La promessa del Papa ai terremotati: appena possibile verrò a trovarvi

Presto Francesco visiterà le popolazioni del Centro Italia colpite dal terremoto. L’annuncio all’Angelus. E l’invito a fuggire da orgoglio, arrivismo, vanità ed ostentazione.

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Presto Francesco visiterà le popolazioni del Centro Italia colpite dal terremoto. L’annuncio all’Angelus. E l’invito a fuggire da orgoglio, arrivismo, vanità ed ostentazione.

Le popolazioni di Amatrice, Accumoli, Norcia, Arquata e Pescara del Tronto sono nel cuore di Francesco. All’Angelus l’abbraccio del Papa alle popolazioni terremotate porta con sé una promessa: “Cari fratelli e sorelle, appena possibile anch’io spero di venire a trovarvi, per portarvi di persona il conforto della fede, l’abbraccio di padre e fratello e il sostegno della speranza cristiana”.

“Ancora una volta dico a quelle care popolazioni che la Chiesa condivide la loro sofferenza e le loro preoccupazioni. Preghiamo per i defunti e per i superstiti. La sollecitudine con cui Autorità, forze dell’ordine, protezione civile e volontari stanno operando, dimostra quanto sia importante la solidarietà per superare prove così dolorose”.

Il Papa ha poi invitato tutti i fedeli presenti in Piazza San Pietro a pregare un’Ave Maria “per questi fratelli e sorelle tutti insieme”.

 

 

Una lezione di umiltà

Come di consueto Francesco ha poi commentato il Vangelo della domenica. L’episodio di oggi ci mostra Gesù nella casa di uno dei capi dei farisei, intento ad osservare come gli invitati a pranzo si affannano per scegliere i primi posti. “È una scena - ha commentato -che abbiamo visto tante volte: cercare il posto migliore anche con i gomiti”.

Gesù dice: “Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: Cedigli il posto!…Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto” (Lc 14,8-9). Con questa raccomandazione, Gesù non intende dare norme di comportamento sociale, ma “una lezione sul valore dell’umiltà”.

La storia insegna che “l’orgoglio, l’arrivismo, la vanità, l’ostentazione sono la causa di molti mali”. E Gesù ci fa capire “la necessità di scegliere l’ultimo posto”, cioè di cercare “la piccolezza e il nascondimento: l’umiltà”. “Quando ci poniamo davanti a Dio in questa dimensione di umiltà - ha osservato Francesco - allora Dio ci esalta, si china verso di noi per elevarci a sé; «perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato»”.

Dio paga molto di più degli uomini

Le parole di Gesù sottolineano atteggiamenti completamente diversi e opposti: “l’atteggiamento di chi si sceglie il proprio posto e l’atteggiamento di chi se lo lascia assegnare da Dio e aspetta da Lui la ricompensa”. Non dimentichiamolo: “Dio paga molto di più degli uomini! Lui ci dà un posto molto più bello di quello che ci danno gli uomini! Il posto che ci dà Dio è vicino al suo cuore e la sua ricompensa è la vita eterna”. “Sarai beato – dice Gesù – … Riceverai la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti” (v. 14).

Gratuità e non calcolo opportunistico

Gesù ci mostra anche l’atteggiamento di disinteresse che deve caratterizzare l’ospitalità, e dice così: “Quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi e ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti”. Si tratta di “scegliere la gratuità invece del calcolo opportunistico” che cerca di ottenere una ricompensa, che cerca “l’interesse” e che cerca “di arricchirsi di più”.

Infatti “i poveri, i semplici, quelli che non contano, non potranno mai ricambiare un invito a mensa”. Così Gesù dimostra la sua preferenza per i poveri e gli esclusi “che sono i privilegiati del Regno di Dio” e lancia il messaggio fondamentale del Vangelo che è “servire il prossimo per amore di Dio”.

 

 

La voce di chi non ha voce

“Oggi - ha proseguito il Papa - Gesù si fa voce di chi non ha voce e rivolge a ciascuno di noi un accorato appello ad aprire il cuore e fare nostre le sofferenze e le ansie dei poveri, degli affamati, degli emarginati, dei profughi, degli sconfitti dalla vita, di quanti sono scartati dalla società e dalla prepotenza dei più forti. E questi scartati rappresentano in realtà la stragrande maggioranza della popolazione”.

Il Pensiero e la gratitudine di Francesco vanno “alle mense dove tanti volontari offrono il loro servizio, dando da mangiare a persone sole, disagiate, senza lavoro o senza fissa dimora”. Queste mense e altre opere di misericordia, come visitare gli ammalati, i carcerati… “sono palestre di carità che diffondono la cultura della gratuità, perché quanti vi operano sono mossi dall’amore di Dio e illuminati dalla sapienza del Vangelo”. “Così il servizio ai fratelli diventa testimonianza d’amore, che rende credibile e visibile l’amore di Cristo”.

“Chiediamo alla Vergine Maria di condurci ogni giorno sulla via dell’umiltà, Lei che è stata umile tutta la vita, e di renderci capaci di gesti gratuiti di accoglienza e di solidarietà verso gli emarginati, per diventare degni della ricompensa divina”.

La beatificazione di Mama Antula

Dopo l’Angelus il Papa ha ricordato che ieri, a Santiago del Estero in Argentina, è stata proclamata Beata Suor Maria Antonia de San José: “il popolo la chiama Mama Antula”. “La sua esemplare testimonianza cristiana, specialmente il suo apostolato nella promozione degli Esercizi Spirituali, possano suscitare il desiderio di aderire sempre più a Cristo e al Vangelo”.

La preghiera ecumenica per il Creato

Giovedì 1° settembre verrà celebrata la Giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato. Alla preghiera parteciperanno anche “i fratelli ortodossi e di altre Chiese”: “sarà un’occasione per rafforzare il comune impegno a salvaguardare la vita, rispettando l’ambiente e la natura”.

Infine, tra i saluti, Papa Francesco ha ricordato anche i giovani di Venaria e Moncalieri. “A tutti - ha concluso - auguro una buona domenica e, per favore non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!”.

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