsene libero alla sua famiglia e riavere tutte le proprietà. “Era una specie di condono generale”. L’idea centrale è che la terra appartiene originariamente a Dio ed è stata affidata agli uomini (cfr Gen 1,28-29), e perciò nessuno può arrogarsene il possesso esclusivo, creando situazioni di disuguaglianza.

 

Se il Giubileo non arriva alle tasche...

 

Con il Giubileo, chi era diventato povero ritornava ad avere il necessario per vivere, e chi era diventato ricco restituiva al povero ciò che gli aveva preso. Il fine era una società basata sull’uguaglianza e la solidarietà, dove la libertà, la terra e il denaro ridiventassero un bene per tutti e non solo per alcuni “come accade adesso, se non sbaglio… - ha commentato Francesco - Più o meno, le cifre non sono sicure, ma l’ottanta per cento delle ricchezze dell’umanità sono nelle mani di meno del venti per cento della popolazione. È un giubileo, e questo lo dico ricordando la nostra storia di salvezza, per convertirsi, perché il nostro cuore diventi più grande, più generoso, più figlio di Dio, con più amore. Vi dico una cosa: se questo desiderio, se il Giubileo non arriva alle tasche, non è un vero Giubileo. Avete capito? E questo è nella Bibbia! Non lo inventa questo Papa: è nella Bibbia”.

 

Possiamo dire che il giubileo biblico era un “giubileo di misericordia”, perché vissuto nella ricerca sincera del bene del fratello bisognoso.

 

Le decime e le primizie

 

La legge biblica prescriveva il versamento delle “decime” (cfr Dt 14,22-29). Si prevedeva che la decima parte del raccolto, o dei proventi di altre attività, venisse data a coloro che erano senza protezione e in stato di necessità, così da favorire condizioni di relativa uguaglianza all’interno di un popolo in cui tutti dovevano comportarsi da fratelli.

 

C’era anche la legge concernente le “primizie”: La prima parte del raccolto, la parte più preziosa, doveva essere condivisa con i Leviti e gli stranieri (cfr Dt 18,4-5; 26,1-11), che non possedevano campi, così che anche per loro la terra fosse fonte di nutrimento e di vita.

 

“E quante primizie - ha osservato Francesco - chi è più fortunato potrebbe donare a chi è in difficoltà! Quante primizie! Primizie non solo dei frutti dei campi, ma di ogni altro prodotto del lavoro, degli stipendi, dei risparmi, di tante cose che si possiedono e che a volte si sprecano”.

 

Questo succede anche oggi

 

Nell’Elemosineria apostolica arrivano tante lettere con un po’ di denaro: “Questa è una parte del mio stipendio per aiutare altri”. “E questo è bello; aiutare gli altri, le istituzioni di beneficenza, gli ospedali, le case di riposo…; dare anche ai forestieri, quelli che sono stranieri e sono di passaggio. Gesù è stato di passaggio in Egitto”.

 

“Questo, oggi possiamo pensarlo e ripensarlo; ognuno nel suo cuore pensi se ha troppe cose. Ma perché non lasciare a quelli che non hanno niente? Il dieci per cento, il cinquanta per cento… Io dico: che lo Spirito Santo ispiri ognuno di voi”.

 

L’usura, grave peccato che grida al cospetto di Dio

 

“Quante famiglie sono sulla strada, vittime dell’usura! Per favore preghiamo, perché in questo Giubileo il Signore tolga dal cuore di tutti noi questa voglia di avere di più, l’usura”. Quante situazioni di usura siamo costretti a vedere e “quanta sofferenza e angoscia portano alle famiglie!”. Tante volte, nella disperazione “quanti uomini finiscono nel suicidio perché non ce la fanno e non hanno la speranza, non hanno la mano tesa che li aiuti; soltanto la mano che viene a fargli pagare gli interessi”. È un grave peccato l’usura, è “un peccato che grida al cospetto di Dio”. Il Signore invece ha promesso la sua benedizione a chi apre la mano per dare con larghezza (cfr Dt 15,10). “Lui ti darà il doppio, forse non in soldi ma in altre cose, ma il Signore ti darà sempre il doppio”.

 

La Giornata Mondiale del Malato

 

Al termine dell’Udienza il Papa ha ricordato che domani, memoria della Beata Vergine Maria di Lourdes, ricorrerà la XXIVa Giornata Mondiale del Malato: “Invito a pregare per gli ammalati e a far sentire loro il nostro amore. La stessa tenerezza di Maria sia presente nella vita di tante persone che si trovano accanto ai malati sapendo cogliere i loro bisogni, anche quelli più impercettibili, perché visti con occhi pieni di amore”.

 

Il Viaggio in Messico e l’incontro con il Patriarca Kirill

 

“Dopodomani inizierò il viaggio apostolico in Messico, ma prima mi recherò a L’Avana per incontrare il mio caro fratello Cirillo. Affido alle preghiere di tutti voi sia l’incontro con il Patriarca Cirillo sia il viaggio in Messico”.

 

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