Il Papa: ogni sì pieno a Dio dà origine a una storia nuova

“Dio desidera visitarci e attende il nostro sì”. Ma un sì pieno, non un “forse”. L'Angelus dedicato alla solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria

Parole chiave: immacolata (3), papa (648), Angelus (49)
Il Papa: ogni sì pieno a Dio dà origine a una storia nuova

Per ciascuno di noi c’è una storia di salvezza fatta di sì e di no a Dio. All’Angelus il Papa ha commentato le letture di oggi: “due passaggi ci conducono all’origine del bene e del male”.

 

Il primo “no”

 

Il Libro della Genesi mostra il primo no, “il no delle origini”, “il no umano”, quando l’uomo ha preferito guardare a sé piuttosto che al suo Creatore, ha voluto “fare di testa propria”, ha scelto “di bastare a sé stesso”. Ma, così facendo, uscendo dalla comunione con Dio, “ha smarrito proprio sé stesso e ha incominciato ad avere paura, a nascondersi e ad accusare chi gli stava vicino” (cfr Gen 3,10.12). Questi sono i sintomi: “la paura, è sempre un sintomo di no a Dio, indica che sto dicendo no a Dio”; “accusare gli altri e non guardare a sé stessi indica che mi sto allontanando da Dio”. Questo fa il peccato. Ma il Signore non lascia l’uomo in balia del suo male: “subito lo cerca e gli rivolge una domanda piena di apprensione: «Dove sei?» (v. 9). Come se dicesse: «Fermati, pensa: dove sei?». È la domanda di un padre o di una madre che cerca il figlio smarrito: «Dove sei? In che situazione sei andato a finire?». E questo Dio lo fa con tanta pazienza, fino a colmare la distanza creatasi dalle origini. Questo è uno dei passaggi”.

 

Il grande “Sì”

 

Il secondo passaggio cruciale, narrato oggi nel Vangelo “è quando Dio viene ad abitare tra noi, si fa uomo come noi”. E questo è stato possibile per mezzo di un grande sì: “quello del peccato era il no; questo è il sì, è un grande sì”, quello di Maria al momento dell’Annunciazione. Per questo sì Gesù ha incominciato il suo cammino sulle strade dell’umanità “lo ha incominciato in Maria, trascorrendo i primi mesi di vita nel grembo della mamma: non è apparso già adulto e forte, ma ha seguito tutto il percorso di un essere umano”. Si è fatto in tutto uguale a noi, eccetto una cosa, “quel no”, eccetto il peccato. Per questo ha scelto Maria, “l’unica creatura senza peccato, immacolata”.

 

Maria risponde alla proposta di Dio dicendo: “Ecco la serva del Signore”. Non dice, come ha sottolineato Francesco: “Mah, questa volta farò la volontà di Dio, mi rendo disponibile, poi vedrò…”. No. Il suo è un sì pieno, totale, per tutta la vita, senza condizioni. E come il no delle origini aveva chiuso il passaggio dell’uomo a Dio, così il sì di Maria ha aperto la strada a Dio fra noi. È il sì più importante della storia, “il sì umile che rovescia il no superbo delle origini”, “il sì fedele che guarisce la disobbedienza”, “il sì disponibile che ribalta l’egoismo del peccato”.

 

I mezzi sì

Anche per ciascuno di noi c’è una storia di salvezza fatta di sì e di no. “A volte, però - ha osservato il Papa - siamo esperti nei mezzi sì: siamo bravi a far finta di non capire bene ciò che Dio vorrebbe e la coscienza ci suggerisce”. Siamo anche “furbi” e per non dire un no vero e proprio a Dio diciamo: “Scusami, non posso”, “non oggi, penso domani”; “Domani sarò migliore, domani pregherò, farò del bene, domani”. E questa furbizia ci allontana dal sì, ci allontana da Dio e ci porta al no, al no del peccato, al no della mediocrità. Il famoso “sì, ma…”; “sì, Signore, ma….”. Così però chiudiamo la porta al bene, e il male approfitta di questi sì mancati. “Ognuno di noi - ha aggiunto Francesco - ne ha una collezione dentro. Pensiamoci, ne troveremo tanti di sì mancati”. Invece ogni sì pieno a Dio “dà origine a una storia nuova”: dire sì a Dio è veramente “originale”, è origine, non il peccato, “che ci fa vecchi dentro. Ci invecchia presto!”. Ogni sì a Dio origina storie di salvezza per noi e per gli altri. Come Maria con il proprio sì.

 

“In questo cammino di Avvento - ha proseguito - Dio desidera visitarci e attende il nostro sì. Pensiamo: io, oggi, quale sì devo dire a Dio? Pensiamoci, ci farà bene. E troveremo la voce del Signore dentro di Dio, che ci chiede qualcosa, un passo avanti”.  “Credo in Te, spero in Te, Ti amo; si compia in me la tua volontà di bene”. Questo è il sì. “Con generosità e fiducia, come Maria, diciamo oggi, ciascuno di noi, questo sì personale a Dio”.

 

L’appello per Sumatra

 

Dopo la recita dell'Angelus il Papa ha ricordato il forte terremoto ha colpito l’isola di Sumatra, in Indonesia: “Desidero assicurare la mia preghiera per le vittime e per i loro familiari, per i feriti e per quanti hanno perso la casa. Il Signore dia forza alla popolazione e sostenga l’opera di soccorso”.

 

Il grazie all’Azione Cattolica

In questa festa di Maria Immacolata l’Azione Cattolica Italiana vive il rinnovo dell’adesione: “Rivolgo un pensiero speciale a tutte le sue associazioni diocesane e parrocchiali. La Vergine benedica l’Azione Cattolica e la renda sempre più scuola di santità e di generoso servizio alla Chiesa e al mondo”.

 

Piazza di Spagna e Santa Maria Maggiore

 

“Oggi pomeriggio mi recherò in Piazza di Spagna per rinnovare il tradizionale atto di omaggio e di preghiera ai piedi del monumento all’Immacolata. Dopo andrò a Santa Maria Maggiore a pregare la Salus Populi Romani. Vi chiedo di unirvi spiritualmente a me in questo gesto, che esprime la devozione filiale alla nostra Madre celeste”.

 

“A tutti auguro buona festa e buon cammino di Avvento con la guida della Vergine Maria. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!”.

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