Il Papa: Gesù, unica guida sicura che dà senso alla vita

Nella domenica del Buon Pastore, al Regina Coeli quattro nuovi sacerdoti si affacciano con Papa Francesco per la benedizione

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Il Papa: Gesù, unica guida sicura che dà senso alla vita

Sono due le figure che ritroviamo nel Vangelo di questa domenica (cfr Gv 10,1-10): Gesù “Buon Pastore” e “porta dell’ovile”. Il gregge, che siamo tutti noi, ha come abitazione un ovile che serve da rifugio, dove le pecore dimorano e riposano dopo le fatiche del cammino. E l’ovile ha un recinto con una porta, dove sta un guardiano.

 

Il Buon Pastore

 

Al gregge si avvicinano diverse persone: c’è chi “entra nel recinto passando dalla porta” e chi “vi sale da un’altra parte”. “Il primo - ha commentato Francesco - è il pastore, il secondo un estraneo, che non ama le pecore, ma vuole entrare per altri interessi”. Gesù chiama le proprie pecore “per condurle fuori, ai pascoli erbosi dove trovano buon nutrimento”. E le pecore riconoscono la sua voce e lo seguono.

 

La porta delle pecore

 

La seconda immagine con cui Gesù si presenta è quella della «porta delle pecore» (v. 7). Infatti dice: «Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato» (v. 9), cioè avrà la vita e l’avrà in abbondanza (cfr v. 10). Cristo, Buon Pastore, è diventato la porta della salvezza dell’umanità, perché ha offerto la vita per le sue pecore.

 

Di Lui ci si può fidare

 

Gesù, pastore buono e porta delle pecore, “è un capo la cui autorità si esprime nel servizio”, un capo “che per comandare dona la vita e non chiede ad altri di sacrificarla”. “Di un capo così - ha osservato il Papa - ci si può fidare, come le pecore che ascoltano la voce del loro pastore perché sanno che con lui si va a pascoli buoni e abbondanti. Basta un segnale, un richiamo ed esse seguono, obbediscono, si incamminano guidate dalla voce di colui che sentono come presenza amica, forte e dolce insieme, che indirizza, protegge, consola e medica”.

 

Così è Cristo per noi. C’è una dimensione dell’esperienza cristiana che forse lasciamo un po’ in ombra: la dimensione spirituale e affettiva. Il sentirci legati da un vincolo speciale al Signore come le pecore al loro pastore. A volte razionalizziamo troppo la fede e rischiamo di perdere la percezione del timbro di quella voce, “della voce di Gesù Buon Pastore, che stimola e affascina”. Come è capitato ai due discepoli di Emmaus, cui ardeva il cuore mentre il Risorto parlava lungo la via. È la meravigliosa esperienza di sentirsi amati da Gesù.

 

Distinguere la voce del Pastore Buono

 

Non è sempre facile distinguere la voce del pastore buono. Papa Francesco ci ha invitati a stare attenti: “C’è sempre il rischio di essere distratti dal frastuono di tante altre voci. Oggi siamo invitati a non lasciarci distogliere dalle false sapienze di questo mondo, ma a seguire Gesù, il Risorto, come unica guida sicura che dà senso alla nostra vita”.

 

E proprio in questa giornata il Santo Padre ha ordinato dieci nuovi pastori: “Ho chiesto a quattro di loro della diocesi di Roma di affacciarsi per dare la benedizione insieme a me. La Madonna sostenga con il suo aiuto quanti sono da Lui chiamati, affinché siano pronti e generosi nel seguire la sua voce”.

 

Non per fare carriera, ma per servizio

 

Nell’omelia pronunciata poco prima, il Santo Padre ha richiamato l’attenzione sul fatto che questi nuovi sacerdoti “sono stati eletti dal Signore Gesù non per fare carriera, ma per fare questo servizio”.

 

A loro ha raccomandato di dispensare a tutti “quella Parola di Dio, che voi stessi avete ricevuto con gioia, da bambini”, invitandoli a non fare omelie “troppo intellettuali” ed elaborate: “parlate in modo semplice, parlate ai cuori”. “E questa predica - ha aggiunto - sarà vero nutrimento. E sia gioia e sostegno ai fedeli anche il profumo della vostra vita, perché la parola senza l’esempio della vita non serve, meglio tornare indietro. La doppia vita è una malattia brutta, nella Chiesa”.

 

Francesco ha invitato i nuovi sacerdoti ad essere sempre gioiosi, mai tristi, ed a tenere sempre davanti agli occhi l’esempio del Buon Pastore, “che non è venuto per essere servito ma per servire”. “Per favore - ha concluso - non siate signori, non siate chierici di Stato, ma pastori, pastori del Popolo di Dio. Perché un presbitero “che ha studiato forse tanta teologia e ha fatto una, due, tre lauree ma non ha imparato a portare la Croce di Cristo, non serve. Sarà un buon accademico, un buon professore, ma non un sacerdote”.

 

 Da Pompei a Fatima

 

Tra i numerosi gruppi di fedeli presenti in piazza il Papa si è soffermato in modo particolare a ringraziare l’Associazione “Meter”, che da oltre vent’anni contrasta ogni forma di abuso sui minori. “Grazie, grazie tante per il vostro impegno nella Chiesa e nella società; e andate avanti con coraggio!”. Infine ha ricordato la Supplica alla Madonna del Rosario di Pompei che si terrà domani: “in questo mese di maggio preghiamo il Rosario in particolare per la pace. Preghiamo il Rosario per la pace, come ha chiesto la Vergine a Fatima, dove mi recherò in pellegrinaggio tra pochi giorni, in occasione del centenario della prima apparizione”.

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