La Misericordia apre la porta del cuore

Gesù Risorto perdona i nostri peccati. Al Regina Coeli Francesco ci mostra la misericordia alla luce della Pasqua 

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La Misericordia apre la porta del cuore

“La misericordia ci fa capire che la violenza, il rancore, la vendetta non hanno alcun senso, e la prima vittima è chi vive di questi sentimenti, perché si priva della propria dignità”. Nella domenica della Divina Misericordia il Papa al Regina Coeli ci ha fatto riflettere sulla “Misericordia alla luce di Pasqua”.

 

La misericordia come forma di conoscenza

 

Si conosce attraverso i sensi, si conosce attraverso l’intuizione, attraverso la ragione e altre forme ancora. Si può conoscere anche “attraverso l’esperienza della misericordia”, perché la misericordia “apre la porta della mente” per comprendere meglio “il mistero di Dio” e della nostra esistenza personale. La misericordia “apre la porta del cuore” e permette di esprimere la vicinanza soprattutto con quanti sono soli ed emarginati “perché li fa sentire fratelli e figli di un solo Padre”. Essa favorisce il riconoscimento di quanti hanno bisogno di consolazione e fa trovare parole adeguate per dare conforto.

 

Da un Giubileo all’altro, un ponte di misericordia

 

La Festa della Divina Misericordia è stata introdotta da San Giovanni Paolo II durante il Giubileo dell’Anno 2000. “È vero - ha sottolineato il Papa - è stata una bella intuizione: è stato lo Spirito Santo a ispirarlo in questo”. Da pochi mesi abbiamo concluso il Giubileo straordinario della Misericordia e questa domenica “ci invita a riprendere con forza la grazia che proviene dalla misericordia di Dio”.

 

Il segno visibile della misericordia

 

Il Vangelo di oggi è il racconto dell’apparizione di Cristo risorto ai discepoli riuniti nel cenacolo (cfr Gv 20,19-31). Scrive san Giovanni che Gesù, dopo aver salutato i suoi discepoli, disse loro: “Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi”. Detto questo, fece il gesto di soffiare verso di loro e aggiunse: “Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati” (vv. 21-23). “Ecco - ha commentato Francesco - il senso della misericordia che si presenta proprio nel giorno della Risurrezione di Gesù come perdono dei peccati. Gesù Risorto ha trasmesso alla sua Chiesa, come primo compito, la sua stessa missione di portare a tutti l’annuncio concreto del perdono. Questo è il primo compito: annunciare il perdono. Questo segno visibile della sua misericordia porta con sé la pace del cuore e la gioia dell’incontro rinnovato con il Signore”.

 

La domenica in albis

 

Nella tradizione della Chiesa, questa domenica, la prima dopo la Pasqua,  veniva chiamata “in albis”. L’espressione intendeva richiamare il rito che compivano quanti avevano ricevuto il battesimo nella Veglia di Pasqua. A ciascuno di loro veniva consegnata una veste bianca – “alba”, “bianca” – per indicare la nuova dignità dei figli di Dio. Ancora oggi ai neonati si offre una piccola veste simbolica, mentre gli adulti ne indossano una vera e propria, come abbiamo visto nella Veglia Pasquale. E quella veste bianca, nel passato, veniva indossata per una settimana, fino  a questa domenica. Da ciò deriva il nome “in albis deponendis”, che significa la domenica in cui si toglie la veste bianca. E così, tolta le veste bianca, i neofiti iniziavano la loro nuova vita in Cristo e nella Chiesa.

 

La misericordia, chiave di volta

 

“Fratelli e sorelle - ha concluso il Papa - la misericordia riscalda il cuore e lo rende sensibile alle necessità dei fratelli con la condivisione e partecipazione. La misericordia, insomma, impegna tutti ad essere strumenti di giustizia, di riconciliazione e di pace. Non dimentichiamo mai che la misericordia è la chiave di volta nella vita di fede, e la forma concreta con cui diamo visibilità alla risurrezione di Gesù. Maria, la Madre della Misericordia, ci aiuti a credere e a vivere con gioia tutto questo”.

 

Il saluto ai devoti della Divina Misericordia

 

Al termine della preghiera Mariana, come di consueto, il Santo Padre ha rivolto un saluto a fedeli giunti da ogni parte del mondo, ed ha ricordato la beatificazione del  sacerdote Luis Antonio Rosa Ormières, fondatore della Congregazione delle Suore dell’Angelo Custode. Rivolgendosi ai pellegrini polacchi ha detto: “esprimo vivo apprezzamento per l’iniziativa della Caritas Polonia a sostegno di tante famiglie in Siria”. Infine: “Un saluto speciale ai devoti della Divina Misericordia convenuti oggi nella chiesa di Santo Spirito in Sassia. Come pure ai partecipanti alla ‘Corsa per la Pace’: una staffetta che oggi parte da questa Piazza per raggiungere Wittenberg in Germania”.

 

Dopo aver ringraziato tutti coloro che gli hanno inviato messaggi di auguri per la Pasqua, Francesco ha concluso con l’ormai rituale: “Buona domenica a tutti, e, per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!”.

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