Papa Francesco tra i piccoli degenti dell'Ospedale del Bambin Gesù

La grande fiducia del popolo in papa Francesco

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Papa Francesco tra i piccoli degenti dell'Ospedale del Bambin Gesù

L’85 per cento degli italiani ha fiducia in Papa Francesco, in assoluto la personalità della quale ci si fida di più nel nostro Paese: l’apprezzamento raggiunge il 90 per cento tra i cattolici ed è molto alto, 68 per cento, tra i non cattolici o non credenti. Il sondaggio condotto dall’Istituto Demopolis in occasione degli 80 anni del Pontefice (17 dicembre).

Spiega Pietro Vento, direttore di Demopolis - «La spontaneità e la profonda empatia con i bisogni reali della gente hanno conquistato l’opinione pubblica, ben oltre la fede o la pratica religiosa». Il 56 per cento afferma di aver migliorato la propria opinione sulla Chiesa cattolica. Francesco rompe gli schemi, dialoga con credenti e non, denuncia quotidianamente i compromessi, «l’economia malata» in un sistema caratterizzato da crescenti squilibri. Il 66 per cento «si dichiara colpito dalla costante denuncia dell’indifferenza e delle ingiustizie sociali; 6 su 10 apprezzano l’attenzione verso i più deboli: «La maggioranza assoluta apprezza, sin dall’inizio del pontificato, la chiarezza delle parole». Il sondaggio è stato condotto da Demopolis nel dicembre 2016 su un campione di 1.000 intervistati, rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne.

Il sondaggio la dice lunga sulla classe dirigente del Paese - Ma a Francesco non interessano i sondaggi ma «l’odore delle pecore». Per Natale rinnova l’invito: «Sul modello di Maria e di Giuseppe rendiamoci disponibili ad accogliere il Figlio di Dio bambino  nella nostra vita concreta e a seguire con fiducia la volontà del Padre celeste». Festeggia gli 80 anni tra i piccoli malati, tra i senza tetto e le famiglie di Nomadelfia. «La speranza è la “benzina” della vita cristiana, che ci fa andare avanti, dice  alla comunità dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, in prima fila 150 piccoli provenienti anche dalle «periferie del mondo». Ci sono la presidente del Consiglio di amministrazione, la novarese Mariella Enoc, il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, il cardinale Dieudonné Nzapalainga arcivescovo di Bangui perché l’Ospedale della Santa Sede si occupa della ricostruzione del nosocomio pediatrico di Bangui, in Centrafrica, anche grazie al concerto con Claudio Baglioni che sabato 17 si è tenuto in Vaticano.

«Vivere con il cuore aperto e non con il cuore chiuso» - Perché ibambini soffrono? Francesco risponde con la sincerità di sempre: «Nemmeno Gesù ha dato una risposta. Di fronte agli innocenti che avevano sofferto in circostanze tragiche, Gesù non fece una predica. Si può certamente fare, ma lui non lo ha fatto. Vivendo in mezzo a noi, non ci ha spiegato perché si soffre. Invece ci mostra la via per dare senso anche a questa esperienza umana: non spiega perché si soffre ma, sopportando con amore la sofferenza, ci mostra per chi si offre. Non perché, ma per chi».

«Lo insegniamo ai bambini e poi non lo facciamo noi adulti» - «Ma dire grazie,  perché siamo davanti a una persona, è una medicina contro il raffreddarsi della speranza, che è una brutta malattia contagiosa. Dire grazie alimenta la speranza. La speranza è la “benzina” della vita cristiana, che ci fa andare avanti ogni giorno». L’Ospedale Bambino si è sviluppato aprendo altre sedi e offre nuovi spazi per pazienti, familiari, ricercatori. Forse guardando alle polemiche del passato la presidente Mariella Enoc afferma che «il Bambino Gesù non è né un centro di potere né un centro di profitto, ma una comunità eccezionale, di vite coraggiose, vite che danno la vita».

«Una vecchiaia tranquilla, religiosa, feconda e gioiosa» - Questo chiede al Signore  Francesco per i suoi 80 anni al termine della Messa nella Cappella Paolina con i cardinali residenti a Roma. Auspica che la sua vecchiaia «sia sede di saggezza» e ricorda che la vita cristiana è un cammino intenso verso l’incontro definitivo con Gesù. Poi fa colazione con i senzatetto a Casa Santa Marta. Ad accompagnarli mons. Konrad Krajewski, elemosiniere pontificio. Parole di affetto, stima, simpatia, incoraggiamento e gratitudine arrivano al Papa da tutto il mondo: 50 mila gli auguri di posta elettronica in numerosissime lingue, più di mille in latino. Tre mazzi di girasole portano 8 senzatetto (quattro italiani, due rumeni, un moldavo e un peruviano) e  Francesco ricambia offrendo dolci argentini. In molte mense di Roma è offerto, a nome del Papa, un dolce di compleanno, così ai rifugiati del Centro Astalli e in vari dormitori. L’Unitalsi offre a Francesco 5 buoni per un viaggio a Lourdes, da destinare a una famiglia di cristiani perseguitati. A Buenos Aires, città natale di Francesco, festa nelle grandi chiese dei quartieri residenziali e nelle cappelle della sperduta periferia. Barak Obama, presidente degli Stati Uniti, elogia l’umiltà di Francesco, auspica che «sia guida alle persone di tutto il mondo per procedere insieme verso la vera giustizia e pace», lo ringrazia per il sostegno alla normalizzazione tra Stati Uniti e Cuba. Auguri dai presidenti della Repubblica Sergio Mattarella, del Senato Pietro Grasso, della Camera Laura Boldrini.

I  bambini e gli anziani costruiscono il futuro dei popoli – Dice a 330 membri della Comunità Nomadelfia (Grosseto) fondata da don Zeno Saltini: «Il vostro patrimonio spirituale è legato in modo speciale alla vita di fraternità, caratterizzata in particolare dall’accoglienza ai bambini e dalla cura speciale per gli anziani. Vi incoraggio a dare alla società questo esempio di sollecitudine e di tenerezza tanto importante. I bambini e gli anziani costruiscono il futuro dei popoli: i bambini perché porteranno avanti la storia; gli anziani perché trasmettono l’esperienza e la saggezza della vita. Non stancatevi di coltivare e alimentare questo dialogo tra le generazioni, facendo della fede la vostra stella polare e della Parola di Dio la lezione principale da assimilare e vivere nella concretezza della vita quotidiana».

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