Papa Francesco riforma il processo di nullità matrimoniale

Entrerà in vigore dall'8 dicembre 2015

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Papa Francesco riforma il processo di nullità matrimoniale

«Favorire non la nullità dei matrimoni ma la celerità dei processi». È il principio base dei due «motu proprio» di Papa Francesco – intitolati «Mitis iudex Dominus Iesus» e «Mitis et misericors Iesus» sulla riforma del processo canonico nelle cause di nullità rispettivamente del Codice di diritto canonico (Chiese occidentali) e nel Codice dei canoni (Chiese orientali cattoliche). Testi datati 15 agosto 2015 – solennità dell’Assunta – resi pubblici l’8 settembre – festa della Natività di Maria – in vigore dall’8 dicembre, solennità dell’Immacolata Concezione e inizio del Giubileo straordinario della misericordia.

MOLTE NOVITÀ - Non più l'obbligo di una doppia sentenza conforme, ma una sola sentenza in favore della nullità. Il vescovo diventa giudice unico e avrà la possibilità di istruire un processo breve per arrivare alla sentenza. Il vescovo potrà anche nominare un giudice unico per studiare il caso, se non è possibile istituire in diocesi un tribunale. I processi si svolgeranno nelle rispettive diocesi, con minori difficoltà dovute a viaggi e spostamenti. I procedimenti saranno gratuiti e così cade la diceria  che la Chiesa concede la nullità solo ai ricchi che possono pagare. La decisione arriva quasi alla vigilia del Sinodo ordinario sulla famiglia del 4-25 ottobre 2015 e un anno dopo il Sinodo straordinario sulla famiglia del 2014 e dopo l'istituzione di una speciale commissione incaricata di studiare la riforma: le norme sono state approvate all'unanimità ed esaminate da quattro «grandi esperti» il cui nome rimane segreto.

NEL SOLCO DEI PAPI E DEL SINODO – Questa di Francesco è la terza riforma del processo matrimoniale dopo quella di Benedetto XIV nel 1741 e di Pio X nel 1908. Come per tutti i Papi e come nella lettera del 1° settembre 2015 sul Giubileo straordinario, la preoccupazione principale di Francesco «è la salvezza delle anime», che spinge il successore di Pietro «a offrire ai vescovi la riforma». Nel solco dei predecessori Papa Bergoglio ribadisce che «il matrimonio è cardine e origine della famiglia cristiana» e che scopo della riforma «non è favorire la nullità dei matrimoni ma la celerità dei processi». Questo anche perché per «l’enorme numero di fedeli che, pur desiderando provvedere alla propria coscienza, troppo spesso sono distolti dalle strutture giuridiche della Chiesa a causa della distanza fisica o morale». Quindi «processi più rapidi e accessibili», come chiesto dal Sinodo 2014, per evitare che «il cuore dei fedeli che attendono il chiarimento del proprio stato non sia lungamente oppresso dalle tenebre del dubbio». Il Sinodo sottolineò «la necessità di rendere più accessibili e agili, possibilmente del tutto gratuite, le procedure per il riconoscimento della nullità» (n. 48).

UNA SOLA SENTENZA - Le cause di nullità vanno trattate «per via giudiziale e non amministrativa per tutelare in massimo grado la verità del sacro vincolo». Per la celerità si passa dalla doppia decisione conforme a una sola sentenza in favore della nullità esecutiva. Tra le cause di nullità anche «la mancanza di fede che può generare la simulazione del consenso o l'errore che determina la volontà». Il vescovo è giudice nella sua diocesi, deve costituire un tribunale, di qui la necessità che «nelle grandi come nelle piccole diocesi», il vescovo non deleghi completamente alla Curia la funzione giudiziaria in materia matrimoniale. 

PROCESSO BREVE E DOCUMENTALE - Al processo «documentale» si affianca un processo «più breve nei casi in cui l’accusata nullità del matrimonio è sostenuta da argomenti particolarmente evidenti». Per tutelare l’indissolubilità del matrimonio, a fronte del rito abbreviato, sarà il vescovo-giudice «garante dell’unità cattolica nella fede e nella disciplina». Viene ripristinato l’appello alla sede metropolitana quale «segno distintivo della sinodalità nella Chiesa». Le Conferenze episcopali «devono essere soprattutto spinte dall’ansia apostolica di raggiungere i fedeli dispersi e devono rispettare il diritto dei vescovi di organizzare la potestà giudiziale nella propria Chiesa particolare».

PROCEDIMENTO GRATUITO E ROTA ROMANA – Le procedure sono gratuite «perché la Chiesa, mostrandosi ai fedeli madre generosa, in una materia così legata alla salvezza delle anime, manifesti l’amore gratuito di Cristo dal quale tutti siamo stati salvati». Rimane l’appello al Tribunale della Sede Apostolica, ovvero la Rota Romana, «nel rispetto di un antichissimo principio giuridico, così che venga rafforzato il vincolo fra la Sede di Pietro e le Chiese particolari». Nella presentazione in Sala Stampa viene sottolineata la sfida della brevità a fronte di cause che durano anche dieci anni. Ovviamente la riforma non può essere retroattiva. Di qui all’8 dicembre le Conferenze episcopali regionali, le diocesi e i vescovi si devono attrezzare. Mons. Pio Vito Pinto, decano della Rota Romana e presidente della Commissione per la riforma, rimarca la centralità del ruolo del vescovo: «Il Papa investe i vescovi di fiducia. Nessun Papa ha celebrato due Sinodi a distanza di un anno: la riforma si incentra sul vescovo diocesano e chiede un’apertura onesta, non solo come anima ma anche come mente e cuore alla massa dei poveri. Quando il Papa ripete che la Chiesa deve aprirsi ai poveri intende parlare anche della massa dei divorziati che sono una categoria di poveri».

EQUIVOCO DA CHIARIRE – Spesso si dice e si scrive che «la Chiesa cancella e/o annulla il matrimonio». Niente affatto, come spiega il cardinale Francesco Coccopalmerio, presidente del Pontificio Consiglio per i testi legislativi: «Il processo conduce alla dichiarazione della nullità, cioè a vedere se un matrimonio è nullo e poi, in caso positivo, a dichiararne la nullità». Non si tratta di un processo che conduce all’annullamento del matrimonio ma al riconoscimento che non sussistevano le condizioni per celebrare il matrimonio e, quindi, che il matrimonio era ed è nullo. I motivi di nullità sono molteplici. Ancora Coccopalmerio: «Si tratta di constatare, non di inventare l’esistenza di qualche motivo di nullità». Infine con i due documenti – uno per l’Occidente e uno per l’Oriente - mostrano come la Chiesa respiri con due polmoni – come amava dire Giovanni Paolo II - perché le due legislazioni hanno pari dignità. Unica è la fede, diverse sono le liturgie e le discipline.

Vita Chiesa

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