Rigopiano, la preghiera per le vittime e il grazie ai soccorritori

All’Angelus il Papa ricorda le vittime di terremoto e maltempo in Italia centrale. Gesù? E’ andato incontro all’uomo partendo dalle periferie

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Rigopiano, la preghiera per le vittime e il grazie ai soccorritori

Nei giorni scorsi, il terremoto e le forti nevicate hanno messo nuovamente a dura prova tanti nostri fratelli e sorelle dell’Italia centrale, specialmente in Abruzzo, Marche e Lazio. All’Angelus il pensiero di Papa Francesco è rivolto a loro: “Sono vicino con la preghiera e con l’affetto alle famiglie che hanno avuto vittime tra i loro cari. Incoraggio quanti sono impegnati con grande generosità nelle opere di soccorso e di assistenza; come pure le Chiese locali, che si prodigano per alleviare le sofferenze e le difficoltà. Grazie tante per questa vicinanza, per il vostro lavoro e l’aiuto concreto che portate. Grazie! E vi invito a pregare insieme la Madonna per le vittime e anche per quelli che con grande generosità si impegnano nelle opere di soccorso”. Ad una sola voce i fedeli giunti in Piazza San Pietro da ogni parte d’Italia e del mondo, hanno recitato insieme l’Ave Maria.

 

La luce di Cristo si diffonde dalla periferia

 

Come di consuetudine il Papa ha poi commentato il Vangelo del giorno. Oggi la Liturgia propone il brano di Matteo che narra l’inizio della predicazione di Gesù in Galilea (cfr Mt 4,12-23). Cristo lascia Nazaret e si stabilisce a Cafarnao, un centro sulla riva del lago, abitato in massima parte da pagani, punto di incrocio tra il Mediterraneo e l’entroterra mesopotamico. Questa scelta indica che i destinatari della sua predicazione non sono soltanto i suoi connazionali, ma quanti approdano nella cosmopolita “Galilea delle genti” (v. 15; cfr Is 8,23): così si chiamava. Vista dalla capitale Gerusalemme, quella terra è geograficamente periferica e “religiosamente impura” perché era “piena di pagani”, per la mescolanza con quanti non appartenevano a Israele. “Dalla Galilea - ha osservato Francesco - non si attendevano certo grandi cose per la storia della salvezza. Invece proprio da lì si diffonde quella luce sulla quale abbiamo meditato nelle scorse domeniche: la luce di Cristo. Si diffonde proprio dalla periferia”.

 

Pescatori di uomini

 

Lungo il lago di Galilea, a contatto con la folla, Gesù non solo proclama la venuta del Regno di Dio, ma cerca i compagni da associare alla sua missione di salvezza. In questo stesso luogo incontra due coppie di fratelli: Simone e Andrea, Giacomo e Giovanni, pescatori; li chiama dicendo: “Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini” (v. 19). La chiamata li raggiunge nel pieno della loro attività di ogni giorno: “il Signore si rivela a noi non in modo straordinario o eclatante, ma nella quotidianità della nostra vita”. “Li dobbiamo trovare il Signore; e lì Lui si rivela, fa sentire il suo amore al nostro cuore; e lì – con questo dialogo con Lui nella quotidianità della vita – cambia il nostro cuore. La risposta dei quattro pescatori è immediata e pronta: «Subito lasciarono le reti e lo seguirono» (v. 20)”.

 

Portare la Parola a tutte le periferie

 

Noi, cristiani di oggi, abbiamo la gioia di proclamare e testimoniare la nostra fede perché c’è stato quel primo annuncio, perché ci sono stati quegli uomini umili e coraggiosi che hanno risposto generosamente alla chiamata di Gesù. Sulle rive del lago, in una terra impensabile, è nata la prima comunità dei discepoli di Cristo. La consapevolezza di questi inizi susciti in noi il desiderio di portare la parola, l’amore e la tenerezza di Gesù in ogni contesto, anche il più impervio e resistente. “Portare la Parola a tutte le periferie! Tutti gli spazi del vivere umano sono terreno in cui gettare la semente del Vangelo, affinché porti frutti di salvezza. La Vergine Maria ci aiuti con la sua materna intercessione a rispondere con gioia alla chiamata di Gesù, a metterci al servizio del Regno di Dio”.

 

La Preghiera per l’Unità dei Cristiani

 

Dopo l'Angelus il Papa ha ricordato che ci troviamo nella Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani. Quest’anno essa ha per tema un’espressione, tratta da san Paolo, che ci indica il cammino da seguire. E dice così: “L’amore di Cristo ci spinge alla riconciliazione” (cfr 2 Cor 5,14). “Mercoledì prossimo - ha annunciato - concluderemo la Settimana di Preghiera con la celebrazione dei Vespri nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, a cui parteciperanno i fratelli e le sorelle delle altre Chiese e Comunità cristiane presenti a Roma. Vi invito a perseverare nella preghiera, affinché si compia il desiderio di Gesù: «Che tutti siano una sola cosa» (Gv 17,21)”.

 

Il capodanno cinese

 

Durante i saluti finali il Papa ha anche ricordato che nell’Estremo Oriente e in varie parti del mondo milioni di uomini e donne si preparano a celebrare il capodanno lunare il 28 gennaio: “Il mio cordiale saluto giunga a tutte le loro famiglie, con l’augurio che esse diventino sempre di più una scuola in cui si impara a rispettare l’altro, a comunicare e a prendersi cura gli uni degli altri in modo disinteressato. Possa la gioia dell’amore propagarsi all’interno delle famiglie e da esse irradiarsi in tutta la società”.

 

“A tutti - ha concluso - auguro una buona domenica. E, per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!”.

 

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