Inizia il tempo del grande perdono: è il Giubileo della Misericordia!

Papa Francesco ha aperto la Porta della Misericordia della Basilica di San Giovanni in Laterano. La terza dopo quelle di Bangui e San Pietro. Oggi si apriranno le Porte Sante di tutte le cattedrali del mondo

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Inizia il tempo del grande perdono: è il Giubileo della Misericordia!

La liturgia, in questa terza domenica di Avvento, ci propone il passo del profeta Sofonia: “Rallegrati… esulta!” (Sof 3,14). Questo invito, rivolto dal profeta all’antica città di Gerusalemme, oggi è indirizzato a tutta la Chiesa e a ciascuno di noi.

 

“Questa terza domenica di Avvento - ha osservato Papa Francesco - attira il nostro sguardo verso il Natale ormai vicino. Non possiamo lasciarci prendere dalla stanchezza; non ci è consentita nessuna forma di tristezza, anche se ne avremmo motivo per le tante preoccupazioni e per le molteplici forme di violenza che feriscono questa nostra umanità. La venuta del Signore, però, deve riempire il nostro cuore di gioia”.

 

Il profeta, che porta inscritto nel suo stesso nome – Sofonia – il contenuto del suo annuncio, apre il nostro cuore alla fiducia: “Dio protegge” il suo popolo. In un contesto storico di grandi soprusi e violenze, ad opera soprattutto di uomini di potere, Dio fa sapere che Lui stesso regnerà sul suo popolo, che non lo lascerà più in balìa dell’arroganza dei suoi governanti, e che lo libererà da ogni angoscia. Oggi ci viene chiesto che “non ci lasciamo cadere le braccia” (cfr Sof 3,16) a causa del dubbio, dell’impazienza o della sofferenza.

 

Le Porte Sante di tutte le cattedrali del mondo.

 

Il messaggio di Papa Francesco è un annuncio di gioia: “Abbiamo aperto la Porta Santa, qui e in tutte le cattedrali del mondo. Inizia il tempo del grande perdono. E’ il Giubileo della Misericordia. E’ il momento per riscoprire la presenza di Dio e la sua tenerezza di padre. Dio non ama le rigidità. Lui è Padre, è tenero. Tutto fa con tenerezza di Padre”.

 

Siamo anche noi come le folle che interrogavano Giovanni: “Che cosa dobbiamo fare?” (Lc 3,10). La risposta del Battista non si fa attendere. Egli invita ad agire con giustizia e a guardare alle necessità di quanti sono nel bisogno. Ciò che Giovanni esige dai suoi interlocutori, comunque, è quanto trova riscontro nella Legge.

 

“A noi invece - ha detto il Santo Padre - viene chiesto un impegno più radicale. Davanti alla Porta Santa che siamo chiamati a varcare, ci viene chiesto di essere strumenti di misericordia, consapevoli che saremo giudicati su questo. Chi è stato battezzato sa di avere un impegno più grande. La fede in Cristo provoca ad un cammino che dura per tutta la vita: quello di essere misericordiosi come il Padre. La gioia di attraversare la Porta della Misericordia si accompagna all’impegno di accogliere e testimoniare un amore che va oltre la giustizia, un amore che non conosce confini. E’ di questo infinito amore che siamo responsabili, nonostante le nostre contraddizioni”.

 

Non fare tangenti!

 

Poco più tardi il Papa lo ha ribadito anche all’Angelus: “Dio non preclude a nessuno la possibilità di salvarsi, è ansioso di usare misericordia verso tutti e di accogliere ciascuno nel tenero abbraccio della riconciliazione e del perdono. Occorre convertirsi, bisogna cambiare direzione di marcia e intraprendere la strada della giustizia, della solidarietà, della sobrietà: sono i valori imprescindibili di una esistenza pienamente umana e autenticamente cristiana”.

 

Alla folla, infatti, il profeta dice di condividere i beni di prima necessità: “Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto”. Agli esattori delle tasse dice di non esigere nulla di più della somma dovuta.

 

Papa Francesco non usa mezze parole: “Cosa vuol dire questo? Non fare tangenti! E’ chiaro!”.

 

Ai soldati il profeta domanda di non estorcere niente a nessuno ma di accontentarsi delle loro paghe (Lc 3,14). “Dagli ammonimenti di Giovanni Battista – ha osservato il Santo Padre – comprendiamo quali fossero le tendenze generali di chi in quell’epoca deteneva il potere, sotto le forme diverse. Le cose non sono cambiate tanto…”.

 

L’accordo sul clima e la Conferenza di Nairobi

 

Dopo la preghiera dell’Angelus il Papa ha commentato l’accordo “da molti definito storico” raggiunto alla Conferenza sul clima di Parigi: “La sua attuazione richiederà un corale impegno e una generosa dedizione da parte di ciascuno”. L’auspicio di Francesco è che  “venga garantita una particolare attenzione alle popolazioni più vulnerabili”.

 

Il pensiero del Santo Padre è poi andato alla Conferenza Ministeriale dell’Organizzazione Internazionale del Commercio che si terrà a Nairobi dal prossimo 15 dicembre: “Mi rivolgo ai Paesi che vi parteciperanno, affinché le decisioni che saranno prese tengano conto dei bisogni dei poveri e delle persone più vulnerabili”.

 

L’abbraccio ai carcerati

 

Le Porte della Misericordia si apriranno anche nei luoghi di disagio e di emarginazione. Il Papa ha rivolto un saluto ai detenuti delle carceri di tutto il mondo, specialmente quelli del carcere di Padova che “sono uniti a noi spiritualmente per questo momento di preghiera, e li ringrazio per il dono del concerto”. Musiche di Elgar, Bach, Massenet, Grieg, Morricone, Anderson e Warren offerte dai detenuti come ringraziamento al Papa che ha voluto rendere le porte delle celle altrettante “porte sante” in quest’anno giubilare.

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