La porta di ogni casa sia una piccola Porta della Misericordia

Le famiglie cristiane facciano della loro soglia di casa un piccolo grande segno della Porta della Misericordia e dell'accoglienza di Dio”. Questa la richiesta rivolta da Papa Francesco ai fedeli accorsi in Piazza San Pietro per l’Udienza generale di oggi.

Parole chiave: mercoledì (1), papa (648), misericordia (105), udienza (82)
La porta di ogni casa sia una piccola Porta della Misericordia

“Ci sono posti nel mondo in cui non si chiudono le porte a chiave. Ancora ci sono, ma ce ne sono tanti dove le porte blindate sono diventate normali. Questo non ci stupisce; però, a pensarci, è un brutto segno! Non dobbiamo arrenderci all’idea di dover applicare questo sistema a tutta la nostra vita, alla vita della famiglia, della città, della società. E tanto meno alla vita della Chiesa. Sarebbe terribile!”

 

“Una Chiesa inospitale - ha commentato Papa Francesco - così come una famiglia rinchiusa su sé stessa, mortifica il Vangelo e inaridisce il mondo. Niente porte blindate nella Chiesa, tutto aperto!”

 

La porta deve custodire, certo, ma non respingere. La porta non dev’essere forzata, al contrario, si chiede permesso, perché l’ospitalità risplende nella libertà dell’accoglienza, e si oscura nella prepotenza dell’invasione. La porta si apre frequentemente, per vedere se fuori c’è qualcuno che aspetta, e magari non ha il coraggio, forse neppure la forza di bussare.

 

“Quanta gente - ha osservato Francesco - ha perso la fiducia, non ha il coraggio di bussare, le porte del nostro cuore cristiano, delle nostre chiese e sono lì, gli abbiamo tolto la fiducia, per favore questo non deve più accadere. La porta dice molte cose della casa, e anche della Chiesa. La gestione della porta richiede attento discernimento e, al tempo stesso, deve ispirare grande fiducia”.

 

Siamo arrivati alle soglie del Giubileo! Davanti a noi sta la grande porta della Misericordia di Dio: “una porta bella, che accoglie il nostro pentimento offrendo la grazia del suo perdono”. “La porta - ha detto il Santo Padre - è generosamente aperta, ma noi dobbiamo coraggiosamente varcare la soglia, ognuno di noi ha dentro di sè cose che pesano o no? Tutti siamo peccatori, approfittiamo di questo momento che viene e varchiamo la soglia di questa misericordia di Dio che mai si stanca di perdonare, entriamo per questa porta coraggio!”

 

“Dal Sinodo dei Vescovi, che abbiamo celebrato nello scorso mese di ottobre, tutte le famiglie, e la Chiesa intera, hanno ricevuto un grande incoraggiamento a incontrarsi sulla soglia di questa porta aperta”.

 

La Chiesa è stata incoraggiata ad aprire le sue porte, per uscire con il Signore incontro ai figli e alle figlie in cammino, a volte incerti, a volte smarriti, in questi tempi difficili. “Le famiglie cristiane, in particolare - ha aggiunto Francesco - sono state incoraggiate ad aprire la porta al Signore che attende di entrare, portando la sua benedizione e la sua amicizia. E se la porta della Misericordia di Dio è sempre aperta, anche le porte delle nostre istituizioni devono essere aperte perché cos' tutti possiamo uscire a portare la misericordia di Dio, questo significa il Giubileo, lasciare entrare e uscire il Signore”.

 

Il Signore non forza mai la porta: anche Lui chiede il permesso di entrare, chiede il permesso, non forza la porta, come dice nel Libro dell’Apocalisse: “Ecco, io sto alla porta e busso” - immaginiamo il Signore che bussa alla porta del nostro cuore - “Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me” (3,20). E nell’ultima grande visione di questo Libro, così si profetizza della Città di Dio: “Le sue porte non si chiuderanno mai durante il giorno”, il che significa per sempre, perché “non vi sarà più notte” (21,25).

 

In verità, sappiamo bene che noi stessi siamo i custodi e i servi della Porta di Dio, che è Gesù. Egli ci illumina su tutte le porte della vita, comprese quelle della nostra nascita e della nostra morte. Egli stesso l’ha affermato: “Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo” (Gv 10,9).

 

“Gesù è la porta che ci fa entrare e uscire”. Papa Francesco lo ha ripetuto ed ha chiesto ai fedeli in piazza di ripeterlo più volte: “Gesù è la porta! Perché l’ovile di Dio è un riparo, non una prigione! La casa di Dio è un riparo, non una prigione!”. A questo punto Papa Francesco ha utilizzato un’immagine eloquente: “Sono i ladri, quelli che cercano di evitare la porta, perché hanno intenzioni cattive, e si intrufolano nell’ovile per ingannare le pecore e approfittare di loro”.

 

Noi dobbiamo passare per la porta e ascoltare la voce di Gesù: se sentiamo il suo tono di voce, siamo sicuri, siamo salvi. Possiamo entrare senza timore e uscire senza pericolo. In questo bellissimo discorso di Gesù, si parla anche del guardiano, che ha il compito di aprire al buon Pastore (cfr Gv 10,2). Se il guardiano ascolta la voce del Pastore, allora apre, e fa entrare tutte le pecore che il Pastore porta, tutte, comprese quelle sperdute nei boschi, che il buon Pastore si è andato a riprendere. “Le pecore - ha osservato Francesco - non le sceglie il guardiano, non il segretario parrocchiano, ma il buon Pastore. Il guardiano – anche lui – obbedisce alla voce del Pastore. Ecco, potremmo ben dire che noi dobbiamo essere come quel guardiano. La Chiesa è la portinaia della casa del Signore, non la padrona!”.

 

E’ proprio così che la Chiesa dovrà essere riconosciuta, in ogni angolo della terra: come la custode di un Dio che bussa, come l’accoglienza di un Dio che non ti chiude la porta, con la scusa che non sei di casa. “Con questo spirito - ha concluso Papa Francesco - siamo tutti vicini al Giubileo, ci sarà la porta Santa e la porta della Misericordia di Dio grande e quella del nostro cuore, per ricevere e dare il perdono, a tutti quelli che si avvicinano alla nostra porta. Grazie!”.

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